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"Respingiamo l'isolamento che minaccia Papa Francesco"

di Beppe Reburdo


È indubbio che la guerra in Ucraina per difendersi dalla invasione della Russia sta raggiungendo militarmente e umanamente un punto di drammatica svolta. Militarmente, nonostante il notevole impegno della NATO in mezzi e in specialisti per l’uso di armi sempre più sofisticate, la Russia purtroppo sta lentamente e inesorabilmente prevalendo, provocando ulteriori perdite umane (a partire dai bambini) e distruzioni materiali e delle coscienze da prefigurare un incontrollato e dirompente vero e proprio crollo. In questo dramma, che porta a concrete prospettive di allargamento del conflitto e a uno scontro diretto con la Russia nel momento in cui per resistere sul campo ucraino l'Alleanza Atlantica pensa di inviare proprie truppe è possibile resistere solo gridando pace? Penso proprio di no!

Infatti papa Francesco grida da quando è iniziato il conflitto che la guerra non è la soluzione, ma solo tregua e trattative di pace sono la via indispensabile da seguire. Il Vaticano ha tentato con missioni di pace che hanno visto protagonista il cardinale Zuppi di raccordare fili di dialogo, ma sia Putin, sia Zelenski, di fatto non lo hanno permesso. Come quindi in una perfetta logica di guerra si è alzato il livello di scontro armato che sta spingendo il mondo (assieme alla guerra israeliana e palestinese) al vertiginoso aumento degli armamenti prodromo di un sempre più possibile confronto diretto USA-NATO con la Russia, destabilizzando aree contigue ritenute dai rispettivi campi strategiche e quindi terreno di confronto armato.

Una grande autorità religiosa e spirituale come Papa Francesco, che ha come scopo quello di salvaguardare le persone e le coscienze e a fronte dei disastri in corso poteva non intervenire in modo forte e determinato, senza tradire la sua missione e la sua autorità spirituale, prescindendo dagli interessi di potere ed egemonia che gli Stati perseguono con tutti i mezzi?

Con l ‘intervista alla TV Svizzera ha detto quello che doveva coerentemente dire con tutta la sua semplicità, ma in modo determinato: piuttosto di cancellare generazioni ucraine, disintegrare un Paese, provocare una possibile estensione della guerra, per salvaguardare un minimo di umanità e per evitare una definitiva rottura tra i due popoli, ucraino e russo, è necessario sospendere la guerra per avviare trattative per una tregua. Una coerente autorità religiosa non poteva che non farlo. Gesù non ha cercato la benevolenza e la mediazione del potere, ma è venuto unicamente per la salvezza di tutti gli essere umani e del creato. Ecco che allora il potere dominato dagli interessi egemoni del sistema industriale-militare e dalla sete di essere” padroni” del mondo sta usando tutto il suo potenziale legale e illegale per “tarpare le ali” a un Pontefice che ritiene di esercitare in pieno la sua essenza di missione: lavorare per garantire la vita e la promozione di tutte le persone.

Ed è vergognoso il dispiegamento del sistema dei media, il reclutamento di soloni che si autodefiniscono pomposamente intellettuali o "esperti" di politica estera, l'imbarbarimento massiccio dei social, di parti religiose interne ed esterne alla Chiesa cattolica e all’orda delle sette finanziate dagli USA per denigrare e svalutare il vicario di Cristo in terra. Obiettivo finale: contestargli di non essere succube alle strategie delle grandi potenze, di non allinearsi al cosiddetto mainstream, pur di mettere in discussione la sua missione spirituale che non può che esprimersi a tutto campo umano e spirituale.

Salvaguardare le libertà, i diritti civili, la piena espressività delle persone, la nonviolenza in alternativa a tutte le violenze, guerre e a tutte le prevaricazioni è un diritto-dovere di tutti, ma ancor più di capi spirituali liberi e al servizio dell’insieme della umanità collaborativa e in pace. Altrimenti quale la sarebbe la differenza per chi ha fede e insegna ad avere fede? Papa Francesco ci ha messi tutti di fronte a una coerente scelta arricchente di pace come dimostrano anche le sue Encicliche che chiedono una cosa sola: coerenza, individuale e collettiva.

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