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Prigozhin moderno Cincinnato La Wagner si scioglie il 1° luglio



L'annuncio rischia di creare un notevole contraccolpo alle strategie dello Stato maggiore delle Forze armate russo. Il comandante della brigata Wagner, Yevgeny Prigozhin, "il traditore" nella definizione data dal presidente russo Vladimir Putin nella giornata del tentato golpe sabato scorso, ha dato il classico preavviso delle dimissioni, al Cremlino, meno però dei tradizionali "sette giorni": entro il 1° luglio, infatti, il suo gruppo di mercenari cesserà di esistere. In altre parole, nessuno dei suoi 25 mila uomini, sostiene Prigozhin, accetterà di firmare un contratto con il Ministero della Difesa.

Queste le parole che spiegano il suo gesto di marciare sulla capitale per conquistare manu militari Mosca: "Non abbiamo mostrato aggressività, ma siamo stati colpiti da missili ed elicotteri. Questo è stato il fattore scatenante. Ci siamo voltati per evitare di versare il sangue dei soldati russi. Ci dispiace di aver dovuto colpire l'aviazione russa. Lo scopo della marcia era evitare la distruzione di Wagner. Volevamo ritenere responsabili coloro che hanno commesso errori durante l'operazioni militari speciali. Non abbiamo marciato per rovesciare la leadership della Russia. Wagner "è l'unità più esperta e pronta al combattimento in Russia, e forse nel mondo".

L'ultima frase è dedicata al presidente della Bielorussia Lukashenko: "ha teso la mano e si è offerto di trovare soluzioni, le colonne sono tornate indietro e sono andate nei campi". La storia romana del patrizio Cincinnato si ripete così duemilacinquecento anni dopo in Russia. Vedremo quale campicello Prigozhin andrà a coltivare.

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