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PNRR e salute: fondi per il contrasto alle pandemie

di Giuseppina Viberti e Germana Zollesi

L’impreparazione vissuta all'esame della pandemia sta indirizzando la scienza e le strutture sanitarie a studiare le necessarie misure per affrontare nuove situazioni di emergenza. In quest’ottica l’Ente Nazionale di Ricerca “Area Science Park” si è aggiudicato il bando da 41 milioni di euro messi a disposizione dal PNRR per creare una struttura in grado di affrontare le nuove pandemie che, secondo l’OMS, potrebbero presentarsi in futuro ed essere pericolose per persone, animali e piante.


Il progetto dell'Area Science Park di Trieste

L’Area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste – Area Science Park – è un ente pubblico nazionale di ricerca controllato e vigilato dal Ministero dell’Università e della Ricerca che è stato istituto nel 1978 e si occupa di ricerca e innovazione e gestisce il Parco Scientifico e Tecnologico multisettoriale di Trieste. I compiti che avrà questo ente di ricerca con i fondi del PNRR saranno quelli di realizzare un’infrastruttura altamente specializzata per mettere in rete i laboratori di ricerca già esistenti e una camera di biocontenimento di massima sicurezza per studiare i virus e manipolarli per renderli inoffensivi.

https://www.areasciencepark.it/i-nostri-campus/

Di fatto il progetto metterà in rete con l’utilizzo del 60% del budget (41 milioni) i laboratori dei campus di ricerca di Padriciano e Basovizza (posti sul Carso nell’area di Trieste) e il restante 40% dei fondi andrà ai partner storici di Area Science Park rappresentati dalle Università di Salerno, del Salento e della Federico II di Napoli con cui ci sono sperimentazioni e collaborazioni da tempo.


Il rammarico di un mancato piano nazionale

Da ciò si intuisce che il progetto non ha un respiro nazionale da coinvolgere tutte le Università italiane che operano nel settore, ma che è circoscritto ai centri impegnati in forma specifica in questi anni di Covid. Dunque un'occasione mancata, perché non sfugge a nessuno che se la scienza e le società farmaceutiche sono riuscite a predisporre un vaccino in meno di un anno, lo si deve alla velocità con cui sono circolate le informazioni. Di qui l’importanza di far interagire i vari centri di ricerca e il rammarico che una nazione come l’Italia stenti a cambiare mentalità per realizzare questo tipo di interazione.

Il progetto durerà 30 mesi e prevede la realizzazione in Area Science Park sul Carso di una camera di biocontenimento innovativa nella quale i ricercatori potranno studiare i virus e renderli inoffensivi. Successivamente i virus resi non contagiosi, saranno sequenziati e analizzati nei laboratori con nuove strumentazioni sofisticate acquisite con i fondi del PNRR. Nei laboratori dei partner del Mezzogiorno d'Italia sarà utilizzato il laboratorio di spettrometria di massa altamente performante e innovativo per lo studio dei virus.

Scommessa e investimento per il futuro

È un progetto di ricerca multicentrico interessante e sicuramente utile per studiare i virus e la loro interazione con l’uomo e l’ambiente. Noi oggi, infatti, non sappiamo quali virus si svilupperanno nei prossimi anni, tuttavia possiamo predisporre strutture all’avanguardia per poterli analizzare e successivamente contrastarli con gli antidoti in tempi rapidi. È una scommessa sulla nostra salute del futuro, ma può rappresentare anche un valore economico se, sulla materia, si riuscirà ad essere degli antesignani.

La tematica di assoluta attualità pone la questione sulla ricerca in Italia che, oltre alla cronica carenza di fondi, risulta ancora frazionata in molti piccoli centri che fanno difficoltà a reperire fondi per attrezzature e personale in assenza - fattore non marginale - di una regia centrale per investire in modo utile le risorse e non solo del PNRR. Ne risulta una difficoltà maggiore a raggiungere grandi risultati, nonostante il conclamato genio italico di riuscire a risolvere problemi complessi in condizioni disperate.


Le nuove soluzioni tecnologiche

Le economie di scala nel settore della ricerca sono sempre più determinanti e tanti piccoli progetti rischiano di disperdere le risorse disponibili e non portare a risultati, specie laddove la massa critica degli investimenti necessari consiglierebbe di concentrare gli sforzi. Le nuove soluzioni tecnologiche ed informatiche permettono oggi di mettere in rete più realtà per scambiarsi i dati e lavorare allo sviluppo di tematiche comuni, ma ciò richiede una predisposizione organizzativa e una mentalità (questione che ritorna, come sopra) volta sistematicamente a ricercare sinergie.

Ogni passaggio di conoscenza da uno livello all'altro è, per sua natura, una sperimentazione che coinvolge pressoché tutte le variabili riguardanti la società che ospita la transazione, da cui scaturisce la necessità di una metanalisi delle medesime.

La gestione della società attuale induce sempre più all’adozione di prototipi estremamente versatili, da utilizzarsi in ogni fase della programmazione e della pianificazione. In particolare risultano utili le simulazioni volte alla formalizzazione delle variabili coinvolte che, tramite il confronto di ipotesi alternative, possono anticipare la fattibilità e la realizzabilità dei progetti. L’interconnessione di laboratori virtuali, dove si analizzano, per approssimazioni successive, le conoscenze acquisite può essere utile per razionalizzare il corretto impiego delle risorse del PNRR.

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