Antenne 5G e leggi nazionali: il caso di viale Colli a Rivoli
- Vito Rosiello
- 20 giu
- Tempo di lettura: 2 min
di Vito Rosiello*

Il 5 giugno scorso, ho partecipato all’assemblea pubblica organizzata dall’Amministrazione Comunale di Rivoli insieme al Comitato di Quartiere Borgo Uriola sul tema della realizzazione su un’area privata di una Stazione Radio Base (SRB) per la telefonia Mobile 5G in viale Colli, nella zona dell’Ospedale di Rivoli. Alle legittime preoccupazioni degli abitanti del quartiere, l’amministrazione ha risposto immediatamente chiedendo alla società direttamente coinvolta di sospendere i lavori, che si sono fermati, per cercare insieme ai tecnici del Comune una ricollocazione della SRB meno impattante. In attesa della risposta della società telefonica, vanno fatte alcune considerazioni, sapendo benissimo che il tema è molto complesso dal punto di viste tecnico, sanitario, ambientale, sociale, economico e non ultimo amministrativo, cercando di non ricadere nel solito schema del Nimby (Not In My Back Yard, ossia non nel mio giardino) e, non secondario, del Nimto (Not in My terms of office, cioè non durante il mio mandato elettorale).
E’ importante prima di tutto segnalare che dal 29 aprile 2024, sono entrati in vigore in Italia i nuovi limiti di emissione elettromagnetica per le reti di telefonia cellulare. I lavori legislativi sono stati formalizzati con il decreto legge Concorrenza, voluto dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy: il limite è stato portato a 15 V/m (volt su metro, precedentemente era di 6 V/m), più del doppio, ma soprattutto è aumentato il valore limite della densità di potenza da 0,1 W/mq (watt su metro quadro ) a 0,59 W/mq, cioè l’energia assorbita dal nostro corpo che aumenterà di 6 volte il valore precedente.
L’Italia ha voluto allinearsi agli altri Paesi europei innalzando questi valori. Ma, allora, perché non si è allineata anche nei tempi di misurazione non più fatta ad intervalli di 6 minuti nelle ore di maggior traffico ma bensì in una media di 24 ore? E’ un bel regalo fatto dall’attuale governo alle compagnie telefoniche, che secondo uno studio fatto dal Politecnico di Milano risparmieranno più di 4 miliardi in infrastrutture. In tutto questo il ruolo delle Amministrazioni Comunali di controllo del territorio, e difesa della salute dei cittadini deve tornare ad essere centrale per evitare l’assalto “dell’antenna selvaggia”, attraverso l’adozione di un “Piano comunale per l’installazione di impianti di comunicazione elettroniche” unico atto formale e davvero operativo, per poter seriamente tutelare, con efficacia e determinazione, le giuste esigenze della collettività, ponendo un freno agli interessi economici delle società di telefonia che oggi possono contare su una legge, a mio avviso discutibile, che assimila le infrastrutture di telecomunicazioni ad uso commerciale ad opere di urbanizzazione primaria, come ad esempio la rete idrica, le fognature, le strade, l’illuminazione, le reti di energia elettrica e del gas.
La sensibilità delle persone in tema di salute e gli obiettivi commerciali delle aziende e degli operatori di telefonia sono su posizioni diverse che vanno concertate, e occorre che la difesa, seppur in via precauzionale, della salute delle persone possa contare anche sul legislatore, sui buoni amministratori e sugli enti preposti a tutelarla e non solo sui cittadini informati, sui medici, su qualche associazione volenterosa.
*Commissione Tecnico-Scientifica AVS-EV Piemonte
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