Ore 16:58, morte di Borsellino e presa di coscienza del Paese
- Vice
- 19 lug
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di Vice

Gli uomini che si avvicendavano nel servizio di scorta al giudice Paolo Borsellino avevano più volte richiamato le autorità preposte alla sicurezza del magistrato sulla convulsa e ingombrante presenza di macchine in via D'Amelio, strada stretta e chiusa, quasi perfetta per un agguato. Il 19 luglio 1992, alle 16 e 58 minuti, quel quasi scomparve del tutto.[1] Un'autobomba collocata all'interno di una Fiat 126 squarciò il silenzio con tutta la devastante potenza che rovesciano 90 chilogrammi di esplosivo Semtex-H. Paolo Borsellino con Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina volarono in aria e quando ricaddero non erano più gli stessi.
In quella nuvola di fumo, vista o immaginata da decine di milioni di persone, nessuno si ritrovò ad essere lo stesso. Meno che mai gli italiani che già avevano avvertito qualcosa di strano, diverso, anomalo, 57 giorni prima, il 23 maggio, quando il manto autostradale della Palermo-Mazara del Vallo all'altezza dell'uscita di Capaci si era sollevato come un imponente tsunami, lanciando verso l'alto il suo concentrato di bitume e di ghiaia per inghiottire meglio la Fiat Croma su cui viaggiavano il giudice Giovanni Falcone e la moglie, anch'essa magistrato, Francesca Morvillo.
Raccontano numerose testimonianze sopraggiunte in via D'Amelio che il blocco motore della Fiat 126 fu ritrovato intatto e da quel numero di telaio fu possibile risalire al proprietario, anzi alla proprietaria. Strano, sempre a proposito delle tante stranezza con cui sono costretti a convivere gli italiani quando ci si imbatte in omicidi di mafia, che nessuno degli inquirenti nei giorni successivi si preoccupasse di porre alla signora alcune semplici e banali domande, a cominciare da dove avesse parcheggiato l'auto. Avrebbe, forse, costretto anche i magistrati a dubitare della versione dell'indagine costruita ad hoc dalla Questura di Palermo su cui si sarebbe incardinata per decenni la verità processuale fondata su falsi pentiti nei processi a Caltanissetta. "Verità" crollata soltanto nel 2008, minata dalla confessioni del sicario dei fratelli Graviano, Gaspare Spatuzza, corresponsabile di numerose stragi.
Il primo grande depistaggio. Che avrebbe figliato nuovi silenzi e nuovi veleni, dopo quelli che avevano costretto a più umiliazioni professionali soprattutto Giovanni Falcone, e più sfumate modalità Paolo Borsellino, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta. Umiliazioni parzialmente attenuate dalla sentenza della Cassazione che il 30 gennaio del 1992 aveva confermato i verdetti del maxi processo di Palermo insieme con le pene agli accusati.
Depistaggi e omertà. Che a trentatré anni di distanza da quei drammatici avvenimenti continuano ad esistere e a emergere puntualmente, ma che non ricevono valide e credibili risposte, in particolare sul ruolo dei Servizi segreti, sul coinvolgimento di militari e civili dell'organizzazione Gladio, e di alcune forze politiche e faccendieri vari, sulla rete di appalti su cui "pretendevano" di indagare Falcone e Borsellino, mentre si profilava insistente l'ombra minacciosa sulla politica dell'inchiesta milanese di Mani Pulite.
Punti oscuri e controversi rimasti tali anche nelle conclusioni della Commissione antimafia e della Commissione stragi, davanti ai quali il Paese non si deve arrendere. Né deve accettare come unico momento di riflessione l'evento celebrativo, ma provare a incarnare "quella rivoluzione culturale di cui parlava proprio Paolo Borsellino", su cui ha insistito in questi giorni, Olga Giunta, responsabile dei Giovani Cgil Palermo. Auspicio che non possiamo che fare anche nostro.
Note
[1] Nei giorni precedenti La Porta di Vetro ha dedicato al ricordo del giudice Paolo Borsellino e di Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina, tre recensioni di libri che si richiamano al 19 luglio 1992. In [1]https://www.laportadivetro.com/post/un-libro-per-voi-nel-ricordo-di-borsellino-stragisti;https://www.laportadivetro.com/post/un-libro-per-voi-nel-ricordo-di-borsellino-un-pessimo-affare;https://www.laportadivetro.com/post/un-libro-per-voi-nel-ricordo-di-borsellino-lo-stato-illegale













































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