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Netanyhau: Israele colpirà chiunque attenti alla sua sicurezza



La foto diffusa dai social, in cui si vedono il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu (a destra) insieme con il ministro della Difesa Yoav Galant (a sinistra, è lo stesso con cui alcune settimane erano nate scintille sul riforma della giustizia) e il capo del Mossad David Barnea, è emblematica e contiene un messaggio neppure così tanto subliminale: Israele colpirà chiunque ne mette in dubbio l'esistenza. E lo farà con durezza, come dimostrano da giorni i continui raid aerei nella Striscia di Gaza in risposta ai razzi (circa 900 ad oggi) che le milizie della Jihad islamica scaricano sulle città israeliane (ieri l'allarme rosso è suonato anche a Gerusalemme, vedi il video), in una folle e ripetuta corsa al terrore da una parte e dall'altra che vede sempre vittime principali le popolazioni civili. Il pugno di ferro di Netanyhau però ha un duplice peso.

In primis, infatti, è diretto e scaricato su Zyad Nakhalah, il leader della Jihad islamica che risiede nella capitale libanese, Beirut e su a su Hassan Nasrallah, il sessantaduenne libanese capo del partito sciita Hezbollah. Dietro, poi, vi si scorge la funzione preventiva mirata su Hamas, "invitato", a differenza dell'estate del 2021, quando plaudì ai razzi lanciati da Hezbollah sulla Alta Galilea, a rimanere estraneo al conflitto e, indirettamente, anche all'Iran degli ayatollah, suo finanziatore e sostenitore diretto, un regime peraltro poco propenso in questa fase per le note proteste interne che ne chiedono la fine.

Del resto, la politica del "colpire duro" gli avversari di Israele è nella storia e nel Dna di Netanyhau, la stessa con cui ha costruito, alimentato e rafforzato negli anni il suo potere e quello del suo partito, il Likud. Ed oggi, dopo che le alternative al suo potere si sono logorate con fragili coalizioni governative, il premier raccoglie i frutti dell'attesa e dell'impossibilità delle opposizioni di sinistra di avere una voce diversa e distinta in grado di proporre un processo di pace quando si tratta della sicurezza del Paese. Così Israele scivola sempre più a destra. Strette all'angolo e inerti non appena su alza il livello dello scontro con il terrorismo islamico che, non lo si dimentichi, mette in discussione anche l'Autorità Palestinese, le opposizioni sono spettatrici dei bombardamenti dal mare e dal cielo che i caccia di combattimento con la stella di David eseguono per distruggere obiettivi dell'organizzazione terroristica della Jihad Islamica in tutta la Striscia di Gaza, come quello di oggi, 12 maggio, che ha polverizzato la casa del suo comandante Abu Hashash, presa di mira a Rafah, al confine con l'Egitto. Inoltre, un aereo ha attaccato una postazione di lancio di mortai dell'organizzazione terroristica nel sud della Striscia di Gaza (guarda i video), mentre fonti di Tel Aviv hanno sottolineato di aver colpito un tunnel sotterraneo offensivo dell'organizzazione, dopo aver eliminato ieri nell'operazione "Sorgere dell'alba" il terrorista Khaled Mansour.



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