Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, dopo i recenti attacchi in Giudea e Samaria contro cittadini israeliani, è stato esplicito nell'attaccare senza mezzi termini l'Iran degli ayatollah, "considerato direttamente responsabile dell’ondata di terrorismo".
Nello scontro a fuoco di oggi, cinque militari dell'unità sotto copertura della Polizia di Frontiera MAGAV sono rimasti feriti (tre in modo grave) durante l'attività di antiterrorismo nel campo profughi a TulKarem in Cisgiordania, dopo che una bomba è stata lanciata su di loro. I militari hanno risposto al fuoco e due palestinesi, membri di Hamas sono stati uccisi, nella fotomontaggio in basso.
Pur nell'estrema complessità politica e religiosa dello scenario e dei soggetti coinvolti, non è difficile cogliere, sia per l'immediata presa di posizione di Netanyahu, sia per il coinvolgimento di Hamas, una stretta correlazione con i tentativi di stabilizzazione in quell'area promossi di recente da Arabia Saudita e Stati Uniti, il cui obiettivo è proprio quello di isolare il regime iraniano.[1]
Note
[1] https://www.laportadivetro.com/post/stati-uniti-e-arabia-saudita-garanti-della-pace-in-palestina
