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Meloni e il vizietto di gettare "il bambino con l’acqua sporca"


di Pietro Terna

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Il titolo odierno di Repubblica “Pnrr, la scure di Meloni - Palazzo Chigi vuole azzerare le strutture designate da Draghi che non hanno rispettato i tempi del Recovery Fund - Lo studio: spesi solo 15 miliardi, l'impatto sul Pil rischia di essere limitato” è una sintesi perfetta dello sfascismo e del qualunquismo al governo.

Liquidato Draghi, come i bancomat: “È finita la pacchia per le banche”, dice il taxista torinese che rifiuta il pagamento con il pezzettino di plastica, tanto comodo per tutti noi.

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Errore gravissimo, drammatico: nessuno, tantomeno Draghi, ha pensato che si potesse trasformare l’Amministrazione Pubblica nel suo insieme in un mostro di efficienza che neanche la formidabile struttura della Banca d’Italia ce la farebbe (e poi la Banca d’Italia, che osa avere opinioni in economia e non solo sull’uso del contante, non piace a Meloni e ai suoi).

Il PNRR, con le maiuscole che mancano nel titolo di Repubblica, è un obiettivo da raggiungere, il traguardo per una corsa non sui 100 metri e neanche sui 1500, forse sui 5000, con un po’ di tempo per organizzarsi, definire strategia e tattica.

Seguo da vicino il Comune di Torino dove, guidati da dirigenti bravi o bravissimi, un gruppo di 300 giovani neoassunti, tutti con elevati livelli di preparazione, sta tenendo il passo degli impegni per il programma. L’Italia è lunga e segnata da differenze? Chi più, chi meno, si sono tutti messi in moto e questo, ne sono certo, era l’obiettivo vero del piano di Draghi.

Ops, è la parola piano che non piace, perché ricorda l’URSS? Si tranquillizzino gli inorriditi: l’URSS non c’è più e ci teniamo Putin, che è un amico del centro destra, o almeno lo stato per relazioni e sostegni vari. Luigi Einaudi, presidente della Repubblica dal 1948 al 1955, che non era esattamente un sovversivo, ci ha lasciato[1] l’annotazione che “Tutti, salvo gli imprevidenti e gli innocenti, fanno piani”.

Non buttiamo via il bambino con l’acqua sporca!"


Note [1] Di Ezio Vanoni e del suo piano, https://www.luigieinaudi.it/doc/di-ezio-vanoni-e-del-suo-piano/

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