top of page

La Stampa in vendita senza se e senza ma, aspettando il quando

Exor (famiglia Agnelli-Exor) ha avviato le trattative con un gruppo editoriale veneto


di Andrea Ciattaglia


ree

La notizia è nota, ma più che elaborazione del lutto, Torino preferisce la rimozione. Come per tante altre cose. La vendita del quotidiano torinese La Stampa – e di altre testate del Gruppo Gedi, a partire da Repubblica è prossima. Ed è nell'agenda della Exor, la finanziaria della famiglia Agnelli-Elkann, che nel bilancio di metà anno, lo scorso settembre, ha pubblicamente confermato la rotta degli investimenti futuri: lusso, sanità e tecnologia i settori su cui puntare; progressivo disimpegno, invece, da industria ed editoria. E non è una questione di «se», ma di «quando».

Secondo fonti interne alle testate del gruppo, entro fine anno il dossier La Stampa potrebbe far registrare un ulteriore passo avanti rispetto alle voci circolate nelle scorse settimane: le trattative con il gruppo Nord Est Multimedia (Nem), cordata di imprenditori veneti e friulani interessati all’acquisto e già proprietari di sette testate locali alienate da Gedi nel 2023, potrebbero imboccare la via della «due diligence» ufficiale, cioè della valutazione nel dettaglio dell’operazione con un accordo di massima sull’entità totale dell’operazione. Solo se la domanda e l’offerta dovessero essere molto lontane, la vendita potrebbe per ora sfumare, ma senza che Exor rinunci ai propositi di alienazione delle testate Gedi.

Giornalisti e lavoratori dell’azienda hanno denunciato il silenzio della proprietà sulle prospettive di vendita, il sindacato Stampa Subalpina ha definito «inaccettabile il rifiuto dei rappresentanti di Exor di incontrare le rappresentanze sindacali dei giornalisti che lavorano nelle testate del Gruppo Gedi». Comunicati stampa. Contestazioni formali. Manifestazioni di dissenso misurate. Appelli che sembrano caduti nel vuoto, come quello più “politico” rivolto dalla Stampa Subalpina alle «istituzioni di Torino, del Piemonte e del Paese di porre la massima attenzione all’operazione», anche sul fronte occupazionale e della possibile scomparsa di un editore di peso dal territorio piemontese.

Nove anni fa, era l’11 dicembre 2016, la città assistette forse impotente, sicuramente senza manifestazioni di protesta eclatanti, alla trasformazione di Exor in società olandese, e al trasferimento della sede legale da Torino ad Amsterdam. Poi il declino sempre più marcato di Mirafiori, le cessioni di storiche aziende del gruppo Fiat (Comau, Iveco) e la fusione nel gruppo Psa, un indotto sempre più in sofferenza che per sopravvivere ha dovuto legarsi a produttori d’oltralpe e anche così, si veda la vicenda Italdesign Giugiaro/Audi, non è bastato.

Come più recente anello di questa lunga catena, forse non c’è da stupirsi che il prospettato passaggio di mano di una delle ultime icone torinesi degli Agnelli non smuova opinione pubblica, politica, informazione e un’imprenditoria locale più finanziaria che produttivo-industriale, indifferente (quando non apertamente insofferente) ai legami territoriali e al destino della città.


Commenti


L'associazione

Montagne

Approfondisci la 

nostra storia

#laportadivetro

Posts Archive

ISCRIVITI
ALLA
NEWSLETTER

Thanks for submitting!

Nel rispetto dell'obbligo di informativa per enti senza scopo di lucro e imprese, relativo ai contributi pubblici di valore complessivo pari o superiore a 10.000,00, l'Associazione la Porta di Vetro APS dichiara di avere ricevuto nell’anno 2024 dal Consiglio Regionale del Piemonte un'erogazione-contributo pari a 13mila euro per la realizzazione della Mostra Fotografica "Ivo Saglietti - Lo sguardo nomade", ospitata presso il Museo del Risorgimento.

© 2022 by La Porta di Vetro

Proudly created by Steeme Comunication snc

LOGO STEEME COMUNICATION.PNG
bottom of page