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L'OPINIONE DELL'ESPERTO. Ucraina, il rischio illusione dei caccia F-16

di Michele Corrado*

Se ne parlava già dallo scorso anno. Richiesti ripetutamente a tutti i livelli, gli aerei da combattimento multiruolo F-16[1] sono considerati decisivi per la riuscita delle operazioni terrestri ucraine, ma non sono stati concessi nei tempi e nei numeri dovuti. Ora, è partito il programma di addestramento dei piloti ucraini, condotto in Danimarca ed Olanda.

Ma vediamo la necessità di questi velivoli. Il limite della capacità offensiva (ed è quella che ci vuole se si vogliono riconquistare i territori perduti), è la mancanza da parte ucraina di una componente aerea che possa permettere l’applicazione della Dottrina Nato per la condotta di Operazioni sia offensive che difensive.

Secondo tale Dottrina (di origine Usa), è impossibile concepire, organizzare e condurre, operazioni convenzionali su larga scala se non si dispone di una schiacciante superiorità aerea, generale o almeno locale, sul settore dove si vuole realizzare la penetrazione decisiva delle proprie Forze corazzate.

Ricordiamo le operazioni aeree condotte durante la guerra in Iraq del 1991. Dopo settimane di “ammorbidimento” delle posizioni difensive irachene e la quasi completa distruzione dalla sua aviazione militare, a terra, si ebbe l’inizio della penetrazione delle Forze terrestri della Coalizione che, con una “passeggiata” di un paio di giorni, conseguirono tutti gli obiettivi assegnati e con perdite insignificanti.

Finché gli ucraini non disporranno di tali Forze aeree, nel numero e della qualità necessaria non potranno intraprendere Operazioni Offensive, anche solo locali, per eseguire penetrazioni significative all’interno degli schieramenti difensivi russi.


Appena 8 i piloti ucraini che parlano inglese

Da quanto dichiarato da fonti ufficiali americane, vista la disponibilità a fornire gli F16, resta da risolvere un altro aspetto fondamentale, i piloti. Si è dichiarato che, allo stato attuale, sono appena otto i piloti ucraini con l’adeguato livello di lingua inglese idonei ad iniziare i corsi di abilitazione; mentre altri venti, stanno completando i corsi linguistici necessari.

Quindi, si può ragionevolmente ritenere che, se non ci saranno contrattempi, le Forze aeree ucraine disporranno di 28 piloti “combat ready”, per il prossimo Natale; numero molto lontano dalle centinaia che sarebbero necessarie visto il livello di capacità dell’avversario.

Va poi compreso quanti velivoli verranno ceduti all’Ucraina, potendo ritenere che, almeno inizialmente, non potranno essere meno di trenta per quanto detto prima, per valutare anche il livello di capacità raggiunto dagli ucraini nell’impiego del supporto aereo delle Operazioni terrestri.

Per aumentare il numero dei piloti, nella prospettiva che le Forze aeree ucraine ne dispongano in quantità dovuta, sarà necessario attendere almeno un altro anno.

Con queste premesse, gli ucraini - non ultimo l'Occidente che li sostiene - dovranno temporeggiare (se tutto va per il meglio), fino a settembre del prossimo anno per poter vedere se tutto questo programma avrà portato gli ucraini a disporre di Forze aeree idonee a supportare efficacemente azioni offensive terrestri, ancorché locali. Va poi aggiunto che resta per loro impossibile distruggere velivoli russi a terra nei loro aeroporti, dislocati ben oltre la frontiera ed all’interno di un ombrello di difesa aerea pressoché impenetrabile.

Gli F-16 dovrebbero fornire, almeno qualitativamente, una superiorità aerea attualmente assente che consenta alle Forze corazzate terrestri (equipaggiate ed addestrate secondo la Dottrina Nato), di esprimere quelle capacità attualmente negate dalla contingenza delle azioni. Una situazione con cui Usa ed Europa dovranno convivere a lungo, rassegnati a fornire quei supporti finanziari indispensabili per alimentare lo sforzo bellico di Kiev per contrastare la Russia, di cui non si intravvede ancora neppure l'inizio della fine.


Note



* Col. in Ausiliaria Esercito Italiano

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