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L'OPINIONE DELL'ESPERTO. In Ucraina, l'estate sta finendo...

di Michele Corrado*

Con la fine dell’estate, anche se pare che ci possa essere un ottobre molto più mite del solito, vengono a mancare le condizioni ideali per la conduzione di operazioni offensive, in particolare sul terreno ucraino che ha caratteristiche proprie, ideale per la conduzione di operazioni con unità corazzate, ma di contro impraticabile quando piove. Questo sia da un punto di vista dottrinale, ma anche storico, considerando il Teatro di Operazione che coincide, storicamente, con territori prima zaristi e poi sovietici. In tali territori, nessuno è mai riuscito a condurre una penetrazione continua e stabile negli ultimi due secoli, dalla Grande Armata di Napoleone, alle truppe dell’Asse nella Seconda guerra Mondiale, e sempre per aver incontrato e sottovalutato le condizioni climatiche di quei territori anteposti ai monti Urali.

Questa introduzione per dire che i fattori di riferimento che sono a premessa della pianificazione e conduzione di una qualsiasi operazione militare sono il terreno sul quale si svolge e le condizioni meteo che vi insistono durante il suo svolgimento.

Per gli ucraini il tempo sta finendo ed anche se vi fosse un improvviso cedimento di un settore difensivo russo non vi sarebbero le condizioni per sfruttare tale situazione favorevole e consolidarsi in vista dell’inverno; questo quanto più estesa e profonda possa essere la penetrazione.

I motivi che stanno determinando una contro-offensiva dai modesti risultati, secondo le nostre aspettative, sono state già accennati in precedenti articoli; ora vediamo di contestualizzarli.

Il primo e fondamentale aspetto è quello delle presunte capacità militari ucraine. Passare da un apparato militare tale solo di nome a voler guerreggiare, con aspettative di vittoria, contro una “grande potenza” nello spazio di pochi mesi è perlomeno presuntuoso, nella pratica irrealistico.

Il secondo aspetto è il morale delle truppe ucraine e della popolazione che le sostiene; morale alto e supporto costante, ma è impossibile pensare che possa sostituire capacità tecnologiche e organizzazioni complesse come quelle della Russia.

Vi sono poi aspetti militari specifici come le capacità aeree e di difesa aerea, dove gli ucraini, indipendentemente dai mezzi che riceveranno, avranno bisogno di anni prima che riescano ad essere “competitivi”. E ciò fa apparire all'opinione pubblica mondiale, nonostante la presenza del presidente Zelensky all'Onu, avventato, per non dire sospetto e fuori tempo massimo, il martellamento di richieste d'invio di aerei da combattimento F-16. Guerreggiare per mezzo di altri, inoltre, come fa l'Occidente dal 22 febbraio 2022, non ha mai prodotto risultati apprezzabili. Irak e Afghanistan docet. E lo stesso Zelensky non aiuta ad accrescere il consenso nell'opinione pubblica con i suoi reiterati catastrofismi di guerra perduta se non si aumenta lo sforzo bellico, cioè i rifornimenti dell'Occidente, senza che si conceda uno spiraglio all'idea di una trattativa, allo stato attuale dei risultati al fronte.

Se si vuole essere realistici, bisogna riconoscere che gli ucraini hanno fatto uno sforzo immane per riuscire a rovesciare un stato di situazione dove, da operazioni difensive limitate sono passati ad esprimere capacità offensive locali, riconquistando parti di territorio senza alcun supporto aereo od aeromobile (elicotteri). Anche se va ricordato che i russi hanno posto particolare impegno per condurre una campagna militare di invasione di un paese sovrano nel disprezzo assoluto dei principi di base dell’Arte della Guerra, e soltanto negli ultimi mesi si stanno, dottrinalmente, riallineando.

Visto questo quadro di situazione, appare irragionevole pensare che le operazioni termineranno a breve. Il presidente Usa Biden ha rinnovato il proprio appoggio economico all’Ucraina, circa 300 milioni di dollari, ma il Congresso americano non è più così unito, e sembra più restio a seguire la Casa Bianca su questa strada, con i repubblicani che rumoreggiano sull'incremento del debito pubblico in previsione della scadenza elettorale del prossimo anno che si preannunciano estremamente divisive per gli Stati Uniti. Per contrasto, l'annunciato tracollo politico-economico russo non è avvenuto e, notizia di ieri, 21 settembre, le tensioni sul mercato del grano hanno raffreddato anche le relazioni tra Kiev e Varsavia, con quest'ultima indisponibile a fornire nuove armi.

Come già ampiamente ricordato, a meno di sommovimenti eversivi interni, in un conflitto di questo tipo e dimensione sono i risultati del campo di battaglia a prospettare un negoziato, e non viceversa.



* Col. in Ausiliaria Esercito Italiano

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