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Il blitz all'alba contro gli aceri della discordia: il quartiere Vanchiglietta s'interroga  

Aggiornamento: 8 feb

di Aida dell'Oglio*


Ieri, martedì 6 febbraio, è una data che molti residenti del quartiere Vanchiglietta non potranno mai dimenticare. Se non altro per essere stati costretti, una volta in strada per raggiungere il posto di lavoro, a lunghe deviazioni dal percorso per l'inconsueto e massiccio blocco delle forze dell'ordine. Altri, invece, per aver assistito all'abbattimento - un autentico blitz notturno - dei primi diciassette aceri individuati dagli esperti dell'amministrazione comunale, effetto dei rilievi operati tra la fine di dicembre e la prima settimana di gennaio. Li avevamo visti girare con in mano un martelletto e una sorta di punteruolo. Cittadini e chi fa parte del Comitato sorto la scorsa estate per difendere gli aceri non si sono allarmati, fino a quando non sono stati visti scortecciare qua e là gli aceri. Richiesti di fornire spiegazioni su questo particolare, non ne hanno fornita alcuna, permettendo a tutti quelli che scrivevano allarmati, di formulare qualunque ipotesi, nonostante si attenda l'esito di un ricorso presentato al Tribunale di Torino.[1] Ma il Comune ha fretta e il blitz operato dall'Assessorato al verde lo dimostra. Così, sulla base della ricognizione di cui sopra, gli esperti hanno individuato 17 aceri in condizioni tali da costituire imminente pericolo di crollo e quindi grave rischio per i cittadini. Ciò ha permesso all'Amministrazione di baipassare il giudizio del Giudice. E a nulla sono valse le richieste dei residenti che i due agronomi, nominati rispettivamente dal Comitato e dal Comune, potessero effettuare una perizia congiunta.[2]


La città di Torino ha respinto la proposta che si mettesse in dubbio la professionalità dei suoi esperti agronomi e ha ribadito la volontà di procedere agli abbattimenti, senza neppure preavviso tramite segnalazioni stradali 48 ore prima , come prevede la legge, con le macchine parcheggiate proprio sotto gli alberi, dalle 4,30 del mattino gli operai hanno proceduto al taglio. Alcuni abitanti del grande condominio alle spalle degli aceri, sono stati bruscamente svegliati verso le ore sei dal citofono attraverso il quale una voce li invitava a scendere in strada a togliere le auto, per “lavori urgenti” da effettuare. Dunque, una vicenda assai triste, anche per il metodo, oltre che nel merito. Nell'uno e nell'altro caso, a colpire è l'intransigenza a rifiutare il dialogo, dimenticando che la sostanziale unità delle creature viventi: esseri umani, specie vegetali, specie animali, vivono profondamente questo sentimento di unità e di rapporto vero con la natura. Un pensiero sostenuto da eminenti scienziati e filosofi.





Ci saremmo aspettati che, di fronte all'evidenza di un Progetto sulla “riqualificazione ambientale” totalmente errato, e quindi rifiutato da migliaia di cittadini, l'Amministrazione mostrasse l'intelligenza umana e forse anche l'opportunità politica, di rivederlo, magari assieme alla collettività.

E' ancora oltremodo sconfortante, perché induce tristi pensieri sull'evoluzione della nostra democrazia, dopo aver visto schierati attorno alle barriere che hanno bloccato il traffico cittadino fino a tarda mattinata, centinaia di operatori delle forze dell'ordine, quasi si dovesse o fronteggiare o sedare una sommossa popolare.

Orribile la visione di quei tre tronchi rimasti, sui quali sarebbe opportuno che tutti gli “esperti” della città venissero ad esprimere la loro opinione.


* Comitato "Salviamo gli alberi di corso Belgio"


Note


[2] Nella precedente versione sono stati citati erroneamente i nomi dei due agronomi. Ce ne scusiamo con i lettori.




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