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"Corso Belgio: proviamo a non rinchiuderci nel Palazzo"


di Claudio Cerrato*

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L'articolo di Aida dall'Oglio con cui ha denunciato un problema avvertito dal quartiere "Vanchiglietta" e che ha nel Comitato "Salviamo gli alberi di corso Belgio" un interlocutore della giunta comunale, non poteva che suscitare una serie di riflessioni che deriva, in primo luogo, dalla rilevanza che assume la questione trattata per la collettività e il governo della città. Del resto, il dovere del buon amministratore è quello di fare il bene dei propri concittadini con lungimiranza, cioè pensare, progettare e realizzare interventi con lo sguardo rivolto alle prossime generazioni e non limitarsi al tornaconto elettorale di breve respiro ed alla contingenza del mandato. Dopodiché questa pratica si deve conciliare con il necessario consenso e condivisione con il territorio per dare stabilità e continuità alle politiche che si vogliono attuare.

Ma, la difficoltà a conciliare queste esigenze emerge sempre più forte quando bisogna far atterrare interventi di mobilità attiva come le piste ciclabili o di gestione ecologica come il ciclo rifiuti o ancora come la pulizia delle sponde fluviale e le ripiantumazioni.

Un esempio che considererei virtuoso è quello dell'ampio intervento nel quartiere Basso San Donato. In questo contesto, dove un borgo operaio si è svuotato dei suoi originari abitanti ed è stato rivitalizzato da una più giovane popolazione di famiglie di migranti di seconda generazione, sì è deciso di intervenire portando la raccolta differenziata con eco-isole e soprattutto con una ampia realizzazione di ridisegno della mobilità e di qualificazione dello spazio pubblico. Il percorso è stato lungo, partito con la partecipazione ad un bando che prevedeva la progettazione di un incrocio e di una pedonalizzazione davanti ad una scuola materna, ma che permetteva il finanziamento del solo incrocio.

Da questo primo nucleo ideale si è iniziato a ragionare su tutto il quartiere, su come rendere la viabilità più sicura, e quindi più lenta, su come ridisegnare corso Umbria (nelle foto, prima e dopo), che vedeva ormai molti alberi mancanti e auto parcheggiate più o meno ovunque. Con la scuola materna, con gli esercenti e gli abitanti che si sono resi disponibili, si è partiti immaginando spazi pedonali, allargando marciapiedi, piste ciclabili e piantumando alberi anche dove non erano mai stati immaginati.

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Si è data molta attenzione anche alla de-pavimentazione, laddove possibile si è eliminata superficie impermeabile, dando spazio a terra e verde, facendo respirare le radici degli alberi che prima erano costrette in un area libera dal parcheggio delle auto di appena 60 cm. Un’intera banchina in piazza Umbria è diventata un’alberata prima inesistente e di fronte un’intera area di fronte alla scuola materna Aporti Gastaldi è diventata una piazza con del verde. Interventi fondamentali sia per combattere le isole di calore estive, sia per rivalutare qualitativamente l’intero quartiere.

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In altre parole un quartiere migliorato nella sua vivibilità, dove andare a piedi ed in bicicletta, dove valorizzare la presenza del commercio di vicinato, ripensando completamente gli spazio di marciapiedi e incroci. Con i fondi React e Pnrr si è finalmente arrivati alla realizzazione, non senza criticità o problematiche. La riduzione dei posti auto e gli interventi per ridurre la velocità non sono stati apprezzati da tutti i cittadini, ma anche la questione della tipologia di piante ha creato discussioni.

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Quest’ultima tematica è quella su cui più avevamo spinto ma senza successo, sono convinto che se avessimo utilizzato degli alberi più adulti e di diametro maggiore l'intervento sarebbe stato ancora più apprezzato e anche in altre zone della città, penso a corso Belgio, le cose sarebbero state più semplici. Il percorso fatto di assemblee, riunioni, volantini e locandine non è stato breve e sicuramente faticoso perché si è appoggiato principalmente sugli amministratori della Circoscrizione, su singoli funzionari comunali e abitanti volontari.

Queste ultime considerazioni mi fanno pensare che l'inesistenza di personale dedicato alla coprogettazione ed alla partecipazione portano a frizioni e tensioni quando non si riesce a sopperire con altre risorse a queste mancanze. Che bisogna strutturare il Comune e ancora di più le Circoscrizioni di personale formato in maniera specifica e prevedere che una quota dei costi degli interventi vada a coprire questa esigenza. La necessità di coinvolgimento sta ritornando come in decenni ormai lontani, come sono lontane le strutture, quali i partiti, che mediavano e costruivano comunità. Bisogna istituzionalmente strutturarsi per rispondere a questa rinnovata volontà dei nostri concittadini di essere partecipanti attivi e non rinchiudersi a palazzo.


*Consigliere comunale Pd - Presidente della VI^ Commissione del Consiglio comunale competente nelle materie Ecologia, Ambiente e Verde Pubblico.



Note


[1] Torino, non c'è pace... tra gli aceri di corso Belgio in https://www.laportadivetro.com/post/torino-non-c-è-pace-tra-gli-aceri-di-corso-belgio


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