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Guerra Israele-Iran: ripreso lo "scambio" missilistico

  • Vice
  • 22 giu
  • Tempo di lettura: 3 min

di Vice

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Aerei da combattimento israeliani colpiscono l'Iran occidentale. Intercettato un drone diretto verso Eilat, prima dell'ingresso in territorio israeliano. L'IDF colpisce i siti di infrastrutture militari a Kermanshah in Iran. Sono questi i titoli sui principali quotidiani israeliani di oggi, da Haaretz a The Jerusalem Post, da Maariv a Israelhayom, il cui collante non poteva che essere il plauso a Trump per l'operazione Martello. Nello specifico, i lettori sono informati di un missile balistico proveniente dall'Iran, ma i media iraniani affermano che l'arma è stata sparata dallo Yemen. La guerra portata in Iran racconta di esplosioni udite anche nella capitale iraniana, Teheran, mentre le difese aeree sono state attivate anche nelle città di Karaj, Shiraz e Tabriz durante la notte. L'informazione iraniana afferma che un drone israeliano ha colpito un'ambulanza nell'Iran centrale, uccidendo tre persone, tra cui l'autista e un paziente. Un altro attacco israeliano ha ucciso sanato una madre e il suo bambino di sei anni.

Secondo i media israeliani, dalla notte di venerdì, primo attacco lanciato da Tel Aviv, l'Iran ha perso il 60 per cento dei suoi lanciatori, il comando superiore è stato eliminato e il proxy è stato completamente paralizzato. I bombardamenti avrebbero distrutto 30 anni di costruzione e mandato in fumo centinaia di miliardi di dollari.


Media iraniani: il sito Fordow è rimasto intatto

Sospese le informazioni dell'agenzia di Stato Irna e di altre testate, è il Tehran Times a contrastare le versioni Usa e israeliane. "I suoi attacchi a Fordow erano nuovi - scrive il quotidiano iraniano - ma i risultati non lo erano. Le immagini satellitari mostrano che solo un'entrata e un'uscita, delle cinque esistenti, sono state danneggiate. Il sito principale stesso – sepolto a decine di metri sottoterra e protetto da una montagna – rimane intatto". Il contrasto alle affermazioni del presidente Donald Trump che ha parlato di "spettacolare successo militare" è ribadito da un altro versante, attraverso l'analisi di un importante centro studi americano, l'Atlantic Council, che "dipinge un quadro molto più complesso e contraddittorio", che non esclude "ora è la mossa dell'Iran" e delinea "due percorsi di risposta: ritorsione limitata o escalation più ampia", all'interno di una capacità militare "degradata, ma tutt'altro che estinta", contrariamente alla narrativa di Washington e, si puà aggiungere di Tel Aviv. Atlantic Council, riferisce sempre Tehran Times, si dice preoccupata che "Teheran possa contrattaccare per evitare di apparire debole" riaffermando "ciò che i leader iraniani hanno a lungo sostenuto: la loro posizione è difensiva e radicata nella dignità nazionale". Conseguente avvertimento ai naviganti: la crisi "potrebbe portare a una guerra regionale" rivela i timori occidentali di conseguenze indesiderate derivanti dall'eccesso. Seguono una serie di dichiarazioni di numerosi esperti di politica internazionali americani e diplomatici.


Israelhayom in controtendenza

Sui timori di una escalation militare incontrollata, e soprattutto sugli effetti reali del bombardamento sui siti nucleari iraniani, si segnala l'analisi del quotidiano Israelhayom, che mette in guardia dal successo dell'attacco degli Stati Uniti all'Iran, successo che ha aperto uno scenario di guerra ricco di maggiori complicazioni. L'Iran, scrive Israelhayom "sta perdendo beni preziosi, ma Israele è immobilizzato da oltre una settimana, con l'incertezza su quanto tempo potrà resistere". Tuttavia l'attacco americano agli impianti nucleari iraniani, continua l'articolo, se "fa avanzare l'obiettivo primario di Israele in questa campagna – paralizzare il programma nucleare iraniano – non segnala ancora la fine del conflitto". Saranno necessari, infatti, "ulteriori passi militari e diplomatici, anche se i primi segnali di questi stanno solo iniziando ad emergere. Nello specifico, ricorda Israelhayom "il presidente Donald Trump ha rapidamente postato sui social media che "Fordow se n'è andato" e il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha annunciato: "Abbiamo distrutto il programma nucleare iraniano". Ma altre fonti, compresi i funzionari israeliani, sono state più caute, osservando che ci vorrà del tempo per analizzare a fondo l'impatto dell'attacco e l'entità del danno alle capacità nucleari dell'Iran. Questa cautela deriva in parte dalle notizie secondo cui l'Iran ha evacuato l'uranio altamente arricchito e le attrezzature sensibili dall'impianto di Fordo in un luogo sconosciuto prima dell'attacco".

Soltanto cautela o un pre-invito a riprendere la via dei bombardamenti?


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