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ELEZIONI 2022 - Ha vinto la destra non la dittatura, ma attenzione...

di Pietro Terna


Ieri sera, 25 settembre, alle 23 e 12, ho lanciato[1] il tweet: “Bertolt Brecht - La resistibile ascesa di Arturo Ui[2] – Se trovo chi non ha voluto il campo largo…”. Vidi la pièce di Brecht nel 1962, allestimento[3] del Teatro Stabile, con regia e attori straordinari. Avevo 18 anni e mi pareva che quegli eventi, così vicini a me nato nel 1944, fossero remotissimi.


Nel 1964, all’Università di Torino, ascoltavo a lezione il professor Giuseppino Treves, ordinario di Diritto pubblico – materia che a Economia e Commercio comprendeva anche Diritto costituzionale – colpito[4] dalle leggi razziali: con la sua straordinaria mitezza e un briciolo di ironia, spiegava che la Costituzione italiana (nessuno allora diceva che fosse la “più bella del mondo”) contiene sì molti opportuni istituti a difesa della democrazia, ma… chi ha la forza e i cannoni… Anche in quel caso, i fatti a monte di quelle considerazioni mi parevano remotissimi. Beata gioventù.


Oggi La Stampa titola a tutta pagina “L’Italia va a destra”; all’abituale simpatico giornalaio ho chiesto se ne avesse una edizione con la prima pagina diversa e mi ha risposto che l’aveva richiesta, ma niente da fare, aggiungendo: “… ma non ricordano nulla”? Non ricordano o ritengono che il passato, ora più lontano di quello dei due episodi citati sopra, siamo ultra remoto.


Purtroppo gli slogan sono sempre gli stessi. Un artigiano venuto sabato, giorno prima delle elezioni, per un lavoro, mi ha detto che per forza avrebbe vinto la destra: va tutto a rotoli e c’è bisogno di qualcuno che ci faccia stare in ordine… In coda a votare, dietro di me l’esclamazione “andiamo a fare ‘sta pagliacciata”. Intanto la vincitrice Giorgia Meloni ha dimostrato di essere una “vera statista” con un post il giorno delle elezioni, violando il silenzio elettorato: il contenuto mi ha lasciato esterrefatto! Ne sconsiglio la visione, ma in ogni caso, a vostro rischio e pericolo, si trova[5] online.


Che cosa possiamo fare? Prima di tutto esercitare il diritto di critica e di denuncia, sempre e ora con maggior vigore. Nel mio piccolissimo l’ho fatto twittando[6] in campagna elettorale con il titolo “Ma volete proprio votare per questi?” ora mutato in “Ma avete proprio votato per questi”? Invito tutti a fare altrettanto, dobbiamo dissipare il fumo che ha annebbiato chi ha votato per i meloni. Ascoltiamo questa meravigliosa versione di Smoke Gets in Your Eyes con al piano solo l’inarrivabile[7] Thelonious Monk.

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