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Dalle visioni Usa di Hegseth al concetto di sicurezza in Italia

di Michele Corrado


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Come riportano le agenzie di tutto il mondo, nel pomeriggio di oggi, 30 settembre, il capo del Pentagono, Pete Hegseth, ha affermato nel suo intervento a Quantico, davanti a centinaia di generali e ammiragli americani che "Il nostro compito è prepararsi alla guerra e vincerla". Non sono frasi incoraggianti per la convivenza civile, soprattutto per l'esplicita ammissione che "Pace attraverso la guerra", necessaria per rispondere a un momento storico cruciale, ha aggiunto Hegseth.

Frasi, però, che non sono state digerite al meglio negli ambienti militari. A rivelarlo è il Washington Post, secondo cui il capo dello stato maggiore congiunto, generale Dan Caine, ritiene il piano «miope e potenzialmente irrilevante, dato l’approccio altamente personale e talvolta contraddittorio di Donald Trump alla politica estera. In particolare, ha osservato il quotidiano, le critiche del generale si sono appuntate sull’enfasi data alle minacce interne, tralasciando gli scenari internazionali. Per Hegseth, infatti, "leader politici sciocchi e sconsiderati hanno impostato la bussola sbagliata", ne consegue che gli Usa devono cancellare "decenni di declino".  

Ora, se Hegseth rilancia ulteriormente il concetto di sicurezza per gli Usa, diventa per l'Europa e per l'Italia, in particolare, riprendere la riflessione sul concetto medesimo. Magari da un'altra angolazione, comunque la questione si pone poiché si esce da anni in cui lo si è vagheggiato, mentre le funzioni per le Forze Armate, che tale concetto avrebbero dovuto esprimere, risultava sempre fumoso ed indecifrabile. Nel tempo si è poi rafforzata l’idea dell’inutilità dei Corpi militari e la decisione di procedere ad una graduale riduzione rappresentando una voce di spesa da destinare ad altre necessità. Se non fosse stata l’adesione alla Nato, con relative contribuzioni, l'Italia era prossima a sopprimere il cosiddetto Comparto Difesa e con il rischio di ridurre le prospettive di industrie collegate.

Poi sono accaduti alcuni “scompensi” internazionali, come il conflitto ucraino, che hanno precipitosamente riportato alla mente le caratteristiche di un mondo contemporaneo sempre più in rapida evoluzione e dipendente dal concetto di sicurezza.

Si sta scoprendo il significato di questo termine che ci consente di vivere il nostro quotidiano come pensiamo sia meglio. La possibilità di alzarsi la mattina ed andare a prendere un caffè al bar senza avere una scorta personale armata e senza indossare indumenti protettivi da un semplice esempio di quella che può essere un tipo di sicurezza individuale in un ambiente quotidiano che non lo assicura.

Se poi consideriamo questo aspetto a livello statuale, si scopre che si possono perdere intere giornate in un qualsiasi aeroporto solo perché qualche buontempone o un Paese straniero ha deciso di disturbare con gli ormai famosi droni lo spazio aereo dello scalo. Si scopre che volare potrebbe non essere la maniera più sicura per spostarsi e molti dei nostri progetti andrebbero rivisti.

Anche chi va per mare sta scoprendo che non si può andare dove si vuole e pretendere che tutto vada a buon fine e che il nostro Paese ci protegga adeguatamente ed incessantemente.

Il Sistema Difesa di una nazione è quanto di più avanzato e sofisticato si possa organizzare e gestire; gli Stati Uniti e la Svizzera ne sono due esempi opposti ma simili. Chi non ha queste capacità deve rassegnarsi a subire le influenze straniere o stringere alleanze non particolarmente vantaggiose. In tutti i sensi. Anche da parte di chi si dice "amico".

La posizione fisica poi del territorio di ogni singolo Paese ne determina il ruolo e le potenziali minacce alle quali può essere esposto. Vi è differenza fra l’Italia ed il Buthan, differenza in particolare nella appetibilità e facilità di azioni ostili di qualsiasi natura. Essendo la nostra una penisola è facile essere esposti ad azioni difficilmente gestibili e facilmente provenienti dal mare.

Per questi aspetti caratteristici ed impossibili da cambiare risulta fondamentale avere una capacità di contrasto di tipo aero navale diffusa non sulle coste ma a distanza, perché la sicurezza è funzione dalla distanza e la minaccia deve, se si vuole vivere tranquilli, essere gestita il più lontano possibile dal proprio territorio.

Per fare questo è necessario disporre di tecnologie sofisticate, avanzate ed in continua evoluzione; ma in particolare, di propria produzione, perché in materia di sicurezza ci sono due aspetti che non è possibile acquistare: l’intelligence e la tecnologia avanzata. Che sono i due spetti fondamentali per permettersi un tranquillo quotidiano a dispetto di chiunque voglia arrecarci un qualsiasi disturbo.

Il Sistema Difesa ed il comparto industriale ad esso collegato non rappresentano inutili accessori di un sistema Paese ma l’essenza del Paese stesso, come ad esempio negli Stati Uniti od in Svizzera. Chi non può rimane in balia di attori internazionali che possono decidere se e quanto sia di interesse una entità nazionale indifesa o parzialmente indifesa.

Poi c’è la Nato, ma l’Alleanza Atlantica, avamposto di sicurezza americano, è tale in funzione dell’impegno dei singoli Paesi in base alle loro capacità. E l’Italia di risorse ne ha di concrete e molteplici, ma bisogna svilupparle e renderle disponibili anche quando ci si riferisce a quelle umane.

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