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Da Patto a "Pacco", il Mes versione governo Meloni

Aggiornamento: 23 dic 2023

di Galeno


Tra il mio II secolo e il XXI dei colleghi che mi consultano per cercare di capire che cosa accade ai loro ammalati, le comunicazioni non sono sempre facili. Ancor più difficili se il malato è uno Stato. Mi occupavo di salassi, non di finanze pubbliche, salvo l’inutile tentativo di trovare i fondi per costruire un tempio dedicato a Asclepio, ma è una storia che ho già raccontato.

I colleghi mi hanno cercato via Instagram – chissà che strumento è… i giovani medici lo usano – per un consulto al letto di un paziente che soffre di deficit dei conti pubblici ed è oppresso da così tanti debiti che è difficile immaginarli. Mi hanno chiesto che cosa penso di una cura che si chiama Patto di stabilità e di un’altra che si chiama MES. Da quel che ho capito, il primo è una specie di impacco caldo da applicare allo stomaco, ops, scusate, al deficit, per rallentare la produzione di nuovi debiti e anche per trovare nuovi creditori che imprestino sesterzi (con le dracme si è già dato anni fa...) all’ammalato; il secondo è una specie di antibiotico – ho seguito dei corsi online e mi sono aggiornato – da tenere di riserva se l’impacco non dà buoni risultati.

Al MES (Meccanismo Europeo di Stabilità, che si applica anche a difesa dei risparmiatori in caso di crisi bancarie) sono favorevoli tutti gli europei, tranne quella parte degli italiani che ora governa e che con il veto può bloccarlo contro tutti gli altri. Voialtri italiani del XXI secolo siete abituati a tenere tutti col fiato sospeso e mentre negoziavate il Patto, ottenendo qualche successo temporaneo, il governo faceva intendere che del MES si sarebbe occupato solo dopo, rinviando ancora la decisione.

Il 21 dicembre il Patto è stato concordato dai ministri dell’economia riuniti nell’ECOFIN che, usando parole che un povero cittadino romano del II secolo possa capire, hanno assicurato a tutti che sino al 2027 si va avanti così come ora e solo successivamente si applicheranno regole più severe di riduzione del deficit. Prima di quel momento, qualcosa accadrà…

Sorpresa: lo stesso giorno la Camera dei deputati (a Roma avevamo il Senato) ha bocciato il MES, che stava lì sospeso per capire quanto si sarebbe ottenuto dal Patto. Che cosa è successo? I governanti italiani sono cascati nella trappola dell’opposizione che è riuscita a mandare al voto l’approvazione del MES. La scelta di Lega e Fratelli d’Italia è stata di votare contro, mentre altri gruppi di senatori, scusate, deputati, votavano a favore o contro assai caoticamente. I partiti che hanno provocato la votazione, certo, hanno votato a favore, ma come minoranza. Mancano gli imperatori dei miei tempi: i senatori disobbedienti li mandavano a morte, con il pretesto di congiure più o meno immaginarie! Mi hanno detto di una riforma costituzionale in cantiere: che sia per quello?

Mi hanno anche detto che nella Gallia Belgica sono furibondi con Roma; che uno statista dei vostri, mi pare Salini o Salieri, ma forse quello era il nemico di Mozart, giubila perché “i soldi dei pensionati non serviranno a salvare le banche straniere”; che un ex imperatore, ops, presidente del consiglio, tale Mario Mari (o Monti?) ha scritto che Meloni (ma chi è?) può spiegare che non è stata lei a fare la frittata, ma quei cattivacci dei senatori congiurati. Niente di nuovo, direi. Dimenticavo, il patto è diventato un pacco.

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