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Continua la mobilitazione del Comitato "Salviamo gli alberi di corso Belgio"

di Aida dell'Oglio*

"Presidio ad oltranza": è quanto ha deciso il Comitato “Salviamo gli alberi di corso Belgio” al termine dell'assemblea di giovedì sera, 10 agosto, seguito dell'incontro con l'amministrazione comunale di Torino.[1] Un incontro giudicato inconcludente, peraltro aggravato dalle intenzioni manifestate dal Comune di procedere alla potatura di alcuni aceri.

Ma, a volerla dire tutta, non c'erano grandi aspettative sull'incontro espressamente richiesto dall'assessore al Verde Francesco Tresso, con telefonata privata, al portavoce del Comitato “Salviamo gli alberi di corso Belgio”, Roberto Accornero. Doveva svolgersi a fine luglio, ma l'Assessore ha espressamente chiesto di rimandarlo al 9 agosto.


Cronaca di un incontro definito "inutile"

Già all'atto della richiesta l'Assessore aveva posto dei limiti: solo due rappresentanti del Comitato, mentre al tavolo della discussione ci sarebbe stato l'intero staff consiliare; esclusa la presenza dell'avvocato, al quale avevamo richiesto di partecipare in quanto membro del Comitato insieme con quelle di esperti di ambiente e di botanica riconosciuti sul piano internazionale, forse sospettati di essere prevenuti nei confronti dell'amministrazione comunale.

Il Comitato ha faticato ad ottenere che fossero quattro i rappresentanti del quartiere Vanchiglia, tutti tecnici e professionisti esperti nei vari settori pertinenti all'argomento. Lunghe sono state le discussioni dei giorni precedenti, motivate dalle perplessità suscitate da questo invito alquanto anomalo. Non era chiaro il significato da attribuire all'incontro: un ibrido tra l'invito personale ad un incontro informale e la scelta della sede: i locali comunali di via Corte d'Appello 16, che sembrava dargli il tono e il carattere di un incontro istituzionale. Pertanto molti di noi avrebbero preferito declinarlo, sospettando qualche manovra. Alla mente correva la divinazione che nell'Eneide Virgilio fa pronunciare all'inascoltato Laocoonte, per dissuadere i Troiani dall'accogliere il cavallo di legno lasciato sulla spiaggia: timeo Danaos et dona ferentes, Temo i Danai, anche quando recano doni.

Né erano sembrate di buon auspicio le dichiarazioni fatte nei giorni successivi all'invito, dall'assessore Tresso e dal presidente della 7a Circoscrizione, Luca Deri[2], in occasione di cerimonie pubbliche apparse su quotidiani o su Facebook, testate giornalistiche on-line, tutte ondeggianti tra la “concessione “di limitare” l'esperimento a piccoli tratti di corso Belgio, senza sacrificare gli alberi sani, in nome della “riqualificazione ambientale”, alla riconferma, in termini perentori, del piano primigenio: l'abbattimento di tutti gli aceri.

Che ci fosse o meno una concertazione volta a confondere i cittadini, non è dato saperlo. Tranne che in più occasioni l'uno smentiva l'altro. Tuttavia, ognuno di noi ha sperato che da questo incontro potesse emergere almeno un chiarimento.

Il ricorso al Tribunale di Torino

Eccoci quindi su via Corte d'appello, alle tre del pomeriggio di mercoledì scorso agosto, pronti a sostenere moralmente i quattro delegati con la nostra presenza silenziosa, muniti di artistici cartelli che esprimono il senso della nostra protesta. Ma del chiarimento neppure l'ombra, di impegni neppure a parlarne. L'assessorato ha ribadito che il Progetto è quanto di meglio si potesse immaginare e che sarà comunque realizzato.

Alla reiterata richiesta di non abbattere gli alberi sani, ma di completare l'alberata che, nel tempo, ha già subito la perdita di circa 150 elementi, per motivi vari, non è stata data risposta, se non quella che si tornerà, eventualmente a discuterne, dopo che ci sarà stata la decisione del Giudice del Tribunale di Torino, presso il quale una quarantina di residenti di corso Belgio hanno presentato ricorso.

I nostri amministratori ritengono irrilevanti e non degni di considerazione i numerosi e negativi effetti ambientali e sanitari conseguenti al massiccio abbattimento esposti dal medico, dott. Stella, in una relazione controfirmata da molti medici di base del quartiere, né la sapiente relazione di un privato cittadino, esperto nella lettura e nella decifrazione i dati tecnici relativi alla salute degli alberi. Infine, l'amministrazione comunale ha opposto un netto rifiuto alla richiesta di poter esaminare le VTA (Valutazione della stabilità di un albero visiva e strumentale su basi bio meccaniche), non solo di corso Belgio, ma anche di molte delle zone in cui si sta procedendo a tagli o si progettano, giudicando ”vessatoria” la richiesta stessa.

Nel frattempo però la motosega continua a distruggere centinaia di alberi cittadini. Il richiamo doveroso è a corso Tazzoli, recentemente privato dei suoi grandi e ombrosi carpini.

Che fare?, se non proseguire la mobilitazione che ha segnato, per la cronaca, alcuni punti a favore del Comitato; in primo luogo, la rete di informazioni e contatti che si è creata con altre zone della città per la salvaguardia del verde, cui è seguita l'eco prodotta dalla protesta che si è allargata anche ad altre aree del Piemonte, con la parola d'ordine “difesa degli alberi”.


Note





* Comitato "Salviamo gli alberi di corso Belgio"

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