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Bolsonaro condannato a 27 anni per il tentato golpe del 2022

Aggiornamento: 10 ore fa

@Isac Nóbrega/Wikipedia
@Isac Nóbrega/Wikipedia

Mano pesante della Prima Sezione della Corte Suprema Federale (STF) del Brasile su Jair Bolsonaro: l'ex presidente della Repubblica, ufficiale dell'Esercito fino al 1988 con il grado di capitano, è stato condannato a 27 anni e 3 mesi di carcere per tentato colpo di Stato, organizzazione criminale, abolizione violenta dello stato di diritto, danneggiamento aggravato e deterioramento del patrimonio storico. Azioni avvenute all'indomani delle elezioni presidenziali del 2022, nel gennaio dell'anno successivo. Voto che lo vide sconfitto e che scosse il Paese per una serie di agitazioni, tumulti e scontri da lui propiziati, secondo i giudici. È la prima volta nella storia del Paese che un ex presidente viene condannato per tentato colpo di stato.

'O Globo, giornale conservatore del Brasile, scrive nella sua pagina on line che "i giudici Cristiano Zanin, Cármen Lúcia, Flávio Dino e Alexandre de Moraes, il giudice relatore del caso, hanno votato a favore della condanna, mentre Luiz Fux ha chiesto l'assoluzione. La pena - attualmente Bolsonaro è agli arresti domiciliari - è stata suddivisa in 24 anni e 9 mesi di reclusione e 2 anni e 6 mesi di detenzione, oltre a una multa di 24 giorni, equivalenti a due salari minimi ciascuno (370.000 real). Nel determinare la pena, il relatore, Alexandre de Moraes, ha considerato il ruolo di leadership di Bolsonaro nell'organizzazione criminale che ha tentato un colpo di Stato nel Paese. Ha tuttavia considerato il fatto che l'ex presidente abbia più di 70 anni come circostanza attenuante. L'ex presidente sarà anche ineleggibile per i prossimi 35 anni, se non vi saranno modifiche alla sentenza che, come annunciato dal suo collegio difensivo, sarà oggetto di ricorso per l'assurdità e la sproporzione della pena. I legali hanno fatto un riferimento a eventuali ricorsi "a livello internazionale".

Su questo piano, Bolsonaro ha già incassato i primi attestati di solidarietà della Casa Bianca, dal presidente Donald Trump che lo ha sempre considerato un fedele alleato e amico. Il presidente, che in attesa della sentenza non ha lesinato dazi elevati al Brasile, quasi un monito, ha affermato che l'America non starà a guardare. L'ennesima ingerenza internazionale della Casa Bianca cui il presidente della repubblica Lula ha replicato che il Brasile è uno stato sovrano e non una repubblica delle banane.



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