Barocco alessandrino in mostra con i volontari del Fai
- Alberto Ballerino
- 3 giorni fa
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di Alberto Ballerino

Le giornate Fai d’Autunno saranno una splendida occasione per scoprire i due più affascinanti palazzi settecenteschi di Alessandria, splendidi esempi di barocco piemontese. Oggi, venerdì, sono stati presentati i luoghi che verranno aperti al pubblico in tutta la provincia domani, sabato 11, e domenica prossima. Come al solito saranno tantissimi i siti che potranno essere visitati, a dimostrazione di come il Fai sia profondamente radicato in questa area con le sue iniziative per la valorizzazione del patrimonio artistico, storico e paesaggistico.
Ad Alessandria si terrà un’apertura congiunta di Palazzo Ghilini in piazza della Libertà e Palazzo Cuttica di Cassine nella vicina via Parma dalle 10 alle 18; in entrambe le giornate con il patrocinio di Provincia, Prefettura e Asm Costruire Insieme.

I visitatori si potranno iscrivere al gazebo del Fai in piazza della Libertà e quindi saranno guidati prima tra le sale di Palazzo Ghilini e quindi in quelle di Palazzo Cuttica di Cassine.
Tra i palazzi dell’aristocrazia alessandrina, certamente il più importante è quello dei Ghilini. L’antica casata già nel Seicento, mettendo in atto una paziente opera di acquisizione dei terreni, lavora per arrivare ad avere un grande palazzo in una zona centrale, adatto a rappresentare in modo degno la sua forza politica ed economica. Il passaggio dal dominio spagnolo a quello sabaudo non crea nessun problema.

Anzi, secondo alcuni critici i Ghilini sono così potenti da ottenere l’interessamento del grande Filippo Juvarra, l’architetto principe della corte sabauda. Esistono, infatti, due disegni del celebre architetto che sembrano ricordare il palazzo alessandrino. Oggi, la critica tende a vedere solo in uno dei due un’anticipazione dell’idea di costruzione che sarà effettivamente seguita da Benedetto Alfieri, il giovane imparentato con i Ghilini a cui verrà dato il definitivo incarico di redigere il progetto.

La casata alessandrina incontra seri ostacoli a costruire il tanto voluto palazzo: i canonici della Cattedrale e il marchese Cuttica di Cassine si oppongono alla richiesta dei Ghilini di ampliare la proprietà di dieci metri, occupando terreno pubblico verso la piazza. I primi temono che oscurerebbe le finestre della zona absidale del Duomo, mentre il marchese ha paura che il suo palazzo veda cancellato l’affaccio sulla piazza. Nel 1732 la vertenza si chiude con la riduzione a quattro metri dell’avanzamento. I lavori così possono iniziare e nel giro di pochi anni, per la facciata, si concludono. Sono più lunghi nelle parti laterali: quella su via Pontida è terminata verso il 1766 mentre per via Parma si arriva all’Ottocento, quando ormai i Ghilini non sono più proprietari del palazzo. Questo infatti prima viene alienato ai francesi nel 1805. Quindi, con la Restaurazione, diventa palazzo Reale. Infine, nel 1869, il Consiglio Provinciale lo acquista, destinandolo a sede del Consiglio, della Giunta, di diversi uffici amministrativi e della Prefettura. In questo palazzo è passata veramente la storia: nelle sue stanze alloggiarono Napoleone I, papa Pio VII, Carlo Alberto e altri celebri personaggi. L’affascinante contessa Cristina Ghilini Mathis fu dama di corte di Paolina Bonaparte e amante di Napoleone, che da Alessandria seguì a Parigi. Soprattutto è a Palazzo Ghilini che si incontrarono nel 1859 Napoleone III e Vittorio Emanuele II nella decisiva fase della seconda guerra d’indipendenza in cui l’esercito francese da Genova raggiunse Alessandria, unendosi a quella sabaudo.

Palazzo Cuttica di Cassine viene realizzato al posto di un gruppo di case seicentesche di proprietà del marchese Cuttica di Cassine e diventa anch’esso un centro di vita mondana e culturale di primo piano nella vita della città. Oggi è sede del Conservatorio e delle collezioni del Museo Civico di Alessandria. Si potranno visitare la sala Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne, il Salone di Rappresentanza, la Sala degli Arazzi, la Sala del Cinquecento e del Seicento con importanti opere di pittura sacra, la Sala Napoleonica, la Sala dei Corali Miniati voluti da papa Pio V nel XVI secolo, la Sala dei paramenti sacri del Seicento, la Sala del Risorgimento e la sala delle collezioni archeologiche (V sec. a.C.-V sec. d.C.)

Tante le aperture anche nel resto della provincia: a cura del Gruppo Fai di Ovada, castello e borgo di Belforte; a cura del Gruppo Fai Strada Franca, la basilica di San Dalmazzo con la salita al campanile e la casa natale del pittore Carlo Carrà a Quargnento, gli Infernot, il Parco storico botanico Bricherasio e la Casa Pane in collaborazione con l’Associazione Monferrato 2020 a Fubine; a cura del Gruppo Fai di Castellazzo Bormida, la chiesa romanica Trinità da Lungi e la cascina Moschino con visita a mulino e laboratori; a cura della delegazione Fai di Casale Monferrato, il Palazzo della Valle a Casale, la chiesa di Sant’Eusebio e il Borgo a Varengo (frazione Di Gabiano); a cura del Gruppo Fai Terre di Aleramo, la Pieve di San Giovanni di Mediliano a Lu Monferrato con gli apprendisti Ciceroni dell’Iis Cellini di Valenza, le chiese di campagna di San Salvatore Monferrato sempre con gli apprendisti Ciceroni dell’Iis Cellini e dell’Icc Borsellino di Valenza; a cura della delegazione di Tortona, la Casa Natale di Pellizza da Volpedo e Palazzo Malaspina Penati a Volpedo con gli Apprendisti Ciceroni del Liceo Peano di Tortona, i volontari della Delegazione e il Gruppo Giovani con Volontari dell’Associazione Pellizza; a cura della delegazione di Novi Ligure, nove oratori confraternali a Serravalle Scrivia, Novi Ligure, Gavi e Voltaggio.
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