Detto in pochissime parole... Basteranno 21 punti per Gaza?
- Indiscreto controcorrente
- 28 set
- Tempo di lettura: 1 min
di Indiscreto controcorrente

Il piano di Donald Trump per Gaza? Un perfetto scarica barile sui paesi arabi "invitati" dalla Casa Bianca, secondo la BBC, a risolvere la questione Hamas. "Devono affrontarli", afferma il presidente americano che senza troppo perifrasi rilancia il terrore di Netanyahu, ammonendo urbi et orbi che se arabi e musulmani non sono capaci di affrontare Hamas, Israele avrà l'appoggio degli Usa "per completare la sua distruzione". Ammonimento tutt'altro che retorico: Trump deve far digerire i 21 punti per Gaza all'alleato Netanyahu con cui ha condiviso la conferenza a Washington, il quale avverte i primi mal di pancia nel dovere affrontare al ritorno in patria l'estrema destra che gli garantisce il potere. E che nei fatti, potrebbe rimproverargli l'accordo che equivale, nell'orizzonte di Trump, che ritorna a sognare il Nobel per la Pace, l'inizio della convivenza pacifica e prospera tra ebrei e palestinesi. In altri termini, proseguire nella strada di riconoscimento dello Stato di Palestina e dell'Autorità palestinese, e a stretto giro di posta, abbandonare il progetto di Grande Israele inglobando anche i territori della Cisgiordania.
Insomma, convincere quella stessa destra fanatica che non si preoccupa neppure più, come denuncia il quotidiano dell'opposizione Haaretz, di contestare le cifre del Ministero della Sanità di Gaza. Cifre inequivocabile di un massacro di civili a Gaza dal 7 ottobre, le più alte di qualsiasi guerra nel 21° secolo". Avanti così e Trump, si teme anche a Washington, avrà bisogno di scrivere almeno un 22° punto.













































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