Alberto Trentini, 216 giorni nelle carceri venezuelane
- La Porta di Vetro
- 19 giu
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Un'importante testimonianza di solidarietà per Alberto Trentini, dal 15 novembre detenuto nel carcere di El Rodeo I, a qualche decina di chilometri da Caracas, è stata espressa all'interno del Consiglio regionale del Piemonte da un ordine del giorno presentato martedì 17 giugno, prima firmataria la consigliera Nadia Conticelli.
L'iniziativa, che ha come oggetto Libertà per l’operatore umanitario Alberto Trentini detenuto da sette mesi in Venezuela senza motivo, è stata preceduta alcune settimane fa da una riunione della Presidenza del Comitato Diritti umani e civili del Consiglio regionale del Piemonte. Nella circostanza, il presidente del Consiglio regionale Davide Nicco insieme con i vice presidenti del Comitato, Sara Zambaia e Giampiero Leo, hanno affrontato la complessa vicenda per concorrere alle opportune soluzioni sul piano politico e mediatico che ne favoriscano la soluzione.
Il testo dell'ordine del giorno di Nadia Conticelli.
Il 15 novembre 2024 Alberto Trentini, operatore umanitario veneziano con oltre dieci anni di esperienza nel settore della cooperazione internazionale è stato arrestato insieme all'autista della ONG che lo accompagnava, mentre si recava per lavoro dalla capitale Caracas a Guasdualito, nel sudovest del Venezuela. Da allora è detenuto in un carcere di Caracas.
Le autorità venezuelane, al momento, non hanno formulato alcuna accusa nei confronti del 45enne sebbene trapelino indiscrezioni in merito a quella improbabile di cospirazione.
Il cooperante, che lavora per la ONG Humanity&Inclusion impegnata nell'assistenza umanitaria alle persone con disabilità, si trovava nel paese sudamericano dal 17 ottobre. Fin da subito aveva notato un "clima ostile", come riferito da lui stesso a un collega.
[...] L'assenza di relazioni diplomatiche ufficiali tra Italia e Venezuela, che possano favorire il dialogo per una soluzione positiva all'assurda vicenda in cui si ritrova coinvolto il nostro connazionale, aggrava una situazione già surreale.
Le informazioni sulla sorte di Trentini risultano scarse e frammentarie fino al 15 maggio scorso quando, a sei mesi dalla sua incarcerazione, la famiglia di Alberto ha ricevuto una chiamata da parte del cooperante che avrebbe rassicurato i familiari di essere in buona salute.
[...] Il caso di Trentini era stato raccontato in una risoluzione della Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh), un organo dell'Organizzazione degli Stati Americani (Oas) di cui fa parte anche il Venezuela.
Il testo, che tuttavia non era stato concordato con la famiglia, chiedeva alle autorità venezuelane informazioni sulle condizioni del cooperante.
Secondo la risoluzione, il giorno prima dell'arresto Alberto Trentini avrebbe scritto in un messaggio WhatsApp di voler lasciare la ONG, episodio non confermato e passaggio oscuro della vicenda, tanto più che l'uomo era arrivato nel Paese solo un mese prima.
Considerato che
La campagna di solidarietà ad Alberto Trentini in questi mesi non si è mai arrestata. Una pagina Facebook, Alberto Trentini libero, raccoglie le informazioni sul caso del cooperante italiano. Nelle scorse settimane è stata organizzata una catena di scioperi della fame per testimoniare solidarietà: si tratta di un “digiuno a staffetta” cominciato il 5 marzo.
[...] Il sito di informazione e approfondimento on line “La Porta di Vetro” diretto dal giornalista Michele Ruggiero, membro del Comitato Diritti umani e civili del Consiglio regionale del Piemonte, ogni giorno conduce una battaglia di opinione informando sullo sviluppo della situazione e sulle tante iniziative in tutta Italia che invocano la liberazione di Trentini e il suo ritorno a casa;
Impegna La Giunta regionale
Ad attivarsi presso il Presidente del Consiglio e il ministero degli Esteri per sostenere iniziative affinché tutti i diritti processuali e di detenzione siano garantiti a Trentini.
A sostenere le iniziative del territorio e a organizzarne di proprie per sensibilizzare l’opinione pubblica e il governo affinché il caso di Trentini sia sempre più chiaro all’opinione pubblica, raccogliendo così l’invito della madre di Trentini, Armanda Colusso che chiede di essere in tanti, istituzioni comprese, a pronunciare ad alta voce “fate presto a liberare Alberto e farlo tornare a casa della sua famiglia”.
A Edmundo González Urrutia, in esilio in Spagna, il Premio Einaudi 2025.
La mobilitazione per Alberto Trentini ha avuto anche un'altra eco ieri, con la consegna del Premio Einaudi 2025 della Fondazione Luigi Einaudi ad Edmundo González Urrutia, leader dell'opposizione venezuelana ed avversario alle ultime presidenziali di Nicolás Maduro, attualmente in esilio in Spagna. Nella motivazione, a González Urrutia è riconosciuto il suo impegno nella difesa della democrazia, del pluralismo politico e dello stato di diritto nel paese In questo momento in Venezuela, ha ricordato Edmundo González Urrutia in un tweet su X, "si contano ben 927 prigionieri politici, 82 dei quali stranieri di cui 62 in possesso di cittadinanza di Paesi dell'Unione europea, tra cui Alberto Trentini, uno dei sette italiani costretti al carcere in Venezuela, privato della libertà senza motivo".
Giuseppe Benedetto: dedica ad Alberto Trentini
Quest’anno, ha affermato nel corso della cerimonia il presidente della Fondazione Luigi Einaudi, Giuseppe Benedetto, la Fondazione Einaudi vuole dedicare il Premio Einaudi proprio ad Alberto Trentini e "faccio mio l’appello che la mamma di Alberto ha rivolto nei giorni al governo e ai giornalisti: non smettiamo di parlare di Alberto Trentini finché non verrà riportato a casa”.
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