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Alberto Trentini, 203 giorni nelle carceri venezuelane


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Per almeno ventiquattr'ore è probabile che il Venezuela dimentichi i suoi contrasti interni, gli oltre novecento detenuti politici in carcere, molti dei quali sono stranieri, e la lunga coda di polemiche feroci che quotidianamente dividono le opposizioni di destra al governo del presidente Maduro. Oggi, 6 giugno, il punto di unità sarà raggiunto attorno alla maglia della nazionale di calcio. Nulla di nuovo sotto il sole: l'acceso tifo calcistico a qualunque latitudine supera le divisioni politiche. Alle 18 (ora locale) scende in campo il Venezuela. Davanti ai teleschermi e sulle tribune dello Stadio Monumentale di Maturínla la Vinotinto, come è chiamata la nazionale venezuelana per colori delle maglie rosso vinato, si gioca contro la Bolivia la qualificazione per la Coppa del Mondo 2026.

Non sappiamo se ad Alberto Trentini sarà concesso di vedere la partita alla tv, ammesso che sia un appassionato di calcio o che non la segua soltanto per dare un calcio al tran tran delle lunghe giornate in una cella del carcere El Rodeo I. Di certo, vi è che l'operatore umanitario originario di Venezia, in Venezuela dal 17 ottobre, è da 203 giorni in carcere per ragioni nebulose ed estranee alla politica venezuelana. Tiriamolo fuori di lì.


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