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Vigilia del 25 aprile portoghese: alla scoperta di "Piena", libreria italiana a Lisbona

Aggiornamento: 24 apr

di Barbara Beneforti



Lisbona ci accoglie nella luce sfolgorante di un aprile quasi estivo. Molti di coloro che sono qui per vacanza sono comunque contagiati dai festeggiamenti previsti per il cinquantesimo anniversario della “Rivoluzione dei garofani”, e altri ancora non resistono al richiamo della scrittura. Ma potrebbe essere altrimenti a Lisbona, una città magica per chi ama i libri, che quasi impone un tour letterario fra Pessoa, Tabucchi e Saramago? E del resto, come si fa a passare da Lisbona senza ringraziare Pessoa per aver scritto “il mio sguardo è nitido come un girasole” e senza fermarsi di fronte al Café a Brasileira per la foto d’ordinanza? Che soddisfazione poter dire «ci sono stata anch’io»…

Ma se si appartiene alla ristretta cerchia di chi non si accontenta e vi trovate a passare da queste parti provate a uscire dai circuiti turistici mordi e fuggi e addentratevi nei quartieri dove abita la gente vera, dove non si incontrano mille negozi di souvenir, ma piccoli supermercati di quartiere, non localini smorfiosi, ma il bar d’angolo dove scendere a bere un semplice café o una limonada. Lisbona se lo merita e voi potrete incontrare qualcosa di speciale, come in rua Cavaleiro de Oliveira nell’Arroios, al civico 51b, dove due giovani donne italiane – Elisa Sartor e Sara Cappai – hanno dato vita a un piccolo gioiello: Piena, l’unica libreria italiana di tutto il Portogallo. Alla vigilia del 25 aprile, Elisa vive un momento concitato: la collega Sara è in viaggio in Italia e lei è indaffarata nella preparazione di una vetrina tutta dedicata alle celebrazioni. Eppure accetta di fronte a uno scaffale (la libreria è piccolina e zeppa di volumi, come promette il nome) una conversazione che tra una domanda e l'altra si dilata, fino a cogliere insieme con le motivazioni delle scelte professionali anche l'ambizione di diventare faro culturale di una comunità all'estero e non solo.


Elisa, come è nata l’idea di aprire una libreria italiana a Lisbona?

Io e Sara abbiamo inaugurato Piena nel giugno del 2022. Io sono originaria della zona di Milano e vivo in Portogallo già da molti anni, Sara invece è arrivata dalla Sardegna più recentemente. Ci siamo incontrate in rete grazie alla nostra comune passione: Sara è editor di professione e io sono una lettrice appassionata. All’inizio la nostra idea era quella di dar vita a un gruppo di lettura in italiano, che potesse coinvolgere i molti italiani che vivono a Lisbona ma, appena ci siamo incontrate di persona e abbiamo messo in comune i nostri entusiasmi, dal gruppo di lettura al progetto di aprire una libreria il passo è stato breve.


Perché la vostra libreria si chiama Piena?

A un certo punto ci siamo messe a buttar giù tutte le parole che ci venivano in mente e d’un tratto è venuta fuori Piena. Ci siamo subito innamorate, ci è sembrato il nome adatto. Piena è una parola bella, rotonda, declinata al femminile, inclusiva come vuole essere questo luogo, che non a caso abbiamo voluto collocare in un quartiere dove si incontrano tante culture e dove abitano anche molti italiani, così come nel limitrofo Anjos: il nostro motto è “più siamo meglio è”. Nel logo abbiamo poi aggiunto “libri, persone, visioni” come auspicio: che questa libreria sia sempre piena di libri, piena di persone e piena di visioni per il futuro, infatti ci auguriamo che questa esperienza possa consolidarsi sempre di più nel quartiere e nella città.


Chi sono i vostri clienti?

La comunità italiana qui è variegata, vengono molti giovani, ma anche molte famiglie con bambini, per i quali abbiamo uno scaffale dedicato e proponiamo delle attività specifiche due volte al mese. Ma Piena non è frequentata soltanto dagli italiani: abbiamo molti lettori portoghesi che amano leggere in italiano, che lo studiano per passione oppure che hanno trascorso periodi di studio in Italia e non vogliono dimenticare la lingua. I portoghesi in generale sono dei veri poliglotti e sono abituati a leggere i libri in lingua originale, hanno questa grande elasticità anche grazie al cinema perché qui i film non sono tradotti e si vedono con i sottotitoli. La libreria è frequentata anche da chi è interessato alle nostre tematiche preferite, che sono i femminismi, la letteratura di genere e le diversità. Fra i titoli più venduti di recente ci sono senza dubbio i libri di Viola Ardone, che abbiamo avuto anche di persona in libreria a presentare Il treno dei bambini. Sono andati molto bene anche I miei stupidi intenti di Bernardo Zannoni e poi i titoli di Tabucchi, naturalmente, e i gialli di Cristina Cassar Scalia.


Nel frattempo, mentre parliamo, entrano alcuni clienti e neppure a farlo apposta una ragazza chiede un libro sul femminismo. Elisa all’opera, è cordiale, preparata e accogliente. Ci si accorge che ha mantenuto la caratteristica tutta italiana di “parlare con le mani”, che muove di qua e di là, mentre fornisce le sue spiegazioni con entusiasmo. Il tempo scorre veloce e si è all’ultima domanda, alla richiesta di conoscere qualche scrittrice portoghese. Ci spiega che purtroppo non c’è una grande scelta: non sono numerose le scrittrici portoghesi tradotte nella nostra lingua. Sfila comunque dallo scaffale Maria Judita de Carvalho, Djaimilia Pereira de Almeida e Dulce Maria Cardoso, e confessiamo di non conoscerne nemmeno una. Alla fine si opta su Questi capelli, di Djaimilia Pereira de Almeida, una scrittrice portoghese nata in Angola; il libro è una via di mezzo fra memoir e romanzo postcoloniale che ragiona sul razzismo e sui meccanismi della memoria.

Si esce da Piena con un bel bagaglio di suggestioni. Riflettiamo che il ventitré aprile è stata la giornata internazionale del libro e del diritto d’autore, istituita dall’UNESCO nel 1995. Non si poteva trovare un’occasione migliore per celebrarla. Mentre camminiamo, si pensa anche ai ponti: quelli fra le culture,fra le persone, al Ponte 25 de abril, maestoso sul fiume Tago, che unisce le due parti della città, e, infine a che ponte speciale sia questa piccola libreria indipendente, un bel ponte a doppio senso fra Portogallo e Italia.

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