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Viaggio nell'Italia insolita e misteriosa.

Aggiornamento: 23 apr

I grandi misteri del Duomo di Siena da Ermete Trismegisto al SATOR

 

di Ivano Barbiero


Ventiduesima tappa del nostro viaggiatore, infaticabile nel proporre ai lettori luoghi "strani" dalle storie a volte anche "sinistri"... [1] Nelle due settimane scorse, la sua attenzione è stata rivolta alle piramidi costruite nel Bel Paese per motivi diversi, non sempre in linea con la filosofia dell'antico Egitto. Oggi, sosta a Siena, nella bellissima città del Palio e delle sue contrade, per penetrare i misteri che circondano il suo antico Duomo. Ufficialmente cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta, è il principale luogo di culto cattolico di Siena, in Toscana, sede episcopale dell'arcidiocesi metropolitana di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino. Costruita in stile romanico-gotico italiano, è una delle più significative chiese realizzate in questo stile in Italia. Secondo la tradizione, la consacrazione della nuova cattedrale avvenne il 18 novembre 1179, alla presenza del Papa, il senese Alessandro III: a ricordo di tale evento ancora oggi il 18 novembre di ogni anno si espone lo stendardo papale nel presbiterio.


Il Duomo di Santa Maria Assunta, a Siena, rivela autentiche sorprese: si tratta del massimo monumento cittadino, una delle più splendide chiese di architettura gotica in Italia. Fu iniziata verso la metà del XII secolo e si protrasse per i due secoli successivi, amministrata dai monaci di San Galgano. Il pavimento marmoreo è interamente ricoperto da una distesa di 56 quadri con rappresentazioni a graffito o a tarsia che compongono un’originalissima storia figurata; opere che vennero realizzate dal 1369 al 1547 da oltre quaranta artisti.

Il primo grande riquadro, posto di fronte all’ingresso dell’edificio sacro, suscita parecchie perplessità. E’ stato realizzato da Giovanni di Stefano e la sua collocazione all’interno dell’aula del Duomo si fa risalire all’anno 1488. Si notano tre uomini di età differente e il personaggio centrale tocca con la mano una lapide sorretta da due sfingi con le code intrecciate. Così spiega un cartiglio sottostante: “Hermes Mercurius Trismegistus/Contemporaneus Moyse”, cioè “Ermete Mercurio Trismegisto contemporaneo di Mosè”.

Ermete o Mercurio, detto Trismegisto (tre volte grandissimo) è una figura mitica e simbolica che si identifica con il nume Toth, inventore della scrittura de dei Tarocchi, dio dei libri, iniziatore della scienza, signore del sapere e padre dell’Alchimia che da lui ha preso il nome di Arte Ermetica. Dunque, qualcosa che appare completamente fuori posto in una chiesa cristiana. Anche se con molta probabilità in questo modo si è voluta esprimere una sostanziale continuità sapienziale della Tradizione tanto nelle filosofie antiche quanto nel nucleo della teologia cristiana.

A questo punto si potrà riflettere sul più famoso dei testi attribuiti ad Ermete, la Tavola Smeraldina: “Ciò che sta in basso è come ciò che sta in alto è ciò che sta in alto è come ciò che sta in basso, per fare i miracoli della cosa unica. E poiché tutte le cose sono state e sono venute da Uno, così tutte le cose sono nate in questa cosa unica per adattamento”. C’è, inoltre, un'altra particolarità: una della tarsie raffigura la Ruota della Fortuna, una ruota a otto bracci, dominata da un immobile imperatore sul trono, mentre altri tre personaggi scendono e salgono con la ruota stessa che è immaginata come in movimento. L’opera è di Domenico di Nicolò, intagliatore attivo tra il Trecento e il Quattrocento. Questo soggetto che compare nel decimo arcano maggiore dei Tarocchi dimostra che l’origine del simbolico mazzo di carte risale almeno all’epoca di esecuzione del pavimento stesso: è questo un ulteriore elemento che rafforza il significato della presenza nel Duomo di Ermete Trismegisto.

 

Sator, Arepo, Tenet, Opera, Rotas

Le sorprese del Duomo non sono finite. Partite con calma e iniziate a cercare. Vi sembrerà di partecipare ad una caccia al tesoro con un premio in palio abbastanza nascosto e di non facile individuazione. Sul fianco sinistro, di fronte al Palazzo Arcivescovile, su una piccola pietra incassata a due metri da terra, troverete una piccola epigrafe scritta in latino e composta da cinque parole di non facile comprensione: SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS.

Un motto ripetuto cinque volte sino a formare un quadrato. Magico. La loro giustapposizione, nell’ordine indicato, dà infatti luogo a un palindromo, vale a dire una frase che rimane identica se letta da sinistra a destra e viceversa. La stessa frase palindroma si ottiene leggendo le parole del quadrato dal basso verso l’alto, purché ogni riga sia letta da destra verso sinistra. E qui inizia uno dei misteri più affascinanti e irrisolti.

Quello appena individuato è il quadrato magico del Sator, oggetto di frequenti ritrovamenti archeologici, sia in epigrafi lapidee sia in graffiti, in Italia e in Europa. Ma il senso e il significato simbolico rimangono tuttora oscuri, nonostante le numerosi ipotesi formulate. A volte le cinque parole si trovano disposte in forma radiale altre volte in forma circolare. Moltissimi esemplari sono stati rinvenuti su edifici religiosi cristiani. Ma è sul significato di queste parole enigmatiche che le interpretazioni si sprecano. Alcune possibili traduzioni includono:” Dio domina e regge le opere del creato e ciò che la terra produce”. “Il seminatore sul suo carro dirige le ruote”.” Il seminatore che giudica dirige con cura le ruote”. Oppure: “Il seminatore, tiene, la falce, le opere agricole, le ruote”. “Il Creatore, tiene, il Grande Carro, le costellazioni, le stelle”. “Dio, si prende cura, del Creato, come l’uomo si prende cura dei suoi campi”.


Il significato delle cinque parole  

Proviamo a prendere in esame le cinque parole singolarmente. SATOR significherebbe coltivatore, seminatore e in senso figurato padre, Dio, il Creatore. AREPO è invece la parola più misteriosa poiché non compare in nessun altro testo della lingua latina. C’è chi ha voluto associarla al carro o all’aratro o ad un oggetto ligneo che in contesti cristiani poteva alludere alla croce. Il termine AREPO potrebbe anche essere l’acronimo di Aeternus Rex Excelsus, Pater Omnipotens (Eterno re eccelso, Padre Onnipotente).

TENET invece significherebbe tiene, regge, guida, domina.

OPERA potrebbe significare “con cura” oppure, inteso come plurale, “le opere” del creato, mentre ROTAS, tradotto come ruote potrebbe suggerire l’idea di un carro, oppure metaforicamente le ruote celesti del destino.

SATOR poi è anche un anagramma di ROTAS che significa ruote in latino. Tutto ciò ha portato a ipotizzare che il quadrato del SATOR fosse un amuleto per proteggere dai pericoli delle strade, i veicoli a ruote come i carri. Altri studiosi hanno invece sposato la tesi che fosse un riferimento al cristianesimo, in particolar modo alla preghiera del Padre Nostro, visto che le prime lettere delle cinque parole del quadrato formano l’acronimo PATER.


Scoperte a getto continuo 

Le scoperte continuano: la lettura all’interno del palindromo della parola PATERNOSTER, come “crux dissimulata”, avviene per via di anagramma (il risultato della permutazione delle lettere di una o più parole compiuta in modo tale da creare altre parole o eventualmente frasi di senso compiuto).

Il primo a ipotizzare la tesi dell’Apocalisse fu nel 1926 il tedesco Felix Grosser, pastore evangelista proveniente da Chemnitz, in Sassonia. Lo studioso propose un anagramma del latercolo che permetteva di ottenere la parole di senso PATER NOSTER dove le due frasi si incrociano sulla N a formare una croce mentre le restanti lettere A e O possono porsi ai quattro estremo del simbolo cristiano, come fossero l’alfa e l’omega, il principio e la fine. La “cruz dissimulata”, simile alla svastica, sarebbe dunque un sigillo nascosto in uso tra i primi cristiani nelle catacombe ai tempi delle persecuzioni.

Non poteva mancare l’ipotesi Templare. La lettera T, alle estremità della croce formata dalla parola TENET, poteva essere interpretata come richiamo al simbolo del Tau, cioè della croce. Da notare  che anche accanto a ogni T ci sono sempre sia una A che una O e dunque il collegamento con la croce dei Templari è immediato.

Comunque sia, è indubbio che nel medioevo questo quadrato magico veniva utilizzato anche come effetto scaramantico, vergato a volte su pergamene, e utilizzato come amuleto e protettore da fulmini, incendi, malattie varie quali l’idrofobia, il mal di denti, il morso dei cani.

 Abbiamo parlato di Siena, ma il SATOR è presente in molte parti di Europa, soprattutto in Francia. Lo troviamo nella chiesa di San Lorenzo a Rochemaure (Ardeche) in una vecchia casa di Le Puy (Haute- Loir), nei castelli di Chinon (Indre-et Loire), nella Maison de Justice di Valbonnais. Analoga scritta si può vedere sulle rovine romane di Cirencester in Inghilterra, nel castello di Rochemaure in Francia, nelle rovine della fortezza romana di Aquincum in Ungheria, a Santiago de Compostela, in Spagna, mentre in Francia è rintracciabile nella Cattedrale di Digione e nella chiesa di Maignelay-Montigny.


I misteri proposti dal film "Tenet"

Questi infine gli altri luoghi in Italia dove trovare il quadrato del SATOR: Acquaviva Collecroce (parrocchiale idi Santa Maria Ester); Aosta (sulla parete della Collegiata dei Santi Pietro e Orso);Ascoli Satriano (Chiesa del SS. Sacramento, chiamata anche “Il Santissimo”); Bagni di Lucca (all’interno della Grotta del Porcile, sui versanti orientali del monte Balzo Nero); Bolzano (Castel Mareccio); Brescia (Palazzo di via Agostino Gallo 18); Brusaporto (conci incastrati nel muro di via Castello); Campiglia Marittima (Pieve Romanica di San Giovanni); Campotosto (Chiesa di Santa Maria Apparente); Canavaccio frazione di Urbino (Chiesa di Sant’Andrea in Primicilio); Capestrano (Chiesa di San Pietro ad Oratorium); Collepardo, Lazio (Certosa di Trisulti); Deliceto (Chiesa dell’Annunziata); Fabriano (Chiesa di Santa Maria in Plebis Flexiae); Isolabella (lago Maggiore); Issogne (scala a chiocciola del castello Challant); Aquila (Parrocchiale di Santa Lucia, detta “Chiesa matrice”); Magliano de’ Marsi in Abruzzo (facciata della chiesa di Santa Lucia); Monterubbiano (Chiesa di Sant’Agostino); Paggese di Acquasanta Terme (Chiesa di San Lorenzo); Perugia (in un dipinto moderno del 2004 presso la hall dell’Hotel Fortuna); Pescantina, frazione di Arcè (Chiesa Romanica di San Michele Arcangelo); Pescara (stemma del Comune); Pieve Terzagni (antica Chiesa di San Giovanni Decollato); Pompei (scavi di Pompei, casa di Quinto Paquio Proculo e portico della Grande Palestra); Roma (sotterranei della Basilica di Santa Maria Maggiore); Santa Severa (borgo medievale di Pyrgi); Sermoneta (Abbazia cistercense di Valvisciolo); Tatti nel Grossetano (Pieve di Santa Maria Assunta); Torino (via Gioberti 23, ma anche in questo caso non si tratta di una scritta antica); San Pietro di Barbozza frazione di Valdobbiadene (Eremo di Sant’Alberto); Verona (Palazzo Benciolini); Volterra (Parco Enrico Fiumi).

Ulteriore curiosità: il regista Christopher Nolan (che quest’anno concorre al premio Oscar cinematografico con ben 12 nomination con il film “Oppenheimer”) nella sua pellicola precedente, “Tenet”, realizzata nel 2020, con protagonista la splendida attrice australiana Elizabeth Debicki, ha fatto numerosi riferimenti al quadrato magico del SATOR. Il titolo riprende infatti la parola centrale Tenet, l’antagonista si chiama Sator e agisce attraverso una compagnia chiamata Rotas. La prima scena di quest’opera si svolge nel teatro dell’Opera di Kiev e il falsario da cui Sator acquista il quadro di Goya si chiama Arepo. Inoltre, numerose scene sono state girate in modo palindromo dal punto di vista temporale, dapprima dal passato verso il futuro, poi dal futuro verso il passato.

 

Note

[1] In:


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