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Via Fazio, è la Rai dei Tafazzi...

di Daniele Viotti


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Immagine tratta di Wikipedia

Della vicenda che da ieri infiamma i social e la politica - e lo farà anche nei prossimi giorni, statene certi - cioè l’abbandono della Rai da parte di Fabio Fazio mi interessa il giusto, cioè molto poco e per aspetti probabilmente secondari. Non vedo la trasmissione di Fazio da anni perché la trovo troppo impaludata, un po’ moralisteggiante, ripetitiva e di certo non progressista, anzi quasi conservatrice, rassicurante per una determinata fascia di pubblico come fa notare giustamente su Twitter Giulia Blasi. Ma, come dicevo, questo poco importa ed inoltre ci sono commentatori, critici ed esperti ben più autorevoli di me che hanno un giudizio esattamente contrario. E poi c’è il giudice sovrano: il pubblico che da vent’anni premia Fabio Fazio, Luciana Littizzetto e i loro autori con ascolti da capogiro per Rai 3, facendola diventare non solo la trasmissione più seguita della rete, ma anche una delle più redditizie per l’intera azienda.

Ed ecco il punto che invece mi interessa. Tralasciando anche le solite polemiche che avvengono ad ogni cambio di maggioranza politica sulla cosiddetta “occupazione” della Rai da parte dei partiti sempre pronti a rimpinguare i palinsesti con i propri “nani e ballerine”, questa volta c’è un elemento che distingue l’attuale “occupazione” dalle precedenti “occupazioni”: la stupidità. Quell’instupidimento tipico di chi è ancora ubriaco della propria vittoria elettorale e vuole strafare arrivando a comportarsi come il famoso marito pronto a tutto pur di fare un dispetto alla propria moglie. Ricordate Tafazzi, per capirci?

In termini economici e aziendali farsi sfuggire un artista che con la sua trasmissione raccoglie una quantità tale di pubblicità che consente di ripagare anche altre trasmissioni necessarie in un servizio pubblico, ma dallo scarso appeal per gli investitori, è un fatto gravissimo. In una normale azienda i dirigenti che si lasciano sfuggire un Fazio immediatamente accaparrato dalla concorrenza sarebbero stati cacciati a pedate e con infamia. In un comune, un sindaco capace di creare un danno tale alla propria amministrazione sarebbe stato immediatamente oggetto di attenzioni della Corte dei Conti con una solida ipotesi di danno erariale.

Se invece si tratta della Rai, no. Questo non avviene. Anzi: il ministro con delega ai trasporti e ai tweet festeggia sbeffeggiando gli artisti partiti storpiando anche “Bella ciao”, come ad indicare che la vittoria è arrivata, il comunismo è vinto.

La moglie ha il suo ben servito.

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