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Una storia italiana: il caso della foto di Falcone e Borsellino

di Federico Montaldo


La celebre fotografia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, scattata da Tony Gentile nel 1992, è senza dubbio tra le più iconiche dell’ultimo scorcio del ‘900 in Italia. Senza voler svolgere qui un elenco, ricercando altre foto che abbiano avuto un simile impatto sull’immaginario e sulla coscienza collettiva, la mente va all’immagine del cadavere di Aldo Moro nel baule dell’auto in via Caetani o a quella del giovane “autonomo” che spara impugnando la P38 in una strada di Milano, durante gli anni di piombo.

Di certo, tuttavia, la foto di Tony Gentile stacca tutte le altre per quanto riguarda gli utilizzi che ne sono stati fatti: dai murales, ai dipinti, dalla stampa su piatti, tazze e bicchieri, T-shirt, fino ai tatuaggi sul corpo, per non dire delle innumerevoli riproduzioni che si trovano affisse in ogni dove. È stata perfino utilizzata dalla zecca di Stato come emblema sulla moneta da due euro.

Proprio a cagione di uno di tali utilizzi, la fotografia è stata oggetto di una amara (per il suo autore) vicenda giudiziaria, recentemente conclusasi davanti alla Corte di Cassazione nel dicembre del 2024. La disputa vedeva contrapposto il fotoreporter, autore dello scatto, contro la RAI, che l’aveva mandata in onda più volte e pubblicata sul proprio sito web, a corredo di una campagna di sensibilizzazione in tema di legalità, senza alcuna autorizzazione e senza la corresponsione di alcun compenso. Ciò avveniva – ed è un dato rilevante – a distanza di oltre vent’anni dallo scatto.

Nel nostro ordinamento, infatti, la fotografia è soggetta al cd. regime del doppio binario, che contrappone la fotografia “semplice”, a quella “creativa”. Ciò con sensibile ricaduta in tema di diritti: nel primo caso, infatti, il fotografo gode solo dei cd. diritti connessi (cioè i diritti di “riproduzione, diffusione e spaccio”, che si esauriscono con lo scadere dei venti anni dalla produzione della fotografia); nel secondo caso, all’autore è accordata la piena tutela dell’opera ai sensi della legge sul diritto d’autore, essendo qui la fotografia considerata come opera dell’ingegno (alla stregua di tutte le altre: opere letterarie, musicali, della scultura, della pittura, del cinema ecc.). I diritti che ne conseguono, morali e patrimoniali, durano per tutta la vita dell’autore e (per gli eredi) fino a 70 anni dalla sua morte.

Ebbene, il Tribunale di Roma prima, la Corte di Appello poi ed infine la Suprema Corte, con motivazioni in parte differenti, ma tutte dello stesso segno, hanno rigettato la domanda dell’autore, relegando la fotografia nella categoria “semplice”, in quanto tale caduta in pubblico dominio vent’anni dopo la sua realizzazione, e pertanto liberamente utilizzabile, da chiunque, in ogni modo e senza alcun riconoscimento al suo autore.

Nel giudicare la vicenda, i Giudici hanno ritenuto che la peculiarità dell’immagine, il suo carattere “particolarmente toccante”, non risiede nel suo carattere creativo, ma nell’eccezionalità dei soggetti, ovvero dei due magistrati, simbolo della lotta alla mafia, trucidati poco tempo dopo quello scatto. Ora, non c’è alcun dubbio che il successo di quella fotografia sia dipeso dai due soggetti ripresi e dalle loro tragiche morti, che hanno lasciato un segno indelebile nella storia e nella vita civile del nostro Paese. Questo elemento, che è del tutto ovvio, non è tuttavia sufficiente ad escludere il carattere “creativo” di quella fotografia, né può essere utilizzato per incidere sulla sua valutazione, in senso negativo.

Al di là che l’immagine raffiguri i due magistrati eroi della mafia e che sia divenuta iconica post mortem a causa della drammatica fine di due figure cui va la stima, l’affetto e la riconoscenza della Paese, essa rappresenta un momento di umanità, un attimo di intimità e di intesa tra due persone, la dolcezza di un sorriso tra due amici. Per giunta con una composizione del fotogramma (le due teste inclinate, la posizione delle mani) che ricordano le più alte espressioni dell’arte pittorica (in basso Leonardo da Vinci, Cenacolo, particolare).

 (Leonardo da Vinci, Cenacolo, particolare)

In ciò sta il valore più alto di questa immagine ed in ciò risiede (e dovrebbe essere riconosciuto) il valore creativo dello scatto, che Tony Gentile ha saputo cogliere e consegnare all’eternità.

Così come hanno fatto, prima e dopo di lui, innumerevoli fotogiornalisti che svolgendo il proprio mestiere nei quattro angoli del pianeta hanno realizzato immagini che sono a loro volta divenute iconiche.

Se infatti si ascrivessero le foto di cronaca – per ciò solo – alla categoria della fotografia “semplice”, quasi tutto il fotogiornalismo vi sarebbe relegato. Con questo stesso criterio, altre foto iconiche passate alla storia (ove si applicasse loro il diritto italiano) dovrebbero avere la stessa sorte: si pensi il soldato in stato di shock in Vietnam di Don McCullin, il bacio del marinaio a Times Square di Alfred Eisenstaedt, solo per citare due celebri esempi che a loro volta colgono un attimo di umanità.

Il fatto è che l’atto del fotografare dovrebbe considerarsi “in sé stesso” un atto creativo: esso si basa infatti su una sintesi di capacità personali che definisce il campo percettivo e cognitivo e che è preceduto da una serie di momenti preparatori (la scelta dell’inquadratura, della pellicola, dei settaggi della fotocamera, l’uso o meno del flash, dell’ottica).

C'è poi da considerare un altro punto. Ed è un aspetto che riguarda il linguaggio e il ruolo della fotografia, la quale (in Italia) è ancora oggi considerata dai più con indulgente simpatia; di certo la meno rilevante tra le opere dell’ingegno, come testimonia il fatto che essa è entrata in tale novero solo nel 1979. Esistono tante specie di fotografia: il reportage, la foto di moda, pubblicitaria, concettuale, artistica, sportiva, di ritratto, di cronaca ecc.

Ognuna di essa ha le proprie regole, le proprie specificità, che il Giudice non può conoscere (né gli dovrebbe essere richiesto di conoscere). A tale scopo esistono i consulenti tecnici, ausiliari del giudice, cui sarebbe stato opportuno rivolgersi; il che non è avvenuto.

Del resto, non sarebbe neppure giusto caricare sui magistrati il compito di una valutazione che può essere talmente soggettiva, fondata sul bagaglio culturale di ogni singolo giudicante, differente quindi da persona a persona, da divenire potenzialmente arbitraria.

Un’ultima notazione riguarda il significato attuale del persistente regime del “doppio binario”.

La durata limitata dei diritti connessi alla categoria “fotografia semplice” era giustificata per il fatto che, quando tale nozione è stata introdotta (nel 1941), la fotografia aveva un’importantissima funzione di medium. In un’epoca in cui l’analfabetismo in Italia era ancora elevatissimo, la televisione non esisteva ed in cui la quasi totalità dell’informazione passava attraverso la carta stampata, la limitazione dei diritti di privativa sulle immagini aveva una sua specifica funzione.

Non per niente tra gli anni ’20 e gli anni ’60 si colloca l’epoca d’oro delle riviste e dei magazines ospitanti fotografie (Life, Vu, Regards, Paris Match, Illustrazione Italiana, Epoca, Europeo ecc.).

Ottant’anni dopo, in un contesto tecnologico completamente cambiato, tale categoria appare del tutto anacronistica. Nel mondo digitalizzato, del web, dei social, delle tv satellitari, l’informazione generale non passa più attraverso la fotografia, la quale – in disparte l’aspetto artistico – si configura, anche nel fotogiornalismo, come un punto esclamativo su un articolo, una notizia, un servizio.

Ecco allora che, data la sostanziale incertezza nel tracciare una netta linea di demarcazione tra fotografia oggetto di diritto d’autore o di diritto connesso, sarebbe giunto il momento di superare il regime del cd. “doppio binario”. Ciò con l’introduzione, a livello legislativo, di un unico sistema che conceda un’uniforme protezione alle opere fotografiche, fondato non già su valutazioni di tipo estetico-creativo, ma sulla presenza di un minimo di prestazione personale da parte del fotografo.

 

 


 

 

 

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