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Un libro per voi: "Memorie e Lettere" tra Emma e Carlo, storia di un grande amore

di Piera Egidi Bouchard


Presentato la settimana scorsa nella Casa Valdese di corso Vittorio Emanuele II a Torino, il libro[1] offre l'opportunità di gettare una sguardo sull'eredità spirituale in una famiglia di un pastore valdese. In queste lettere, infatti, di Carlo Gay alla fidanzata Emma Rochat  assistiamo - 1936 /1938 - alla maturazione della sua vocazione pastorale: ci sono i primi incarichi in varie comunità, che vividamente descrive, e risaltano soprattutto i suoi studi teologici a Basilea, l’insegnamento di Barth, e la conoscenza della drammatica situazione della Chiesa Confessante nella Germania nazista : “Niemoller e altri sono  in carcere e pare saranno portati davanti ai tribunali supremi (...). La scuola di pastori che avevano preparata è stata sciolta.” Carlo si confronta con le mediazioni della dirigenza valdese di fronte alla dittatura fascista: “ Non si può più evitare le posizioni chiare sotto tema del loro rischio.”.

Nelle “Memorie” di Emmina si snoda la storia della sua vita, e della sua famiglia  (valga per tutti Willy Jervis, marito della sua sorella Lucilla, con la sua tragica fine nelle file della Resistenza[2]) sia di quella del marito, o di persone conosciute condividendo il lavoro pastorale. Scrive lui nelle sue “Lettere” : “Hai ragione a sentirti sicura della nostra unione; io ti prometto fedeltà dinanzi a Dio e davanti a Lui ti scelgo come compagna di viaggio su questa terra, e con Dio non si scherza.” E a sua volta Emmina: “ Lotta, lotta pure con tutto che sarò sempre con te.”. E lei non mancava certo di coraggio e determinazione.

 I due giovani sposi (lei 23, lui 25 anni) vengono mandati in Sicilia, a Riesi, dove è una realtà difficile e una cultura diversa, ma sono accolti con affetto dalla comunità, e lei è  incinta del primo figlio (saranno sei: Antonio, Paolo, Marco, Giovanna e  le due gemelle più piccole ): “L’idea della maternità era considerata come conseguenza naturale del matrimonio - commenta - ero contenta, ma decisa a non farmi annullare nel ruolo materno”.

Poi ci saranno le sedi di Fiume ed Abbazia (1940-47), con la guerra, altri due bambini, la fame, ma anche i primi impegni nell’insegnamento, che sarà la sua passione per tutta la vita, le peripezie nell’occupazione tedesca; poi il dopoguerra a Torino, in una città distrutta, dove nasce Giovanna, la quarta bambina. Carlo viene quindi eletto nella chiesa valdese di via Manzoni, a Firenze (1947-1961). E sempre Emmina continua ad insegnare, e scrive: ”Non avevo tempo di dedicarmi a studi intellettuali; ma la mia vita era intensa: la casa sempre piena di gente da aiutare, ospiti di passaggio; lo studio del pastore era in casa ed anche il telefono, per cui tutto era sotto il mio controllo ed eventuale collaborazione...”. E infine arrivano le due gemelle... Successivamente ci sono gli anni di Roma, difficili per lei affaticata da tanti impegni.

Emma, dopo la morte del marito, raccolse le lettere di Carlo, togliendo le proprie, ed eliminando tutte le parti più intime del loro amore: un vero peccato, ma la formazione di quella generazione era tale: tutta la loro esistenza, però, si rivela come esempio concreto di un grande amore vissuto.


Note

[1] Emma Rochat- Carlo Gay , Memorie e Lettere, Lar Editore,2023

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