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Un libro per voi: "Flamingo Loophole", dedicato alla Bosnia

Aggiornamento: 29 feb

di Niccolò Paragini



Domani, venerdì 1 marzo, alle 16, presso l'Ufficio pastorale migranti in via Cottolengo a Torino, sarà presentato "Flamingo Loophole", un libro che nasce all'interno del progetto più ampio denominato "Balkan Rope" di Mediterranean Hope, programma Rifugiati e Migranti della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia. La parola ‘"loophole", come è stato già osservato, rappresenta un’ambiguità o un’inadeguatezza in un sistema, mentre il fenicottero, è qualcosa di esotico, rappresenta il modo in cui tutti noi percepiamo qualcosa di estraneo, indipendentemente dal fatto che siamo noi ad arrivare o ad ospitare”.


La rotta balcanica, spesso dimenticata, vede migliaia di migranti in fuga da guerre, povertà e dittature. Sono soprattutto uomini, minori non accompagnati e donne con figli piccoli che, camminando per boschi e sentieri di montagna, cercano di evitare fili spinati, telecamere termiche, droni, forze armate e provano, a costo della vita, a superare i diversi confini per entrare in territorio UE. 


Balkan route@Paolo Siccardi


Questo libro è dedicato alla memoria dei posti e delle persone dimenticati e a quanti cercano di aiutarli coinvolgendo la comunità bosniaca, segnata dal ricordo di una guerra mai dimenticata. Il libro è una raccolta di saggi di diverse autrici e autori, scritte apposta per il progetto e descrive il contesto in cui nasce la palestra di arrampicata, dalla rotta migratoria balcanica, alla storia di Bihać che come Sarajevo è stata sotto assedio per tre anni dal 1992 al 1995, il contesto antropologico e sociale di questa città, parte di un paese che vive ancora in parte nella cosiddetta nostalgia della Jugosfera, tutt'ora colpito da una forte diaspora. Il libro contestualizza anche l'intervento artistico della palestra nato seguendo e sviluppando il concetto di committenza civica. 


Alcuni bambini arrampicano alla palestra “Flamingo Loophole” di Bihać © Mediterranean Hope

Si parlerà anche della realizzazione di un programma di screening per la prevenzione dei tumori femminili, che ha dimostrato come si possano ottenere risultati importanti attraverso la condivisione di strumenti, professionalità, saperi ed esperienze tra operatori bosniaci ed italiani. Solo con un agire comune e di supporto reciproco si possono allontanare i fantasmi di una guerra che ha lasciato ferite profonde e si può provare a realizzare un futuro di sviluppo e di emancipazione sociale."

l progetto Balkan Rope nasce in Bosnia ed Erzegovina nel 2021 sviluppando in parallelo due progetti:

  1. Un centro diurno a sostegno dei migranti che transitano da Bihać in quanto parte della rotta balcanica. Al centro diurno le persone vengono per prendere dei vestiti puliti, farsi una doccia, ricaricare i cellulari e poter aver un momento di socialità

  2. La palestra di arrampicata che abbiamo costruito noi nasce come progetto in sostegno alle persone che abitano il territorio di Bihać (siano esse parte delle comunità autoctone o di passaggio come i migranti)


Il libro è una raccolta di saggi di diversi autori - come Azra Hromadzić (professoressa di antropologia alla Syracuse University di New York), Dino Dupanović (Direttore del museo storico di Bihać), Roberta Gentili (responsabile per il Border Violence Monitoring Network per i Balcani occidentali), Mauro Milanaccio (Psicoanalista) e altri - e vuole raccontare il contesto all'interno del quale nasce e si sviluppa la palestra di arrampicata Flamingo Loophole.

La presentazione del libro si concentrerà sui diversi aspetti trattati. Anche se il territorio in cui è stato creato il progetto è "distante", le riflessioni che si possono fare in un momento di presentazione del libro sono vicine alla realtà in cui viviamo, almeno questa è la riflessione che si è portato avanti durante il progetto: l'importanza di spazi di aggregazione culturale e sociale per le persone e per i giovani.


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