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Un libro per voi: "Filoponìa – senza debito: uguaglianza e libertà"


Affascinato da Heinrich Schliemann (1822-1890), Andrea Surbone da ragazzo desiderava fare l’archeologo, mentre in età prescolare, esercitandosi sui fazzoletti della mamma, dichiarava di voler fare la ricamatrice. Non è riuscito in entrambi i casi, ma si deve riconoscere che l’idea di scavare per portare alla luce è rimasta in lui, in forma di metodo d’indagine. Indagine che è sfociata nell’invito al II Encuentro Internacional de Publicaciones teóricas de partidos y movimientos de izquierda, che si tiene in questi giorni a Cuba. E data l’occasione di confronto con altri ricercatori, l'autore ha pensato di mettere a disposizione fino al 17 febbraio l’ebook dell’ultima versione di Filoponìa – senza debito: uguaglianza e libertà: https://books.google.it/books/about?id=FibyEAAAQBAJ&redir_esc=y.


Da archeologo, Surbone sa di aver di fronte un’ultima campagna di scavo. Peraltro già intravisto, c’è ancora un elemento da far affiorare. Il testo non cambia; però, portare alla luce quest'ultimo strato sarà come offrire agli antropologi ciò che andavano cercando: la chiave di lettura per interpretare appieno la società filoponica.

Del resto, come un archeologo, l’autore da sei anni scava per cercare lo “strato” del minimo comune denominatore alla base dei due grandi problemi attuali: l’iniquità sociale e il saccheggio dell’ambiente.

Dapprima ritenne che fosse il denaro; poi che fosse il debito; all’ultimo ritenne che fosse il capitale da accumulazione.

L’accumulazione la potremmo definire un comportamento anomico delle prime comunità basate sulla mutualità; con qualcuno che, oltrepassando lo scambio immediato e paritario, inizia ad accumulare; fino a che l’accumulo, accrescendo, si tramuta in potere: insieme iniziano un percorso che arriva fino a noi. Possiamo sintetizzare il cammino dell’umanità, seguendo il ragionamento di Surbone, attraverso il susseguirsi della scoperta dell’abbondanza (agricoltura) – accumulazione – debito – scrittura – denaro – capitale da accumulazione; su quest’ultimo, nasce e si affina tutta la teoria economica.

Compreso ciò, Filoponìa - che in greco significa operosità - elabora un modello attuativo per entrare in un nuovo paradigma che veda la proficua coesistenza degli odierni contendenti: lo Stato è più efficiente del mercato nella produzione dei servizi essenziali e il mercato è più efficiente dello Stato nella produzione delle merci (mentre le religioni sono più efficienti di entrambi nella cura delle anime).

Filoponìa è una società egualitaria pur senza essere un'economia socialista. Filoponìa è una società del fare impresa pur senza essere un'economia capitalista. Filoponìa è la società dell'antropizzazione sostenibile, ambientalmente e socialmente e con fondamenta di uguaglianza, libertà e fraternità che possano infine fare di ognuno di noi uno degli altri, realizzando l’intensa sintesi dell’idea di umanità che Rocco Scotellaro, nel suo frammento Autoritratto, ha dato: io sono uno degli altri. 

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