Un libro per voi: “Brando e il Lupo”
- Luisella Fassino
- 5 giu
- Tempo di lettura: 2 min
a cura di Luisella Fassino

Chiara Audenino è una scrittrice torinese che ha scelto di lasciare la professione di consulente del lavoro per dedicarsi interamente alla letteratura educativa per l’infanzia e alla divulgazione del suo lavoro presso le scuole primarie e secondarie di primo grado. Una scelta coraggiosa e controcorrente, nata dal desiderio profondo di raccontare il disagio, l’emarginazione, la violenza, la disabilità e il bullismo attraverso il linguaggio puro e incisivo delle emozioni dei bambini.
Con “Brando e il Lupo”, decima opera della collana Racconti di bambini maleducati, l’autrice affronta uno dei temi più delicati e complessi del nostro tempo: la violenza domestica. Lo fa con grande misura narrativa, affidandosi a una simbologia forte e immediata: il padre di Brando si chiama Lupo, un chiaro richiamo alla figura del “cattivo” delle fiabe, quel predatore che incarna la paura, la sopraffazione, ombra che nel racconto si annida tra le mura di casa.
Brando è un bambino silenzioso, attento, introverso. Per sopravvivere alla brutalità del quotidiano, si rifugia in un mondo dove trova conforto nella presenza immaginaria di un gatto nero – creatura fantastica e protettiva – dedicandosi con cura e passione alla costruzione di terrari, piccoli ecosistemi chiusi, eredità affettiva dei nonni, che diventano metafora di mondi ideali, sicuri, intatti, nei quali rifugiarsi quando il reale si fa insopportabile.
Il racconto di Chiara Audenino è delicato e profondo al tempo stesso. Con una scrittura rivolta ai giovanissimi, ma con messaggi diretti anche al lettore adulto, l’autrice riesce a parlare di patriarcato, disagio psicologico, frustrazione derivata dalla perdita del lavoro, alcolismo, modelli negativi e abusi fra le mura domestiche, mantenendo tuttavia uno sguardo educativo e rassicurante, che invita alla fiducia verso le istituzioni.
Il messaggio più forte che il libro trasmette è che esiste una via d’uscita. Che adulti attenti, insegnanti sensibili e persone capaci di intercettare i sentimenti possono fare la differenza. Brando e il Lupo si chiude infatti con un inno alla speranza: basta uno sguardo che non si volta dall’altra parte, un gesto di empatia, un’azione di coraggio per restituire dignità e futuro.
La collana Racconti di bambini maleducati si conferma così un progetto editoriale e pedagogico di grande rilevanza, pensato per entrare nelle scuole primarie e secondarie di primo grado e stimolare nei più giovani e negli educatori una riflessione autentica su diversità, rispetto, uguaglianza, attenzione e cura dell’altro.
Chiara Audenino, con “Brando e il Lupo”, ci ricorda che anche nei racconti per l’infanzia può risiedere un potente atto politico ed etico: quello di dare voce a chi spesso non ne ha, di proteggere l’innocenza, e di seminare – tra le righe – la possibilità concreta di un mondo migliore.
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