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Tuteliamo gli Oceani

Aggiornamento: 25 dic 2022

di Mercedes Bresso e Claude Raffestin

Oggi è la giornata degli Oceani. Anche se diventa sempre più difficile districarsi fra le giornate dedicate a tutto un po’, questa è molto importante. Gli oceani coprono i due terzi della superficie terrestre e, insieme all’aria che circonda la terra, sono forse il nostro bene comune più importante. Ed è proprio per questo che sono a rischio: essere di tutti equivale a essere di nessuno. In altre parole, tutti prelevano e usano la risorsa, nessuno si preoccupa di tutelarla.

È il momento di ricordare Rachel Carson, la studiosa americana che negli anni Cinquanta scrisse: ”questo oceano che ci circonda”, un testo, quasi profetico, nel quale ci ricordava come siamo usciti dal mare della cui acqua conserviamo la composizione nel nostro sangue e faceva il punto sulle conoscenze e sui problemi degli oceani. Testo fondatore del pensiero ecologico, come fu il suo più celebre “Primavera silenziosa” nel quale denunciava la scomparsa degli uccelli dai campi delle monocolture americane. Fornitore di risorse biologiche

Non è un caso forse che la denuncia che riguardava la terra ebbe tanto successo mentre le preoccupazioni per gli oceani passarono quasi sotto silenzio nel grande pubblico. Si dimentica spesso che l’Oceano è uno dei nostri più grandi fornitori di risorse biologiche, non soltanto animali ma anche vegetali: molti sforzi vengono fatti per regolamentare la pesca, particolarmente per le specie gradite agli uomini, molti meno per proteggere il plancton che pure ha un ruolo fondamentale nella regolazione atmosferica. Ricordiamo il velo di olio che le petroliere hanno sparso sugli oceani limitando la respirazione di questo enorme polmone, per non parlare delle isole di plastica e dei micro granuli sempre di plastica che intossicano la fauna marina. La degradazione degli oceani ci obbliga a ricordare che essi sono forse il più grande cimitero del mondo: le infinite navi scomparse nei naufragi, quelle affondate durante le battaglie navali nei millenni, gli tsunami e le tempeste che regolarmente distruggono le nostre coste e trasportano in mare uomini, cose e terre arabili. Per non trascurare le immense quantità di rifiuti, urbani, tossici, nucleari, che nascondiamo nelle loro profondità. Tutto questo ci ricorda la disattenzione verso gli oceani che ha caratterizzato la storia dell’umanità. “Motore” di energia rinnovabile

Non dimentichiamo che il mare è probabilmente uno dei più grandi regolatori terrestri: mitiga il caldo e il freddo, regola il sistema delle piogge, qualche grado in più della temperatura dei mari modifica la temperatura terrestre. Lo sciogliersi dei grandi ghiacciai ai poli sta cambiando il clima ma anche le correnti che spesso determinano il clima dei sistemi costieri, come il Gulf Stream per l’Atlantico nord. Da ultimo non dimentichiamo che il movimento incessante del mare potrebbe essere una risorsa energetica rinnovabile enorme e pulita e che nessuno ha ancora provato a sfruttarla, come poco è stato sfruttato il movimento delle maree. Per lo stesso eolico solo da poco ci si è resi conto che la sua installazione offshore è molto più produttiva di quella sulla terra. Queste osservazioni sparse ci ricordano che dobbiamo con urgenza tornare ad occuparci dell’avvenire degli oceani, che giocano un ruolo molto più importante di quello che pensiamo nelle nostre vite, soprattutto che lo svolgeranno in quelle future e che dobbiamo preoccuparcene tutti insieme, coordinando gli obiettivi e le azioni.

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