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Softlab, finanziamento all'italiana...

Aggiornamento: 29 lug 2023

di Luca Maria Colonna*

Sul sito del gruppo si legge: "La passione per la tecnologia e l'innovazione ci spinge ogni giorno a chiederci come migliorare l’organizzazione dei Servizi ICT dei nostri clienti".[1] Parole al miele per i clienti, ma che oramai suonano irridenti e beffarde per i lavoratori da più mesi senza stipendio, nonostante un finanziamento di 12 milioni di lire che la società ha ricevuto dallo Stato. E' un'altra delle perle all'italiana, una storia poco edificante e tutta costruita sulla pelle dei lavoratori. Ma l'azienda, sempre sul sito, rassicura nella sua promozione on line: "Con una expertise maturata dopo una lunga presenza sul mercato e una rete di professionisti presenti su tutto il territorio italiano, siamo al fianco di aziende e pubblica amministrazione per garantire un impatto decisivo sulle performance". Se le performance cui si allude sono quelle di prendere soldi da Pantalone e lasciare i lavoratori senza futuro non c'è dubbio alcuno sul sogno di Softlab: vincere facile! E il governo sta a guardare...

Che fine hanno fatto i 12 milioni di euro dello Stato?

Ieri l'altro, 27 luglio 2023, un centinaio di lavoratori e lavoratrici di Softlab provenienti da Caserta hanno realizzato un presidio sotto al Ministero dell’Industria e del Made in Italy a Roma per mettere in evidenza la difficile situazione che stanno vivendo: la Softlab, impresa informatica ed elettronica, che lo scorso marzo ha ricevuto un prestito agevolato di 12 milioni dallo Stato attraverso il fondo Grandi Imprese in Difficoltà gestito da Invitalia, a giugno ha ricominciato a non pagare gli stipendi ai propri dipendenti. Per tutti i lavoratori della Campania e per molti dipendenti del resto d’Italia, sappiamo che non sono state pagate le retribuzioni di maggio e di giugno 2023. Inoltre, la Direzione ha chiesto il pagamento diretto dei dipendenti in cassa integrazione e, non pagando regolarmente il Fondo Cometa e MètaSalute, ovvero i Fondi di previdenza e assistenza sanitaria previsti dal CCNL, sta negando il diritto dei lavoratori e delle lavoratrici di fruire delle relative prestazioni. A pensar male, la situazione che si sta verificando dimostra quantomeno che la Softlab non è in grado di sostenere il proprio business.

A Caserta e a Maddaloni 250 addetti

I 250 addetti della Softlab nelle sedi di Caserta e Maddaloni sono frutto di una reindustrializzazione, ovvero sono tutti ex dipendenti della Jabil, multinazionale americana con stabilimento a Marcianise, con oltre 300 lavoratori fuoriusciti e riassunti, a spese della stessa Jabil, da altre aziende, come appunto Softlab, che si erano impegnate a garantire un futuro occupazionale agli ex Jabil e produttivo per il territorio casertano.

L’incontro precedente si era tenuto al Ministero il 15 marzo e l’azienda aveva presentato delle slide su un ipotetico andamento previsionale dei mesi successivi, con l’annuncio dell’azzeramento della Cigs. Il comportamento dell’azienda era stato già all’epoca poco serio, era mancato un vero piano per il rilancio industriale, al contrario aveva presentato solo qualche numero senza basi solide con soluzioni tampone, prospettive di marginalità limitate e variabili.

Grazie alla partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici al presidio del 27 luglio, una delegazione di lavoratori e di sindacalisti ha potuto illustrare la situazione al Responsabile delle vertenze, segnalando le problematiche e le considerazioni sopra svolte e ha aggiunto che il Ministero e Invitalia hanno il dovere di monitorare la situazione di Softlab, per tutelare i lavoratori e le lavoratrici, ma anche per evitare che il prestito non venga poi restituito. Attendiamo quindi prospettive solide per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori del Gruppo.


*Segretario nazionale Uilm-Uil


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