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Si apre il Conclave alla ricerca di un "costruttore di ponti e volto di una Chiesa samaritana"

di Luca Rolandi


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Per i credenti ci penserà lo Spirito santo ad illuminare le menti e i cuori dei cardinali, più a livello umano non sarà facile l’elezione del successore di Francesco sul soglio di Pietro. La comunità cattolica mondiale ha bisogno di una guida salda ma anche di molta sinodalità, inculturazione della fede, una dimensione planetaria e non esclusiva che molti temono. Difficile anche oggi definire il collegio cardinalizio, praticamente ricomposto da Papa Bergoglio, progressista o conservatore, categorie forse del tutto superate. Non si vedono favoriti, si fanno molti nomi, ipotesi di continuità e discontinuità, ma davvero questa volta è molto difficile. Certamente il Conclave si concludere in due massimo tre giorni e vedremo chi diventerà Papa della chiesa cattolica universale.

Sono 108 (su 135 aventi diritto) i cardinali nominati da papa Francesco che entrano in Conclave. Guardando alla provenienza geografica, 59 sono gli europei (di cui 19 italiani), 37 gli americani (16 dall'America del Nord, 4 da quella centrale, 17 dall'America del Sud), 20 gli asiatici, 16 gli africani, 3 dell'Oceania. Il più giovane è l'ucraino Mykola Byčok, 45 anni compiuti il 13 febbraio, vescovo della Chiesa greco-cattolica di Melbourne (Australia). Il più anziano lo spagnolo Carlos Osoro Sierra, arcivescovo emerito di Madrid, che compirà 80 anni il prossimo 16 maggio, seguito di solo un mese dal guineano Robert Sarah, Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino.

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Tutti in Cappella Sistina, dunque, i cardinali per scegliere il Papa. Ma non è sempre stato il luogo della scelta. Ci sono state anche tante altre sedi. Intanto il 26° Conclave della storia della Chiesa si svolgerà nella magnifica sala, uno scrigno d’arte visitato da milioni di persone ogni anno per ammirare lo splendido Giudizio Universale di Michelangelo.

Tante sono le curiosità intorno al Conclave. Prima di tutto le sedi dell’elezione che sono state anche fuori dall’Italia: nel 1119, ad esempio, si svolse a Cluny, nel 1314-1316 a Carpentras e Lione, e poi più volte ad Avignone nel corso del Trecento e nel 1417 a Costanza. In tutto a Roma l’elezione si è svolta cinquantatré volte, dieci nella cappella Paolina, tra il 1550 e il 1700, venticinque, a partire dal 1513, nella Cappella Sistina. Quasi tutti i Papi sono stati eletti per votazione, ma non tutti: nel 731 Gregorio III fu scelto “per acclamazione”, Sisto V nel 1585 per “quasi ispirazione”. Il primo vescovo di Roma a essere eletto in Conclave fu Gregorio X scelto nel 1276 nella cattedrale di Arezzo.

Dall’Extra Omnes che vedrà i battenti della Sistina chiudersi a chiave, i cardinali – 173 in totale, 130 elettori – che si sono riuniti in questi giorni in Aula del Sinodo per le varie congregazioni dovranno da questo pomeriggio eleggere il nuovo Papa.  Un pontefice che, come dice il significato del nome, dovrà essere “costruttore di ponti, e pastore, maestro di umanità e volto di una Chiesa samaritana”; un Papa che “in tempi di guerra, violenza e profonda polarizzazione”, sia segno di “misericordia, sinodalità e speranza”.

Vedremo come andrà forse lo Spirito Santo andrebbe evocato da tutti visti i tempi e le tensioni di un mondo in fiamme.


 

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