Il messaggio di Papa Leone: corra il mondo verso la pace, disarmata e disarmante
- Luca Rolandi
- 2 giorni fa
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Il successore di Pietro contro le logiche belliciste in espansione nel mondo
di Luca Rolandi

Discreto e umile, un carattere schivo, ma uomo di profonda spiritualità Papa Leone XIV nel suo primo messaggio per la pace che si celebrerà come da tradizione il 1° gennaio, scrive una nota molto forte, densa di significati e sicuramente controcorrente rispetto alle logiche del mondo intero che stanno flettendo verso l’ineluttabilità della guerra.
La denuncia di Leone XIV è netta. E le sue parole inequivocabili. Il mondo è immerso in «una spirale distruttiva, senza precedenti, dell’umanesimo giuridico e filosofico su cui poggia e da cui è custodita qualsiasi civiltà». Papa Prevost non dimentica nessun conflitto degli oltre cinquanta presenti e riporta anche i numeri davvero molto preoccupanti: “Nel corso del 2024 le spese militari a livello mondiale sono aumentate del 9,4% rispetto all’anno precedente, confermando la tendenza ininterrotta da dieci anni e raggiungendo la cifra di 2.718 miliardi di dollari, ovvero il 2,5% del Pil mondiale». Questo si porta dietro persino un riallineamento delle politiche educative invece di una cultura della memoria, che custodisca le consapevolezze maturate nel Novecento e non ne dimentichi i milioni di vittime, si promuovono iniziative che “diffondono la percezione di minacce» in perfetto stile interventistico”.
Verso una pace disarmata e disarmante è il tema del Messaggio di Leone XIV per la Giornata Mondiale della Pace che si celebra il 1° gennaio 2026. Il Papa invita tutti ad accoglierla e diventarne testimoni perché essa “esiste, vuole abitarci, ha il mite potere di illuminare e allargare l’intelligenza, resiste alla violenza e la vince. La pace ha il respiro dell’eterno”. I cristiani devono diventare testimoni, e citando sant'Agostino, il Papa invita a "intrecciare un’indissolubile amicizia con la pace”. Siamo tutti invitati a camminare per questa strada tracciata dal Risorto. Lui stesso ha incarnato una pace disarmata perché "disarmata fu la sua lotta”.
La pace è un dono che va salvaguardato, infatti se “non è una realtà sperimentata e da custodire e da coltivare, l’aggressività si diffonde nella vita domestica e in quella pubblica” e si può cadere nell’inganno che per ottenerla ci si debba preparare alla guerra incarnando “l’irrazionalità di un rapporto tra popoli basato non sul diritto, sulla giustizia e sulla fiducia, ma sulla paura e sul dominio della forza”.
Prevost ricorda che "sant'Agostino raccomandava di non distruggere i ponti e di non insistere col registro del rimprovero" preferendo “la via dell’ascolto e, per quanto possibile, dell’incontro con le ragioni altrui”. Per ottenere una pace disarmante dobbiamo incarnare la mitezza perché “La bontà è disarmante. Forse per questo Dio si è fatto bambino”. Dall’umiltà evangelica nasce la pace. Un bambino nella sua fragilità ha la capacità di cambiare i cuori, mettere in discussione le nostre scelte e abbassare le armi.
Il Pontefice ricorda ancora che la pace è possibile, non è un’utopia e il dialogo ecumenico e interreligioso sono vie privilegiate per raggiungerla. Non dobbiamo inoltre dimenticare di intraprendere “la via disarmante della diplomazia, della mediazione, del diritto internazionale” che richiedono fiducia reciproca, lealtà e responsabilità negli impegni assunti.









































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