SETTIMANA FINANZIARIA. Seri segnali di recessione
- Stefano E. Rossi
- 30 ago
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a cura di Stefano E. Rossi
Nel secondo trimestre il Pil italiano va in negativo. Segna un magro -0,1% rispetto al trimestre precedente. I primi tre mesi dell'anno ci portavano in dote un +0,3%. Si va quindi verso l’ennesima limatura al ribasso delle stime di crescita per il 2025, ridimensionate al +0,5%. Il dato precedente era +0,6%. Non è sicuramente un sintomo di recessione. Anzi, se si confrontano i valori con il secondo trimestre del 2024 la crescita ritorna al +0,4%. Ma il rallentamento c’è, è evidente e preoccupa. Infatti, nonostante l’impulso che l’effetto Pnrr sta producendo in modo diffuso su tutto il territorio nazionale, l’economia nel suo complesso continua ad arrancare. E così, nella seconda frazione d’anno risulta nulla la variazione dei consumi delle famiglie e delle istituzioni sociali private. Anche le esportazioni sono diminuite dell'1,7%. Ma questo era atteso, a causa del noto effetto dazi americani. E pensare che nel secondo trimestre si è anche lavorato di più. Rispetto ai primi tre mesi, le ore lavorate sono salite del +0,2% (+0,4% nei confronti del secondo trimestre del 2024) e i redditi da lavoro dipendente pro-capite, sono aumentati del +0,9%.
Prezzi alimentari verso l'alto
Ad agosto diminuisce la corsa dell’inflazione al +1,6% annuo. A luglio era al +1,7%. Come sempre occorre analizzare il dettaglio, perché rallentano i prezzi energetici ma salgono, e di molto, gli alimentari. Il rincaro del carrello della spesa è più che doppio: +3,5%. Anche i prodotti ad alta frequenza d'acquisto corrono più della media, +2,4%, e sono in accelerazione rispetto a luglio. Dipendono dai dati Istat i calcoli elaborati dal Codacons, poco rassicuranti. L’istituto di Carlo Rienzi stima che l’inflazione determinerà un maggiore esborso per la famiglia tipo pari a +526 euro annui, +716 euro per un nucleo con due figli. Inoltre, starebbe per arrivare l’abituale stangata di settembre legata alla scuola. Il materiale scolastico, comparto cartoleria, è aumentato in media del +4,8% e sono saliti del +3,8% i listini dei libri scolastici.
Consumatori Usa in allarme
L’oro rialza la testa e venerdì prende a correre oltre i 3.460 dollari l’oncia, secondo valore massimo di tutti i tempi. Campanello d’allarme anche sulle scorte di gas, allineate al peggior risultato dell’ultimo quadriennio. L’estate sta finendo e gli stock sono solo al 70%. A fine anno il prezzo potrebbe tornare a ballare, come avvenne nei mesi del dopo-Covid.
Il petrolio resta basso. Si mantiene a 64 dollari al barile. Alla pompa osserviamo i benefici congiunti del prezzo conveniente del greggio e della debolezza del dollaro, che non smette di quotare 1,17 sull’euro.
Erano quattro anni che non si vedeva il biglietto verde a quel livello. A inizio anno reggeva ancora quota 1,02. Poi, l’effetto Trump ha prodotto, in soli quattro mesi da febbraio a giugno, una svalutazione del 13%.
Con il caro-Euro, l’import era iniziato a costare agli americani già molto di più dell’anno scorso. A questo, il Presidente ha deciso di metterci il carico (com’è uso dire tra gli scommettitori): il rialzo dei dazi su quasi tutte le merci e nei confronti del mondo intero.
Risultato: a giugno il disavanzo commerciale era migliorato a -60,2 mld di dollari da -71,7. Inoltre, le entrate fiscali avevano subito una forte crescita.
Ora le casse del Tesoro Usa ridono, un po’ meno le tasche dei loro contribuenti statunitensi, i primi a sopportarne le conseguenze. L’Università del Michigan ne è consapevole: ha registrato un forte calo della fiducia dei consumatori. Ad agosto, il sentiment delle famiglie è passato da 61,7 a 58,6.
Nagel contro MPS a testa bassa
Piazza Affari vira al ribasso, -2,57%. Tra martedì e mercoledì, perde oltre mille punti sui rumors che, a vario titolo, colpiscono il comparto finanziario. Lo scossone è forte, ma non tocca solo Milano. In Francia, sull’onda delle crisi di governo, il Cac40 va anche peggio: -3,34%. E, poi, scendono Madrid (Ibex35 -2,99%), Francoforte (Dax -1,89%) e Londra (Ftse100 -1,44%). Finisce l’idillio delle borse perennemente in salita? È ancora presto per dirlo, occorreranno altre conferme.
Le banche sono sotto attacco e i colpi arrivano da tutte le parti. Non ultimo dalla politica. In Italia si ritorna a parlare di tassazione degli extra profitti, dimenticando che era stato già emanato di recente un provvedimento. Peraltro, quella stessa questione non pareva essersi chiusa del tutto. Il differente trattamento fiscale, a carico di un singolo settore economico, aveva sollevato dubbi di anticostituzionalità da parte dei legali degli istituti di credito, per gli evidenti intenti discriminatori. Ma non è tutto. C’è anche la crisi di governo in Francia, che si ripercuote soprattutto sul comparto bancario europeo, che in settimana fa registrare la peggior perdita rispetto a tutti gli altri.
Il Risiko bancario italiano accende invece la labile illusione di un ritorno d’interesse.
Si avvicina il termine dell’offerta pubblica di scambio, tanto cara al Governo in carica, lanciata da Banca Mps nei confronti di Mediobanca. Le azioni conferite sono ora pari al 27,06% del capitale sociale. I due contendenti sono agguerriti e nessuno si dà per vinto. È una sfida che, per il CEO della banca milanese, Alberto Nagel, ha assunto il gusto della rivincita nei confronti del gruppo Caltagirone. Brucia ancora l’esito dell’assemblea del 21 agosto, quella della sconfitta, quando proprio da Caltagirone e Del Vecchio è stato bocciato il progetto di integrazione tra Mediobanca e Banca Generali. Ma, oltre alle questioni di principio, a Nagel preme anche la sostanza. Il banchiere è intenzionato a rimanere al suo posto. Perciò, entro la data di scadenza dell’Ops, che si chiuderà l'8 settembre, deve riuscire a far fallire l'offerta di Siena e far strappare l’amara lettera del suo licenziamento, già annunciato dall'AD del Monte, Luigi Lovaglio.
Però, la strada è in salita. Potrebbe non essere sufficiente la pubblicità anti adesione all’offerta di Banca Mps, con cui Nagel continua a inondare l’etere da più di un mese. Infatti, nella sola giornata di giovedì sono state conferite 63 milioni e mezzo di azioni, pari al 7,6% del capitale sociale. Non è dato a sapere chi potesse esserci dietro questo passaggio di mano. Ma è opinione diffusa che, almeno in parte, potrebbe trattarsi del gruppo Caltagirone. Il suo interesse è di chiudere la partita il prima possibile.
A metà settimana sono anche arrivati gli echi di una disfida tedesca. Unicredit ha comunicato di essere salita al 26% in Commerzbank e che crescerà al 29% con la conversione di posizioni sintetiche. La notizia non è stata minimamente gradita dal mondo politico e sindacale teutonico.
Scivolone Telecom
In borsa, peggio di tutti ha fatto Telecom Italia. È stata davvero una brutta caduta. Nessuno se l’aspettava: Iliad ha interrotto il dialogo per l’integrazione delle reti dei due colossi delle telecomunicazioni. La decisione dell’abbandono risulterebbe già presa da mesi, ma era stata mantenuta nel più stretto riserbo. Ha talmente preso di sorpresa i dipendenti dell’azienda, gli operatori dei mercati e gli investitori che le reazioni sono state quantomeno scomposte. Nella sola giornata di giovedì il corso del titolo ha lasciato sul campo oltre un decimo del suo valore. Per conto suo, iliad, tramite l’amministratore delegato Thomas Reynaud, presentando i risultati semestrali, ha comunicato di aver avuto colloqui molto preliminari a giugno per un possibile accordo con la concorrente francese Sfr.
Il Borsino della settimana – rassegna dei migliori e dei peggiori titoli del listino
FTSE MIB.
I Tori: Moncler +3,22%, Leonardo +2,91%,
Gli Orsi: Telecom -11,13%, Banca Mps -5,48%
FTSE MIB: -2,57% (valore indice: 42.196)
I presenti commenti di mercato rivestono un esclusivo scopo informativo e non intendono costituire una raccomandazione per alcun investimento o strategia d’investimento specifica. Le opinioni espresse non sono da considerare come consiglio d’acquisto, vendita o detenzione di alcun titolo. Le informazioni sono impersonali e non personalizzate.











































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