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Osservando i nostri tempi

La solitudine dei ragazzi nella ricerca della sessualità, l'idea di un festival


di Domenico Cravero


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Il festival è un evento festivo, tenuto da una comunità locale. L’educazione sessuale merita un festival, poiché la sessualità, quando è umana, è la festa della vita e richiede di diventare un fatto comunitario locale. I genitori attuali hanno per lo più accettato acriticamente il presupposto oggi generalizzato che la sessualità appartenga alla sfera soggettiva riservata e inviolabile dei figli, quando invece è il più pubblico dei beni perché è la base biologica e psicologica della generazione e l’educazione al rispetto nei comportamenti sessuali è la prima scuola di socialità.

Perché gli adulti hanno lasciato i ragazzi soli davanti all’effettività? Nell’epoca dell’individualismo, il terreno più esposto alla soggettività è, in modo evidente, l’erotismo. La sessualità acquista, così, il valore di canale di espressività individuale, di fruizione del piacere fisico più che di donazione affettiva. La banalizzazione della sessualità ha reso più difficile l’immediatezza dei suoi significati simbolici.


Apprendere l'amore

I ragazzi di oggi sono soli nella difficile e perturbante ricerca del senso dell’eros. Questo nella storia non era mai successo. È sempre esistito un costume che oggi è stato scombussolato. L’amore, infatti, va imparato. La sessualità è un linguaggio che va affinato e approfondito con un impegno che dura tutta la vita. Questo linguaggio va appreso in pubblico. C’è un’educazione sessuale nella condizione adulta e una per l’età evolutiva, con possibili punti di incontro e condivisione.

Al tempo della non raggiunta parità e del femminicidio s’impongono nuove priorità e urgenze che rendono insufficiente la sola informazione scientifica, pur necessaria. Non basta infatti spiegare, occorre costruire una pratica, cioè un fatto pubblico e locale, di intesa e di rispetto. Neppure è utile un’esposizione solo frontale delle tematiche sessuali ed erotiche da parte di esperti. Serve un vero apprendimento laboratoriale per acquisire abilità e capacità, e correggere linguaggi e comportamenti errati o non funzionanti. L’educazione sessuale si prende carico del disorientamento e dell’abbandono di oggi. Si deve occupare di affrontare condizioni che prima erano dettate da stili di vita condivisi.

Ora è tutto lasciato ai ragazzi. Il corteggiamento, per esempio, può essere sentito come complicato e pieno di insidie. Ci si può sentire impreparati al primo appuntamento: cosa fare? Cosa dire? Si sta infatti incontrando una persona, nella sua singolarità corporea! Come confrontarsi con reciproche emozioni e sentimenti? Come presentarsi curiosi e aperti al dialogo, gentili e garbati? Cosa evitare o temere? Atteggiamenti troppo intimi potrebbero mettere a disagio, pretendere di capire tutto già al primo appuntamento potrebbe essere eccessivo. Come tenere lo sguardo? Come portare il corpo? Come farle (fargli) capire che siamo interessati a lei (a lui)? Come progredire nella relazione? Cosa pensare o non pensare? Cosa dire o non dire? Altre domande sono ancora più difficili ma inevitabili. Come intendiamo la sessualità? In cosa consiste il piacere? Quali confini tra eros e amicizia? Quali differenze tra il maschile e il femminile? Cos’è l’amore?

La sessualità è una dimensione centrale dell'umano presente in tutta la vita e comprende identità, ruoli e parità di genere, orientamento sessuale, erotismo, piacere, intimità, progetto di vita nell’impegno reciproco. Comprende anche la riproduzione umana. La sessualità si vive e si esprime in credenze, atteggiamenti, valori, pensieri, fantasie, desideri, comportamenti, ruoli e relazioni.


Organizziamo una partecipazione pubblica sul tema

L’importanza del tema, tendenzialmente divisivo per il contrasto delle etiche nella società pluralista, presuppone una cura precisa nella costituzione di un’equipe intergenerazionale che lavori per fare dell’educazione sessuale un evento pubblico. Non si può addossare tutto sulla scuola, né fare della formazione sessuale un obbligo. Non è troppo sbrigativo?

Si dovrà poi scegliere la forma organizzativa del festival: workshop, seminari e interventi, tematiche; il tipo di ambiente da offrire, adatto allo stile con cui s’intende affrontare un tema così complesso (rispettoso, sereno, aggregativo, tenendo conto della presenza di persone con orientamenti culturali e esperienziali non solo diversi ma anche contrapposti). Qualsiasi forma si scelga si dovrà trasmettere l’idea che la salute sessuale è un concetto complesso, che comprende lo stato di benessere fisico, emotivo, mentale, sociale e spirituale in relazione alla sessualità.

Ogni riduzione della complessità comporterà esclusioni, reazioni critiche, chiusure che metterebbero in seria difficoltà il senso dell’evento. Per entrare in comunicazione con gli attuali orientamenti del pensiero e della ricerca scientifica sarà cura dell’équipe collegarsi ai programmi di Comprehensive Sexual Education (CSE), raccomandati dall'UNESCO e dall'OMS. Un’attenzione particolare andrà riservata al programma artistico, all’uso dei simboli e all’organizzazione dell’accoglienza delle persone, per creare il clima di rispetto e di sincera valorizzazione della dimensione sessuale della vita. Se la sessualità è bella può essere raccontata solo con l’arte. Non bastano le idee. Non va inoltre dimenticato che un valore ormai molto sentito dai decisori politici e dalla popolazione riguarda la prevenzione della disinformazione (che la ricerca sociale documenta come ancora presente tra gli adolescenti e gli adulti) e il contrasto della violenza di genere, del cyber bullismo e del sexting.

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