top of page

Per passione, non solo musica e parole...

Gaza, la pace ha bisogno di giustizia e la musica è speranza


a cura del Baccelliere


ree

Fra le macerie fumanti di Gaza, risuonano le parole di Primo Levi. Questa è una tregua. Lo è per definizione. Lo è perché le premesse fanno pensare che resterà tale anche quando si chiamerà pace. La tregua è per natura fragile. Dura il tempo di prendere fiato. Nell’Iliade è un respiro dentro la guerra, durante il quale si sotterrano i morti[1].

Questo che stiamo vivendo è un tempo sospeso, del cui tragico esito qualcuno si compiace. Non si fermano i contrasti. La paura che alle porte bussino le bombe. Mentre i morti non cantano. E i vivi tremano ancora. In una guerra in cui la religione si fa pretesto per l’imperialismo, sappiamo che l’odio non è finito. Sperare che l’umanità esista ancora è un atto di fede più che un calcolo della ragione. Difficilmente questa tregua diventerà pace, perché la pace ha bisogno di giustizia. Nel progetto trumpiano non sembra essercene. Il grido del kapò che evocava Primo Levi  echeggia ancora.

La musica dovrebbe servire a superare la malinconia o a sublimarla. Nei primi anni ‘80, in un’epoca di cantanti pop che si muovevano fra i dolci sogni di Annie Lennox[2] e gli occhi alla Bette Davis di Kim Carnes[3], Cindy Lauper cantava Time After time[4]. Alcuni versi della canzone contengono un messaggio di speranza. "If you lost you can look and you will find me", Se ti senti perso, puoi guardarti in giro e mi troverai. Per venire davvero in soccorso, questa tregua non basta. Eppure, se servirà a fermare l’escalation di morti e distruzione, la benediciamo. Avremmo però bisogno di un deus ex machina che intervenisse e cambiasse il senso di rotazione dell’ordine mondiale. Di fronte all’umanità che si è perduta qualcuno che porti speranza, che sia un politico, un religioso o chissà chi altro non si vede.

Ameremmo che a prendersi questo peso fosse l’Europa, ma mancano le condizioni. Troppe zavorre ne limitano i movimenti. Troppo egoismo alimenta particolarismi sovranisti, che negano in nuce il senso stesso dell’Unione. Tuttavia il ricordo del DNA di Ventotene potrebbe salvarla dall’ignavia che la ha attanagliata. Oggi le si adatta il brano di Franco Battiato Povera patria[5]. Domani potrebbe sorprenderci.


Note

[1] Nel settimo libro una tregua viene stabilita dopo il duello fra Aiace ed Ettore. Entrambi sono sopravvissuti e si sono affrontato e lasciati con rispetto. Ammirati da questa prova, i due eserciti concordano una sospensione delle ostilità per seppellire i caduti e curare i feriti.

[4] https://youtu.be/VdQY7BusJNU?si=0WRUzDkax8S7-SYS qui nella versione originale, ma vale la pena anche quella del duo Tuck & Patti https://youtu.be/EfKl4FCCPYU?si=lca_8FgG_o-CdWiL

Commenti


L'associazione

Montagne

Approfondisci la 

nostra storia

#laportadivetro

Posts Archive

ISCRIVITI
ALLA
NEWSLETTER

Thanks for submitting!

Nel rispetto dell'obbligo di informativa per enti senza scopo di lucro e imprese, relativo ai contributi pubblici di valore complessivo pari o superiore a 10.000,00, l'Associazione la Porta di Vetro APS dichiara di avere ricevuto nell’anno 2024 dal Consiglio Regionale del Piemonte un'erogazione-contributo pari a 13mila euro per la realizzazione della Mostra Fotografica "Ivo Saglietti - Lo sguardo nomade", ospitata presso il Museo del Risorgimento.

© 2022 by La Porta di Vetro

Proudly created by Steeme Comunication snc

LOGO STEEME COMUNICATION.PNG
bottom of page