Scoperta una relazione tra ulcera gastrica e Parkinson
di Giuseppina Viberti e Germana Zollesi
Che le ulcere gastriche non siano da trascurare è cosa ovvia, ma che queste siano un segnale precognitivo del Parkinson è una scoperta del Beth Israel Deaconess Medical Center grazie al lavoro dell’équipe del prof. Subhash Kulkarni, pubblicato sulla rivista scientifica Jama Network Open.
L’ulcera gastrica, malattia sempre più diffusa e non sempre diagnosticata con tempestività, è data da un'erosione o lesione, più o meno profonda, singola o multipla, della parete di rivestimento dello stomaco, dovuta all'azione corrosiva dei succhi gastrici. I succhi gastrici prodotti dallo stomaco hanno funzioni digestive e difensive nei confronti dei patogeni che accedono al canale digerente e sono molto corrosivi; per questo alcune cellule specializzate dello stomaco (cellule mucose superficiali) producono uno strato di muco - contenente proteine e bicarbonati - per proteggere la mucosa gastrica. Alterare questa barriera protettiva genera le ulcere.
Cause ed elementi scatenanti
Numerosi fattori esterni, dietetici e comportamentali possono facilitare l'insorgenza dell'ulcera gastrica, tra cui i Fans (farmaci antinfiammatori non steroidei, farmaci gastrolesivi, che riducono la concentrazione di bicarbonato nel muco ed inibiscono la sintesi delle prostaglandine), l'alcol e la caffeina, ingerite in quantità elevata, il fumo di sigaretta (che rallenta lo svuotamento gastrico ed aumenta il reflusso dal duodeno allo stomaco, oltre a ridurre la secrezione di bicarbonato); mentre i grassi della dieta sono in grado di diminuire la resistenza della mucosa all'aggressione acida.
All'aumento di frequenza dell'ulcera peptica contribuiscono i disordini dietetici, la predisposizione genetica (nei soggetti di gruppo sanguigno 0) e fattori psicologici (individui con personalità fragile e dipendente, o esposti a situazioni di elevata conflittualità e forte stress, sviluppano l'ulcera gastrica con frequenza più elevata). I sintomi più frequenti sono: dolore addominale, nausea e vomito, perdita di appetito e conseguente perdita di peso, eruttazioni, alitosi, cattiva digestione e senso di gonfiore allo stomaco e melena (presenza di sangue nelle feci).
Un'indagini su oltre 9mila pazienti
Le ricerche condotte hanno rilevato come i problemi gastrointestinali sono comuni nei pazienti con disturbi neurodegenerativi e come chi è colpito dal Parkinson soffra di disfunzioni gastrointestinali. Viene così messa in discussione l’ipotesi che il Parkinson sia una malattia che avanza dall'alto verso il basso (quindi inizia nel cervello e poi arriva all'intestino), ma potrebbe trattarsi di un approccio dal basso verso l'alto, che inizia nell'intestino e arriva fino al cervello. L'analisi ha coinvolto 9.350 pazienti senza diagnosi di Parkinson e che erano stati sottoposti a endoscopia con biopsia tra il 2000 e il 2005. La maggior parte aveva tra 50 e 64 anni. Il danno alla mucosa gastrointestinale, dovuto ad esempio a ulcera peptica, è stato associato a un rischio maggiore del 76% di sviluppare la malattia di Parkinson durante il periodo di follow-up, durato circa 15 anni.
Il messaggio della ricerca, finanziata dal National Institute on Aging, dall'American Gastroenterological Association e dall'Università di Harvard è che i medici dovrebbero monitorare coloro che risultano di soffrire di danni alla mucosa intestinale, perché consentirebbe di diagnosticare e trattare in anticipo persone con il Parkinson, prima che i sintomi classici come la rigidità o il tremore diventino evidenti.
Circa il 40% delle persone con malattia di Parkinson sviluppa la demenza correlata a tale condizione, solitamente dopo i 70 anni e circa 10-15 anni dopo la diagnosi di questa malattia, che è cronica, può durare fino a 25 anni con coinvolgimento familiare e sociale estremamente severo, al punto da far ammalare molti dei caregiver.
E’ pertanto estremamente interessante questo approccio fra malattie che appaiono lontane fra loro (ulcera gastrica e Parkinson), ma che invece possono avere interazioni significative e predittive. Questa situazione ci ricorda l’importanza di considerare sempre il paziente nel suo insieme con un approccio olistico e la necessità del lavoro di équipe, a volte dimenticati.
Comments