Prosegue la protesta in Israele contro il bavaglio alla magistratura di Netanyahu
Aggiornamento: 26 mar 2023
Guarda le foto. La convinzione di Yariv Levin, ministro della giustizia del governo Netanyahu, continua a non convincere una parte della società israeliana che ieri, 25 marzo, per il dodicesimo sabato consecutivo, è scesa in piazza, per contestare la riforma che dovrebbe imporre un alt al potere incontrollato della magistratura. All'opposto Benjamin Netanyahu, ritornato al potere nel dicembre scorso con un governo di estrema destra, ritiene che la nuova legge servirà a rafforzare proprio la democrazia con un ritrovato bilanciamento dei poteri. Bilanciamento, osservano le opposizioni, che coincide singolarmente con l'interesse del primo ministro a dribblare i suoi guai giudiziari.
Ma le proposte contro l'iter legislativo non sono soltanto di piazza e delle opposizioni che siedono alla Knesset, il parlamento di Israele. All'interno del governo sta maturando una fronda capitanata dai ministri Yoav Gallant (Difesa) e Avi Dichter (Agricoltura), i quali suggeriscono di bloccare la riforma. Non a caso, un migliaio di riservisti ha manifestato ieri nei pressi dell'abitazione di Gallant, quasi un monito rivolto a Netanyahu a non sottovalutare la protesta interna, ma nello stesso tempo la conferma delle pesanti incognite che gravano sullo stato della democrazia in Israele, se anche l'esercito e l'elemento "cameratesco" di chi ha servito e continua periodicamente a servire nell'esercito sono usati come massa di manovra e di pressione nelle piazze. Comunque, secondo il più classico tatticismo politico, lo stesso Gallant ha invitato a sospendere le manifestazioni e a cercare il dialogo tra le parti.
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