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Parlamento Europeo: Hamas rilasci immediatamente tutti gli ostaggi

Aggiornamento: 19 ott 2023


Con 500 voti a favore, 21 contrari e 24 astensioni, il Parlamento Europeo a Strasburgo ha votato oggi, 19 ottobre, una risoluzione di condanna per gli attacchi di Hamas ad Israele. Nello stesso documento si esprime il diritto di Israele all'autodifesa per “eliminare l'organizzazione terroristica”, nel pieno rispetto del diritto internazionale, e ha inserito la richiesta una pausa umanitaria, la de-escalation oltre "alla necessità di trovare una soluzione pacifica al conflitto". Gli europarlamentari hanno inoltre chiesto il rilascio immediato e incondizionato di tutti i rapiti detenuti nella Striscia di Gaza. Nella risoluzione il Parlamento sottolinea peraltro "l’importanza di distinguere tra il popolo palestinese, e le sue aspirazioni legittime, e l’organizzazione Hamas e i suoi atti terroristici" e, inoltre, chiede un'indagine indipendente sull'esplosione avvenuta all'ospedale di Gaza per "scoprire se si è trattato di un attacco deliberato e di un crimine di guerra". Sulla tragedia, fonti della diplomazia europea non bene precisate avrebbero ridimensionato il numero dei morti tra 10 e 50.

Condanna è stata anche espressa nei confronti dell'Iran per il sostegno offerto a Hamas e ad altre organizzazioni sodali e ha chiesto l'inclusione delle Guardie della Rivoluzione e dell'organizzazione di Hezbollah nell'elenco delle organizzazioni terroristiche dell'Unione Europea. Infine, è stato chiesto a Israele ed Egitto di collaborare con la comunità internazionale per creare corridoi umanitari nella Striscia di Gaza.

In proposito, l'agenzia UNRWA dell'ONU ha allestito una tendopoli a Khan Yunis nella Striscia di Gaza meridionale, dichiarata dalle forze armate israeliane "zona umanitaria", dove arrivano i residenti palestinesi dalla Striscia di Gaza settentrionale.

Prosegue su più fronti lo scontro armato tra Israele e i miliziani di Hamas e Hezbollah. Questi ultimi sono responsabili di un razzo lanciato dal Libano che ha colpito (guarda il video) direttamente un edificio di 9 piani a Kiryat Shmona. Anche in questo caso, l'attacco di riempie di valenze simboliche e significati storici. La città, letteralmente "città degli otto", è situata nella Valle di Hula, alle pendici del monte Hermon, nel Distretto Settentrionale. Il nome è un omaggio alle otto persone (tra cui Iosif Trumpeldor, fondatore della Legione ebraica) cadute il 1º marzo 1920 durante un attacco arabo contro la vicina Tel Hai. Già nel 1974 la città fu teatro di un sanguinoso attacco, noto come "massacro di Kiryat Shmona": l'11 aprile di quell'anno tre terroristi appartenenti al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, penetrati dal vicino confine con il Libano, fecero irruzione in un condominio, uccidendo tutti i diciotto residenti (inclusi nove bambini). L'episodio sarebbe poi stato tra gli antefatti della prima invasione israeliana del Libano nel 1978.

Negli anni a seguire Kiryat Shmona è stata oggetto di ripetuti attacchi terroristici, compiuti pressoché quotidianamente a mezzo di razzi Katjuša sparati dal vicino confine libanese, prima da parte dell'OLP, poi da parte di Hezbollah. Nel 2000, dopo il ritiro delle Forze di difesa israeliane dal sud del Libano, la situazione sembrava essersi in parte normalizzata. E invece nel 2006, durante la Seconda guerra del Libano, Kiryat Shmona fu nuovamente bersaglio di migliaia di razzi Katyusha: tra la metà di luglio e quella di agosto furono contati oltre 4000 razzi sparati da Hezbollah, che provocarono la fuga di quasi la metà della popolazione locale[1]. Sempre lanciato dal Libano, un altro razzo è caduto nei pressi di una base dell'IDF (o fuori) al confine settentrionale, dove si registrano combattimenti tra esercito di Tel Aviv e combattenti Hezbollah (nel filmato)




Nella cronaca della giornata si inserisce l'allerta del Dipartimento di Stato USA per "l'aumento della tensione in varie località del mondo, il rischio di attacchi terroristici, manifestazioni o atti di violenza contro i cittadini e gli interessi americani".



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