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"Paesaggi forse", il ritorno di Maurizio Briatta a Torino

di Tiziana Bonomo


Inaugurazione domani, 11 ottobre fino a , allo Spazio Eventa in via dei Mille 42 a Torino, della mostra fotografica “Paeseggi forse", autore Maurizio Briatta, a cura di Tiziana Bonomo. Maurizio Briatta si ripresenta al pubblico con una esposizione più ampia – rispetto a quella dello scorso anno – con tre lavori che segnano momenti diversi della sua esperienza fotografica, ma che in comune hanno il paesaggio. L'autore offre però sempre uno sguardo insolito al paesaggio usando proprio la complessità del mezzo fotografico per ottenere

risultati che giocano sull’ambiguità. Da qui il titolo che genera dubbio, incertezza: “Paesaggi forse”. La mostra andrà avanti fino all'11 novembre.[1]



Un paesaggio assomiglia a un racconto giallo. Noi guardiamo cosa ci fa vedere il fotografo ma cosa c’è di qua, ciò che si vive è al di qua del guardare. «Adesso girati. Lì comincia il porto, le gru si stagliano contro il cielo». questa frase è tratta da un romanzo giallo di Simone Buchholz. Le gru, ad esempio, quelle che rendono i paesaggi brutti e noi con Briatta li vediamo dalla sua parte come li ha fotografati lui. Ma da questa parte chi vive il paesaggio brutto ne vive la complessità. La complessità dell’esistenza. Il racconto prosegue e la descrizione è simile a quella di un paesaggio: «Guardando giù, verso i bacini di carenaggio, tutto si ferma, ma continua più in là, in modo diverso». Questa è una splendida descrizione «del guardare» quella che piacerebbe e farebbe sicuramente godere John Berger. La gru, i giochi, i pali sono l’altra parte della vita e alcune volte basta girarci intorno per apprezzare la bellezza del vero paesaggio naturale.

Eppure chi vive lì attaccato a quel paesaggio forse non lo trova così brutto. Riesce a vedere il cielo e forse a dimenticare per un attimo le gru. È brutto per noi amanti della natura, esseri alla ricerca del bello, camminatori solitari malati di purezza. Chi vive attaccato alla gru? Chi riempie il proprio giardino di giochi per i figli? Per loro quello è il paesaggio. Brutto? Si brutto è vero. Ma nella vita ognuno ha la sua visione di brutto e di bello. Ha il suo obiettivo puntato da una parte o dall’altra. Siamo tutti coinvolti in un film giallo? Penso che Maurizio Briatta con il candore del suo sguardo cerchi l’ironia della nostra esistenza al limite di un giallo. Quasi a ricordarci che il masso, la plastica, il cemento fanno parte di un paesaggio che deve mutare non per raggiungere la bellezza nietzschiana pura e assoluta ma per ricordarci del di più che fa della nostra esistenza qualcosa di imperfetto. Proviamo a liberarci dei giochi, dei pali, del cemento. La nostra natura rilascia in abbondanza già tutto di cosa noi abbiamo bisogno. Un piccolo giallo da indagare dentro di noi: ecco cosa ci suggerisce Maurizio Briatta.


Note


[1] Orari: da martedì a venerdì h. 15-19; sabato 3 e domenica 4 novembre h. 15-20 e su appuntamento.

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