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Orizzonti d'Europa

Aggiornamento: 23 ott 2023


di Mercedes Bresso

Ogni lunedì e fino alle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, Mercedes Bresso - al suo secondo mandato di europarlamentare Pd dall'estate 2023 in sostituzione di Pierfrancesco Majorino come prima degli esclusi alle elezioni del 2019 - ci racconta l'attività politica che si svolge nelle commissioni e dai banchi di Bruxelles e di Strasburgo.[1]


Motori Euro 7, un testo pasticciato

Al centro della nostra settimana c’erano i voti nella Commissione Envi, sul regolamento per i motori Euro 7 e sulla direttiva di cui sono relatrice ombra, che ha come obiettivo di aumentare la riparabilità e quindi la vita media dei beni, evitando gli inutili sprechi dei prodotti a durata programmata. Quest’ultimo parere è stato votato con tutti a favore e un solo astenuto e dovrebbe avere quindi vita facile in aula: poi toccherà agli Stati, alle Regioni organizzare bene il sistema delle riparazioni che dovranno sempre essere rese possibili e al giusto prezzo e a noi cittadini di pretendere che i produttori e i venditori rispettino le nuove regole.

Difficile invece il voto sull’euro 7: qui il blocco delle sinistre è stato battuto, a mio avviso per l’eccessiva rigidità della nostra relatrice ombra, che non ha voluto negoziare su modifiche che tenessero conto della ragionevole domanda dei produttori, in particolare di mezzi pesanti: se non potremo più venderli dal 2040, che senso ha adeguare, nel 2035, i mezzi a nuove norme sulle emissioni? Così è passato un testo pasticciato che non affronta neppure il vero problema della riduzione delle emissioni di particolato, molto nocive per la salute, dovute ai freni e alle gomme.

Una proposta giusta, fatta dalla destra, ma collocata nel testo sbagliato, era invece quella di consentire per i mezzi pesanti l’uso di combustibili bio e sintetici a emissioni nette zero ( perché utilizzano biomassa prodotta in Europa o carbonio estratto dall’atmosfera per produrre i carburanti). Ovviamente questo non risolverebbe i problemi dell’inquinamento urbano ma permetterebbe di aumentare la possibilità di arrivare ai nostri obiettivi di decarbonizzazione (meno 55% per il 2035 e zero emissioni nette per il 2050). Per inciso l’Eni in questi giorni sta facendo la pubblicità proprio alla messa sul mercato italiano di questi combustibili.

Vedremo che cosa succederà in aula ma su questo tema la vera battaglia sarà sul regolamento sulle emissioni e su una formula, il Carbon correction factor, su cui avrò modo di tornare.


Tensioni in Medio Oriente: l'UE non ha peso politico

La settimana al Parlamento Europeo, per noi del gruppo Socialisti e democratici, è iniziata con l’incontro da remoto con la leader dei laburisti israeliani, con la quale abbiamo discusso della terribile guerra seguita all’invasione di Hamas: abbiamo espresso la nostra solidarietà al popolo israeliano e ragionato su come aumentare la sicurezza di Israele e evitare che l’escalation di violenza, che ad oggi appare inevitabile, infiammi tutto il Medio Oriente e produca migliaia di morti civili. Ad oggi non è facile immaginare che cosa possiamo fare come Europa, oltre a dimostrare la nostra vicinanza a un popolo martoriato. La preoccupazione riguarda anche i civili palestinesi, vittime essi stessi di questi barbarici attacchi, perché allontanano ogni possibilità di arrivare ad una pace giusta sulla base di due Stati. I più anziani tra noi hanno ricordato quanto questo obiettivo fosse sembrato a portata di mano quando Clinton, Rabin e Arafat furono a un passo dal trovare l’accordo.

Una discussione si è svolta naturalmente in commissione Afet (politica estera), ma ha purtroppo dimostrato come al di là della solidarietà con Israele e della preoccupazione per l’esplosione di un nuovo terribile conflitto, l’Europa possa fare poco. Questa è una ragione di più per andare avanti con la nostra proposta di riforma dei trattati assegnando all’Unione una vera competenza in materia di politica estera e difesa. Presi individualmente gli Stati europei ormai contano poco sulla scena mondiale, dove sempre di più il confronto avviene fra USA e Cina con, al massimo, un occhio alle posizioni di Russia e India. Dell’Ue nessuno ha parlato come di un attore che conta, al massimo si è raccontata l’incredibile gaffe del commissario che ha parlato di bloccare aiuti che neppure erano stati assegnati. C’è da chiedersi come i nostri capi di Stato e di governo, che si pavoneggiano nelle foto ufficiali, non si rendano conto di quanto sia ridicola questa immagine di un’Europa con le 27 faccine, invece di una sola, quella della presidente dell’esecutivo o, al massimo quella del Presidente del Consiglio Europeo.

Il 25 ottobre, se ce la faremo, la commissione affari costituzionali e poi il Parlamento, voteranno la proposta di modifica dei trattati e di avvio di una Convenzione per discuterne. Sarà un momento della verità per i nostri governi ai quali le vicende della crisi finanziaria del 2008, del Covid, della guerra all’Ucraina, qualche cosa dovrebbero pure avere insegnato!


Note


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