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Oltre duemila presenze alla mostra "La lunga notte di Sarajevo"

Aggiornamento: 20 apr 2023


Guarda le foto. Le cifre sono "certificate" dai volontari delle Associazioni d'Arma che hanno gestito il flusso giornaliero al Mastio della Cittadella: 2016 ingressi in 39 giorni dall'apertura del 9 febbraio scorso con una media quotidiana di 51 presenze e una punta registrata ieri di 320 visitatori, giornata di chiusura che ha avuto uno epilogo emozionante con la rappresentazione teatrale "Sarajevo. Frammenti di uno spettacolo", condotta da quattro attrici, Chiara Bosco, Serena Bavo, Silvia Mercuriati e Stefania Rosso, sotto la regia di Monica Luccisano: un viaggio intenso e struggente con una trama di dialoghi e monologhi che hanno segnato i vissuti che furono degli abitanti di Sarajevo.

Questo il bilancio della mostra fotografica "La lunga notte di Sarajevo", che con le sue 29 immagini in bianco e nero si è trasformata in una "personale" di Paolo Siccardi, fotografo free lance torinese, uno dei testimoni dal 1992 al 1996 dell'assedio cui fu sottoposta Sarajevo, durante la guerra dei Balcani.[1]






Capitale della Bosnia, città multietnica e multiconfessionale per eccellenza, Sarajevo fu sottoposta per 1.425 giorni al bombardamento e al tiro dei cecchini delle milizie serbe guidate da generali in preda a un furore omicida in nome di un ritorno al nazionalismo ottuso e criminale, nel disinteresse dell'Europa, nonostante la guerra si consumasse al proprio interno, proprio là dove nell'estate del 1914 era scoppiata la scintilla che avrebbe provocato il fuoco della Grande Guerra. Sarajevo divenne così l'emblema di un dolore muto e impotente che entrava nelle nostre case attraverso foto e filmati e di cui ancora oggi, a distanza di oltre trent'anni, ci si chiede come sia potuto accadere.


Note


[1] La mostra fotografica "La lunga notte di Sarajevo", immagini di Paolo Siccardi, a cura di Tiziana Bonomo, supervisione di Michele Ruggiero, testi di Marco Travaglini, organizzazione La Porta di Vetro, è stata realizzata con il sostegno del Consiglio regionale del Piemonte e del Comitato Diritti umani e civili, in collaborazione con il Museo di Artiglieria, ANARTI (Associazione nazionale artiglieri d'Italia), ArtPhoto e con il patrocinio della Città di Torino.



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