Le foto di Tinti e Barattini da oggi in mostra a Roccavintage
- La Porta di Vetro
- 3 giorni fa
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L'evento a Torino. Fabbriche e ville abbandonate: scatti che per un attimo riportano in vita il passato

Riapre dalle 16 alle 19 di oggi, giovedì 16 ottobre, dopo il vernissage della settimana scorsa, Incroci, la mostra fotografica curata da Alessandra Greca con gli scatti di Anna Tinti e Stefano Barattini, allestita presso Roccavintange in via della Rocca 20. Saranno tre giorni consecutivi fino a sabato con lo stesso orario, che verranno replicati anche la settimana prossima, sempre a partire da giovedì (gli altri giorni su appuntamento) per ammirare l'esplorazione delle ville abbandonate e delle fabbriche dismesse. Di per sé non si tratta di un genere fotografico inconsueto, ma è pur vero che nella sua diffusione in tutta Europa traccia la storia del Novecento industriale e di una sorta di decadenza dell'attenzione al bello e del disinteresse per il passato, vissuto soltanto come un onere.
In effetti, come rileva in una nota Federico Bollarino, ideatore di Roccavintage, "sono molti i fotografi che si dedicano a questa passione, non senza rischi per la propria incolumità o di incorrere in atti di violazione di proprietà privata. Tuttavia il fascino che i luoghi emanano vince qualunque remora e il risultato sono spesso immagini nelle quali il degrado e l'abbandono diventano elementi artistici, suscitando nell'osservatore quel piacevole senso di nostalgia per qualcosa che non esiste più".


Le immagini di Anna Tinti e Stefano Barattini, la prima milanese di nascita, regista di professione, con un grande amore per la fotografia che l'accompagna dai tempi del liceo, l'altro con alle spalle un'esperienza di quasi mezzo secolo, che negli ultimi tre lustri si è tradotta in passione per rappresentare il tempo che si è fermato, insieme contribuiscono a fissare con tutta la carica espressiva che ci restituisce la fotografia l'istante in cui il luogo ha cessato la sua funzione per sempre.

"Sono posti che emanano un fascino unico, fatto di luci e ombre, di polvere, odori e grandi silenzi ma soprattutto di ricordi", osserva Stefano Barattini che, come in un coro a due voci, rafforza la tonalità di Anna Tinti che afferma di essere attratta dall'estetica della rovina. Un'attrazione che si immerge in luoghi vissuti e abbandonati, ma in grado di moltiplicare le emozioni, senza l'uso di luci artificiali, "nemmeno nelle condizioni di luminosità più critiche, spiega la regista, che si affida soltanto alla luce che filtra, esaltandone "con neri profondi e ombre che nascondono l’ambiente, lasciando a lei il compito di raccontare".
È l'universo parallelo di cui parla Stefano Barattini, cioè quello "che vive a poca distanza da noi e che la fotografia contribuisce a riportarlo per un momento in vita."
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