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Manovra finanziaria: "3 euro, un vero "record" l'aumento per le pensioni minime

Aggiornamento: 23 ott 2024

di Anna Paschero


Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha appena approvato, sottoscrivendola, la  Manovra di bilancio 2025 ed il testo verrà depositato nelle prossime ore alla Camera dei Deputati, da cui partirà quest’anno l’esame del provvedimento. L’iter, che appare in ritardo rispetto la tempistica prevista dalla legge, inizierà con le audizioni  davanti alle Commissioni Bilancio e con la presentazione degli emendamenti. Le misure previste, secondo le dichiarazioni degli esponenti del Governo, in primis la Presidente Meloni, si presentano in continuità rispetto le scelte prese dal governo in carica fin dal suo insediamento. In attesa di leggere i 144 articoli del provvedimento si commentano le prime dichiarazioni rese dagli esponenti del governo, in primis dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul contenuto della manovra.


Ecco il "sacrificio" per banche e assicurazioni

Sul versante delle entrate il ministro Giorgetti ha stigmatizzato a più riprese il cosiddetto “sacrificio di banche e assicurazioni” che si realizza in verità con un anticipo di imposte (3 miliardi) destinate a finanziare il Fondo sanitario nazionale per l’anno 2025 che, nella sostanza, le banche recupereranno nei prossimi anni. Quindi si tratta di un prestito di liquidità e non di un sacrificio. E' bene ricordarlo ed evidenziarlo a futura memoria.

Per restare nell’ambito dell’aumento di risorse finanziarie al fondo sanitario, la Presidente Meloni ha dichiarato che i due/tre miliardi aggiuntivi costituiscono il più alto investimento mai fatto finora. E’vero solo in termini di valori reali, ma il fondo sanitario si misura in relazione al valore percentuale del PIL rispetto al quale si riduce dal 6,12 al 6,05%.  Questo valore nel 2020 era pari a 7,18%.

La Presidente Meloni ha dichiarato che l’aumento delle pensioni minime rappresenta una priorità di questo governo: l’aumento nel 2025  ci sarà e sarà  pari a 3 euro mensili – da 614,77 Euro a 617,9 Euro. Imbarazzante è la parola da utilizzare. Si vorrebbe dire vergognoso, ma non vorremmo incappare nei rigori della stretta, in questo caso non finanziaria, ma del diritto di opinione se si critica l'esecutivo, secondo il parere di chi ha in animo di "abrogare" l'articolo 21 della Costituzione. 

Che cosa è il giusto per la Presidente Meloni?

A seguito della conferma a regime delle tre aliquote e scagioni di reddito IRPEF anche per il 2025 e il conclamato intervento sul riordino delle  “spese fiscali” l'inquilina di Palazzo Chigi ha dichiarato che il sistema fiscale deve chiedere il giusto, deve usare il criterio del buon padre di famiglia e deve avere buon senso”. L’attuale sistema fiscale è profondamente iniquo perché il 5% dei contribuenti più ricchi paga al fisco molto meno di quanto pagano lavoratori dipendenti e pensionati con reddito medio, ovvero una percentuale del 36% se si considera la tassazione con aliquota fissa dei redditi di capitale e finanziari. Ed è sperequativo nei confronti di coloro che non possono sottrarsi alla tassazione (come lavoro dipendenti e pensionati) che contribuiscono al gettito IRPEF nazionale per quasi il 95% del totale e pagano, a parità di reddito, il doppio delle imposte pagate dalle partita IVA soggette a regime forfettario fino a 85 mila euro.

Il dilemma per il Governo è quello di scegliere, nel caso in cui il concordato preventivo producesse qualche risorsa in più, tra la riduzione della seconda aliquota di 2 punti percentuali o estendere la flat tax agli autonomi a 100.000 Euro. Quindi anche per il prossimo anno si prospetta la stessa situazione in cui la tassazione IRPEF sui redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati mantiene quasi per intero il welfare del Paese, il cui accesso è garantito costituzionalmente a tutti i cittadini.

 

 

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