Alberto Trentini, 184 giorni nelle carceri venezuelane
- La Porta di Vetro
- 1 giorno fa
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Aspettando Alberto Trentini, da 184 giorni nella prigione di El Rodeo I, estrema periferia di Caracas nello Stato di Miranda, che i resoconti giornalistici descrivono come un autentico girone infernale, dove circola di tutto un po', forse un po' tanto...: droga, armi, violenza. Molti anni fa, vi fu la testimonianza di Padre Leonardo Grasso, un religioso milanese trasferitosi negli anni Ottanta in America Latina, responsabile di “Icaro”, una Ong nata per dare assistenza ai connazionali in Venezuela. Dopo una breve premessa - "bisogna dimenticarsi dei film statunitensi con due uomini che parlano buttati su delle brande" - don Leonardo passò alla descrizione della prigione: "Nel Rodeo non ci sono celle: sono state buttate giù le pareti interne e ci sono spazi unici che ospitano un gran numero di persone, da 200 a 500. Questi sono chiusi con una porta che è la difesa del 'padiglione', controllata dagli stessi prigionieri organizzati in gruppi armati. In questi 'saloni' i detenuti trascorrono le notti, gettati sul pavimento, su un pezzo di cartone o se hanno fortuna su una stuoia. Solo i 'pranes' (così sono chiamati i capi delle bande) e chi ha molti soldi (tanti) possono permettersi uno spazio più tranquillo, condiviso con solo una dozzina di persone".[1]
A distanza di alcuni lustri e a dare credito alle notizie che filtrano dal Venezuela, la fotografia di El Rodeo I al massimo si è ingiallita ai bordi, ma al centro non dev'essere granché mutata, così come rimane da allarme rosso il sistema carcerario venezuelano in generale, che ha sempre un occhio di riguardo nella repressione degli oppositori politici.
Intanto, domenica prossima il Venezuela andrà alle urne per le elezioni parlamentari, dopo quelle del 28 luglio contestate dalle opposizioni. Si vota, dicono gli analisti, in una atmosfera di disinteresse, e si prevede un'astensione superiore al cinquanta per cento del corpo elettorale. Sullo sfondo, c'è un'opposizione al regime di Maduro divisa, tra chi contesta il nuovo ricorso alle urne, senza avere ricevuto una risposta sulla regolarità delle precedenti elezioni, e chi ha deciso di accettare l'invito del governo a partecipare alla competizione politica.
Non sappiamo se ciò potrà influenzare positivamente la trattativa diplomatica tra Venezuela e Italia per la liberazione dell'operatore umanitario accusato di terrorismo, ma è doveroso confidare nella speranza. Nell'inferno terrestre di El Rodeo I, Alberto Trentini vi è stato già troppo. E' ora di liberarlo.
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