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Per Gaza, per la pace: sciopero della fame a staffetta delle donne di San Salvario

Aggiornamento: 4 ore fa

di Piera Egidi Bouchard


Avete presente come cominciò la storica lotta dei neri d’America guidata da Martin Luther King? Con un piccolissimo evento del 1 dicembre 1955: una donna nera, una sarta, Rosa Parks, stanca per la giornata di lavoro, con i piedi gonfi, non si alzò a cedere il posto sull’autobus a un bianco, e fu arrestata...

Spesso sono le donne che innescano delle proteste umanitarie che poi diventano valanga: così al Sinodo del 2024 le “Quattro sorelle “della chiesa valdese (Letizia Tomassone, Hilda Girardet, Gianna Urizio, Eliana Bouchard) hanno promosso un flash mob e un appello internazionale per la pace nella guerra Israele-Palestina,  sollecitando i deputati a esprimersi ( e durissimo è stato l’esordio del documento per la pace in cui il Sinodo si è detto “inorridito” per quanto succede), e hanno raccolto firme e istituito un sito intitolato significativamente “dalla parte di Abele”, con cui si continua ad operare. Ne abbiamo parlato su queste pagine.

E su queste pagine Libero Ciuffrida ha scritto della recente manifestazione promossa dalla rivista “Confronti” nella sala delle colonne del Municipio di Torino al seguito del documento della Federazione delle chiese evangeliche in Italia “Un crimine contro l’umanità” che condanna le stragi a Gaza.[1] Poi la sera del 17 i promotori sono stati invitati a Rai 3 con i due testimoni di pace, un palestinese e un israeliano. Da cosa nasce cosa... E l’amplificazione dei mass media sono alla base di ogni battaglia di libertà e giustizia.

Di fronte all’incrudelirsi - ogni giorno peggio - degli eccidi, dei bombardamenti nella striscia di Gaza, nella disperazione per l’inerzia dei nostri governanti, ecco “dal basso” piccolissime proteste, piccolissime cose: si spengono le luci di casa tutti insieme in una certa sera a una certa ora, si staccano i telefonini, si stendono dalle finestre lenzuola bianche a simboleggiare i sudari, si diffondono le iniziative sui social. Sono i piccoli comitati per la pace in ogni città, sono i singoli che sollecitano i gruppi, come a Torino Giorgio Ardito, che è l’iniziatore del gruppo “Agite”, a cui fanno riferimento molte associazioni, e che è anima instancabile del sabato per la pace, il presidio settimanale a Palazzo Carignano, giunto al suo 168mo incontro. E la stessa Porta di Vetro che dal suo sito ogni sera denuncia i giorni di reclusione in Venezuela dell'operatore umanitario Alberto Trentini - siamo al 184°, mentre scriviamo - gettato in una cella, in totale isolamento, accusato nientedimeno che di terrorismo.[2]

Ed ecco ieri una recente piccola testimonianza: le donne del gruppo di San Salvario “Donne in difesa della società civile” hanno aderito allo “sciopero della fame a staffetta” europeo promosso dalla redazione di Anbamed: “A Gaza la gente soffre la fame e vivono al limite di una carestia - scrivono i promotori - Con il nostro sciopero della fame chiediamo il cessate il fuoco e la fine del blocco alimentare. L’obiettivo di questo sciopero della fame è sensibilizzare i governi nazionali e l’Unione Europea affinché venga messa fine alla carneficina in corso in Palestina. Per dare un respiro europeo all’iniziativa saranno contattati diversi collettivi internazionali. Ma intanto varie iniziative dal "basso" si stanno attuando in diverse città. E da un granellino di sabbia può venire giù una valanga...

“Piera io faccio tutto: spengo la luce, spengo  il telefonino (sarà una bufala, ma io continuo) metterò il lenzuolo – mi dice l’amica Silvana -. E continuo a chiedermi: cosa posso fare in più?”

E così parte in quarta con le donne del quartiere san Salvario, promuovono un manifesto, ottengono l’adesione di altri gruppi (Camminare Insieme, Centro Studi Sereno Regis, Coordinamento Donne Spi-CGIL Torino, Donne per l’Africa Subsahariana e Seconda Generazione, Donne in Difesa della Società civile, Gruppo Abele, Loqup Ats, Se non ora quando Torino).

Chi c’è, c’è, una cosa fatta sui due piedi, si ottiene un presidio davanti al Comune, si distribuiscono volantini, si leggono articoli, non si sono trovati testimonial di prestigio che possano farlo, per suscitare l’interesse della stampa (c’è il Salone del Libro al Lingotto, tutte lì le persone famose...) siamo pochine, meglio che niente, è un inizio però, e già un successo insperato che “facciamo notizia”, anche quattro gatte/i così, perché stamattina a Prima Pagina su Radio3 il direttore del Manifesto ci ha citate/i. Grazie.

 “Chi potrebbe disprezzare il giorno delle piccole cose? “ (Zac.4,10)- recita il profeta.


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