Lise Meitner, la fisica oscurata nel film su Oppenheimer
di Sergio Cipri
Il film sullo scienzato J. Robert Oppenheimer, giustamente apprezzato da critica e pubblico, conferma la capacità di Christofer Nolan (1970), regista e co-produttore inglese, di tenere agganciato lo spettatore per più di tre ore su un tema complesso non facile da seguire per un pubblico generale. Il film (nella foto, un fotogramma) intreccia con notevole abilità tecnica tre livelli di racconto: vicende personali di Oppenheimer, la sua attività di scienziato dove ho ritrovato gran parte dei mostri sacri dei miei studi di fisica, le vicende politiche che hanno condizionato la sua vita, con l’ossessione del pericolo comunista. Il film, con qualche licenza minore allo spettacolo, è fedele alla storia, ma…
C'è una scena memorabile in cui Luis Alvarez, un fisico dell'Università della California, Berkeley, sta leggendo un giornale mentre, dal barbiere, si taglia i capelli. All'improvviso, Alvarez si alza con un balzo dal suo posto e corre lungo la strada per trovare il suo collega, appunto il fisico teorico Oppenheimer. “Oppie! Oppie!” grida. “Lo hanno fatto. Hahn e Strassmann in Germania. Hanno diviso il nucleo dell'uranio. Hanno diviso l’atomo”. Il riferimento è a due chimici tedeschi, Otto Hahn e Fritz Strassmann, che nel 1939 riportarono inconsapevolmente una dimostrazione della fissione nucleare, la scissione di un atomo in elementi più leggeri. La scoperta fu fondamentale per il Progetto Manhattan, il progetto americano top-secret guidato da Oppenheimer per sviluppare le prime armi nucleari.
Comprese prima di altri la fissione nucleare
Nel film manca un attore importante: Lise Meitner, una fisica che lavorò a stretto contatto con Hahn e sviluppò – lei! - la teoria della fissione nucleare. Meitner era un gigante a pieno titolo, contemporanea di premi Nobel come Albert Einstein, Niels Bohr e Max Planck. Dopo che il secondo ordigno atomico fu sganciato su Nagasaki, la stampa americana la soprannominò, dopo aver chiamato Oppenheimer “il padre”, la “madre della bomba atomica”, associazione che lei respinse con veemenza.
Durante il nazismo lei, austriaca ed ebrea, dovette fuggire in Svezia, ma continuò a collaborare con Hahn per posta. Fu lei a interpretare i risultati di esperimenti che lui non capiva. Un risultato li sconcertò entrambi: quando gli atomi di uranio furono bombardati da neutroni, il neutrone avrebbe dovuto essere assorbito, creando un elemento più pesante. Invece Hahn trovò il bario, un elemento molto più leggero. Erano sconcertati. La scoperta esulava dalle competenze di Hahn come chimico.
"Forse puoi trovare una sorta di fantastica spiegazione", scrisse in una lettera a Meitner tradotta da Ruth Lewin Sime, una chimica del Sacramento City College che pubblicò una biografia di Meitner nel 1996. "Se c'è qualcosa che potresti proporre e che potresti pubblicare, in un certo senso sarebbe comunque un lavoro di noi tre!”. Hahn e il suo collega Fritz Strassmann presentarono i risultati per la pubblicazione nel dicembre del 1938. Il loro tono era incerto: "Forse potrebbero esserci una serie di coincidenze insolite che ci hanno fornito false indicazioni".
Quindi fu Lise Meitner a comprendere che quei risultati sperimentali, apparentemente incomprensibili non erano dovuti ad una strana reazione chimica, ma derivavano da un livello molto più profondo: erano il primo effetto di una fissione nucleare.
Solo Hahn vinse il Premio Nobel per la fissione nucleare. Nel suo discorso di ringraziamento si riferì a Lise Meitner con un termine tedesco che significa assistente o impiegato, secondo Marissa Moss, autrice di un recente libro sulla Meitner. "O un collega, nella migliore delle ipotesi", disse. Lisa Meitner non è stata inclusa come autrice, né è stato menzionato il suo contributo all'opera.
Perché questa omissione? Lisa Meitner era una donna ed era ebrea. Studiò fisica privatamente perché in Austria, suo paese natale, a quell’epoca, prima del 1897, l’accesso alla facoltà di fisica non era permesso alle donne. Ma “amo la fisica con tutto il mio cuore” ebbe a dire... Il fatto poi di essere ebre non fece che rafforzare le sue difficoltà ad essere accettata pienamente in un mondo accademico maschilista e non esente da pregiudizi.
Gli scienziati che hanno alimentato la mia passione per la fisica erano tutti uomini. Nei miei studi Lisa Meitner non è mai stata citata neppure in una nota a piè di pagina. L’approfondito e lungo articolo del New York Times [1] del quale propongo un breve estratto, ispirato dal film Oppenheimer, mi ha fornito l’occasione per questo tardivo riconoscimento.
Note
[1] https://www.nytimes.com/2023/10/02/science/lise-meitner-fission-nobel.html?campaign_id=190&emc=edit_ufn_20231004&instance_id=104370&nl=from-the-times®i_id=114718422&segment_id=146454&te=1&user_id=e329477b576d14fdb1f8aa1527670074
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