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Tiziana Bonomo

Le evanescenze fotografiche di Rosetta Messori

di Tiziana Bonomo


©Rosetta Messori Ninfa 5

Ho conosciuto Rosetta Messori[1] grazie a un libro da lei realizzato, “San’á Voci dalla capitale dello Yemen”. L'artista ha cercato di mettere insieme le componenti di una civiltà millenaria che include l’architettura antica e le vestigia di un patrimonio storico. Una documentazione, prima degli anni crudeli della guerra civile, che restituisce il senso di una delle più belle città al mondo insieme alla forza del suo fiero popolo. Un lavoro dal sapore antico che mi ha consentito di scoprire il significato che lei restituisce alla fotografia e cosa intende farne.

Rosetta Messori è una donna che usa l’immagine per esprimere la sua visione, una percezione molto elaborata e complessa della vita con un linguaggio affascinante e nello stesso tempo con un lavoro ricco di ricerca, studi, pensieri, creatività. Intrigante per quel tormentato tentativo di fotografare per farti “vedere” qualcosa che sfugge al semplice sguardo e a tutti i nostri sensi.

Per Rosetta l’immagine diventa contemporaneamente tempo e fuori dal tempo! D'altronde è ancora molto giovane quando nel 1988 intraprende una ricerca sul Movimento continuando nella sua professione ad esporre in prestigiose Università e sedi Museali nazionali ed internazionali, invitata da diversi Istituti di Cultura all’estero – come in Yemen –a presentare il suo lavoro e a realizzare dei workshop. Scopro una serie di lavori che fissano nel movimento quell’istante che cattura il passato e contemporaneamente il futuro, a dimostrare quanto potente sia la fotografia per restituire il “nostro sentire”.

©Rosetta Messori Ninfa 2

L’istante che ci appartiene è per Rosetta “parte di un tutto in senso empatico” e il suo riferimento attinge agli antichi greci che usavano diversi termini per definire il tempo: Chronosper ne indicava la natura quantitativa, quindi lo scorrere dei minuti; Aiòn in riferimento alla vita come durata; Kairos per indicarne la natura qualitativa e quindi soggettiva, indeterminata e indefinita.


©Rosetta Messori Procreazione continua

Rosetta viene attratta anche dalla filosofia orientale proprio per la stessa visione che avevano i greci del tempo: ciclico che legge gli eventi come ripetersi costante. È nelle immagini dell’acqua, in quel turbinio, dove Rosetta, avverte molto più di quanto le stesse riescono a farci sentire, la sua anima. Una parola grande, imponente, magica come lo è la fotografia e la sua fotografia. Da Aristotele trae il collegamento della nozione di tempo con l’anima o l’idea che è in essa. Rosetta propone con il movimento dell’immagine la stessa ondulazione, danza, suono che lei avverte in un semplice fiore: la sua profumata, morbida, sensuale rosa.



©Rosetta Messori Rosa bn


[1] Nata a Modena nel 1960. Inizia a lavorare come fotografa di scena di cinema, successivamente come free lance per la Fototeca della FAO in Yemen, Iraq, Siria, Marocco, Egitto Turchia, Tunisia e Algeria. Ha frequentato corsi di fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e presso l’ICP di New York. Diverse mostre personali e collettive dal 1989 al 2022. Le più significative a New York, Stoccolma, Mainz, Damasco, Roma, Milano, Genova, Pechino e Sofia. www.rosettamessori.com

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